Ciao Pino,
Durante la progettazione degli alloggi, occorre mantenere la lunghezza come priorità principale; larghezza e altezza saranno proporzionate di conseguenza, in funzione dell'apertura alare e della taglia caratteristica del volatile che desideriamo allevare.
Il solo dimensionamento orizzontale, infatti, permette di sviluppare un'adeguata muscolatura e garantisce agli animali spazio sufficiente per le proprie esigenze fisiologiche.
Considerando che tutte le specie del genere trichoglossus presentano un'apertura alare inferiore ai 30 cm, una voliera dai 50 cm di profondità e tre metri di lunghezza mi pare adeguatamente spaziosa per ospitare una coppia riproduttiva.
La separazione degli alloggi con doppia rete mi sembra sicuramente la più indicata; tuttavia, per evitare di ridurre il volume della voliera, sarà sufficiente distanziare le due grate divisorie di una misura non superiore al centimetro.
Analicamente, lo spazio sfruttato risulterà pressoché millimetrico, ma - in contemporanea - il contatto fisico tra le coppie si dimostrerà alquanto limitato.
I trichoglossi, come tutti gli Psittacidi frugivori e nettivori, richiedono necessariamente una voliera sospesa dal terreno, soprattutto se di ristrette dimensioni, a causa di un'alimentazione particolarmente umida e fresca che contribuisce alla produzione di escrementi notoriamente liquidi e maleodoranti.
L'utilizzo di alloggi rialzati dal suolo, pertanto, rappresenta una premessa imprescindibile per garantire igiene e salubrità negli ambienti d'allevamento.
Di fatto, una radicale pulizia giornaliera potrebbe rivelarsi inetta e oltretutto eccessivamente invasiva durante il periodo riproduttivo.
In caso di impossibilità di sopraelevare l'intera struttura, potresti sacrificare una parte dello spazio in altezza per evitare il contatto con terreno e facilitare le operazioni di manutenzione.