Il nuovo editoriale dal titolo ""PASSIONE ARRICCIATI "" - a disposizione gratuita dei nostri soci e simpatizzanti, nell'apposita sezione Editoriali dell’A.O.E.
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Discussione: discussione sull'AGI

  1. #1
    Staff Forum FEO
    Guest

    discussione sull'AGI




    Con l’inserimento di questi due articoli lo Staff del Forum vuole lanciare la discussione su una delle razze italiane che hanno visto negli anni momenti interessanti di dibattito tra gli Allevatori italiani.

    Interessante sarebbe la partecipazione a questo dibattito di persone rappresentative delle varie Federazioni attuali e di esponenti di spicco della cultura ornitologica italiana, nonchè di allevatori rinomati. Noi mettiamo a disposizione questa cartella per favorire questo dibattito , che sicuramente sarà interessante.

    Grazie a tutti per aver accettato il ns invito.

    Un ringraziamento particolare va alla Redazione di Alcedo che AOE ringrazia sottolineando lo stretto legame di amicizia e di stima che ci attraversa.

    In via del tutto eccezionale, la redazione di Alcedo, nella figura del suo editore, ing. Pidalà, e del direttore dr. Natale, ha acconsentito alla pubblicazione di due suoi articoli, sui quali vige il copyright internazionale
    ].

  2. #2
    Staff Forum FEO
    Guest

    articolo di Sauro Canč sul Canarino Arricciato Gigante Italiano (A.G.I) Alcedo




    In via del tutto eccezionale, la redazione di Alcedo, nella figura del suo editore, ing. Pidalà, e del direttore dr. Natale, ha acconsentito alla pubblicazione di due suoi articoli, sui quali vige il copyright internazionale.


    Fatti e antefatti della storia dei
    Canarino Arricciato Gigante Italiano (AGI)

    di Sauro Canè, ………….

    Premessa

    Segnaliamo che le note storiche di seguito stilate sono il risultato di un faticoso lavoro riassuntivo di complessi eventi comprendenti un arco di tempo di oltre mezzo secolo. Nonostante la rigida schematizzazione, per esigenze di spazio, possiamo assicurare i Lettori interessati che le notizie fornite sono strettamente aderenti alla realtà dei fatti avvenuti e che possiamo dimostrare il tutto con una ampia documentazione e le testimonianze degli "antichi" Allevatori e dei competenti Tecnici ancora oggi viventi. Precisiamo ciò onde evitare strumentalizzazioni e sterili polemiche da parte di coloro che, sia in buona fede e sia in mala fede, ancora oggi sostengono, del tutto acronisticamente ed erroneamente, che i grandi Arricciati allevati in Italia non sono altro che degli Arricciati di Parigi "all'italiana", nonostante i doppi riconoscimenti ufficiali della esistenza della originale Razza AGI, prima in Italia (10 febbraio 1996,da parte del C.D. della FOI, in Piacenza) e poi all'estero (19 gennaio 2001 a Santa Maria da Feira, Portogallo, da parte dell'O.M.J. della C.O.M.) che hanno definitivamente sancito l'esistenza di una nuova Razza di Canarini di forma e di posizione denominata Arricciato Gigante Italiano, splendida Razza del tutto "Made in Italy" e con caratteristiche ben evidenti che permettono di distinguere nettamente le due forme di Canarini. Le valutazioni fatte da certi giudici, che giudicano applicando un concetto limitativo ed errato (es. se ha il "cappuccio" è un AGI, mentre se non lo ha è un "Parigino", come purtroppo abbiamo verificato in diversi soggetti esposti) hanno creato notevoli confusioni sia trai Giudici, sia tra gli Allevatori, a tutto danno di entrambe le splendide Razze con la conseguente diffusione di un elevato numero di "bastardi", che riuniscono, in modo confuso, varie caratteristiche di ambedue le Razze. Ciò impedisce le corrette selezioni dei ceppi, da parte degli Allevatori e le adeguate valutazioni da parte dei Giudici (vedi, ad es., l'articolo sullo "Pseudo Arricciato di Parigi" apparso nel n° 1 - 2008 di ALCEDO, nel quale veri magnifici AGI vengono addirittura spacciati per Arricciati di Parigi e premiati con 93 punti applicando l'inapplicabile Standard di un'altra Razza e ciò addirittura ad una esposizione internazionale, come quella di Reggio Emilia). Si impone quindi la necessità imperativa di "FARE CHIAREZZA" sulle due magnifiche Razze, allo scopo di tutelarle entrambe, e ringraziamo sentitamente il periodico ALCEDO che ci mette a disposizione un n° adeguato di pagine allo scopo di presentare correttamente le due Razze anche nei più piccoli particolari. Gli scritti, con relativa ampia documentazione illustrata, verranno presentati in due fasi:
    a) STORICA (quella che segue)
    b) TECNICA (nel prossimo numero)
    Saurò Canè, allevatore di puri AGI e uno dei fondatori e dirigenti del "Club dell'Arricciato Gigante Italiano "
    Scrivere la storia dell'AGI in uno spazio ristretto è impresa estremamente ardua chi si autocensura drasticamente ma a grandi linee si possono ricostruire le fasi che hanno portato a conseguire questo splendido risultato.
    La prima fase è stata l'inconsapevole selezione della Razza.
    La seconda fase è stato il tentativo effettuato presso "La Nationale" di Parigi, titolare della Razza "Arricciato di Parigi e del relativo Standard depositato, presso la Prefettura della stessa città di far includere nel citato Standard le nuove caratteristiche ottenute dalla selezione italiana (stimolati, all'inizio, dalle acute osservazioni del Giudice belga Sig. Alex Princen).
    La terza fase, acclarata l'indisponibilità francese ad accettare la nostra richiesta, è stata intraprendere l'iter per il riconoscimento di una nuova Razza. In queste tre fasi vi è raccolta, negli aspetti essenziali, la vera storia e le ragioni pratiche della nascita della Razza AGI.

    Prima fase storica

    Lo scoppio del 2° conflitto Mondiale, con l'Italia belligerante nei confronti della Francia, aveva indotto i pochi Allevatori italiani di Arricciati di Parigi a ricorrere al meticciamento dei propri soggetti con grossi Olandesi arricciati, Yorkshire e Crest ciuffati non potendo, per ovvie ragioni, attingere a soggetti puri dalla zona d'origine. Inevitabilmente tali meticciamenti lasciarono una indelebile traccia genetica nei cosiddetti "Parigin'” allevati in Italia. Si ricorda, già dai primi anni '70, di aver potuto ammirare nelle esposizioni e in alcuni allevamenti, dei soggetti con taglia notevole, portamento eretto e soprattutto teste molto più grosse e rotonde del "Parigino" classico che era portatore di una testa più minuta e piumaggio con calotta ribattuta su di un lato o qualche volta su ambo i lati. In questi soggetti vi era già l'attitudine alla scomparsa della scriminatura centrale nel mantello con invece la tendenza del piumaggio a disporsi a "rosa". Le piume superiori del mantello a "rosa", risalendo verso l'alto e in avanti, gradatamente si fondevano con la parte posteriore del collo e della nuca dando origine alle prime avvisaglie della futura testa a "cappuccio" ( Nota: nella Razza del "vero Parigino" il collare è presente anche nella parte posteriore e alcuni soggetti di questa Razza erano - e lo sono anche oggi - portatori del "cimiero" o "elmo", ossia piume sollevate a mo' di elmo). Altra caratteristica completamente diversa dal "Parigino" descritto nello Standard francese era la disposizione delle piume dello "jabot" che, nell'originale, dovevano avere andamento orizzontale, definito oltralpe "a conchiglia chiusa", mentre nei soggetti che stavano affermandosi in Italia, l'andamento di tali piume era verticale con le punte rivolte verso "un punto immaginario centrale posto oltre il vertice della testa”.
    Il gusto degli allevatori italiani lavorò prevalentemente su queste caratteristiche ritenendole di grande interesse estetico. Verso il finire degli anni '80 si ammiravano già soggetti che nelle mostre ottenevano, dai Giudici italiani, anche oltre i 93 punti.
    Ma, come sempre accade, i conti bisogna farli con l'oste. E il ruolo dell'oste in questo caso se lo assunse il qualificato Giudice francese Sig. Eduard, che all'internazionale di Reggio Emilia nel 1988 applicò 88 punti ad un soggetto che dai Giudici italiani aveva ottenuto 93 punti, motivando tale punteggio con il considerando che "tale soggetto non rispettava quanto disposto dallo Standard dell'Arricciato di Parigi": testa a cappuccio, mantello a rosa, jabot a ventaglio (caratteristiche che in seguito i Giudici di Francia avrebbero definito "gravi difetti sul loro Canarino), non permettevano di attribuire un punteggio superiore a tale soggetto. Pare che il Giudice in questione dichiarasse che 88 punti erano anche superiori a quanto effettivamente meritato dall'esemplare esposto e questo gettò nel marasma gli allevatori italiani. Tuttavia, stando ad una corretta applicazione dello Standard del vero Arricciato di Parigi, il Giudice francese aveva ragione!
    Questa fu la scintilla che, se fece indignare parecchia gente estimatrice del "Parigino all'italiana", indusse la parte più accorta ad esaminare in modo critico la situazione per cercare di individuare soluzioni che avessero permesso agli allevatori di casa nostra di non buttare alle ortiche il risultato di tanto apprezzabile e stupendo lavoro effettuato nelle annate precedenti.
    E qui inizia la seconda fase.

    Seconda fase storica

    Quella parte di allevatori, che preferì scegliere l'azione all'atteggiamento vittimistico, decise di dar vita al "Club dell'Arricciato Parigino Italiano" sotto l'appassionata guida dell'indimenticabile e battagliero Rag. Angelo Casasola. Si approntò uno Statuto e uno Standard, ma ciò che era molto più importante, dal punto di vista strategico, fu l'inoltro di una richiesta alla associazione "La Nationale" (depositaria, presso la Prefettura di Parigi, del nome e dello Standard della Razza francese) di includere nel loro Standard le nuove caratteristiche selezionate in Italia e di chiamare la nuova forma arricciata del Canarino "Arricciato di Parigi Italiano".
    La risposta dei tecnici francesi fu gentile, sportiva, ma estremamente ferma e si può sinteticamente riassumere così: "Parigi è in Francia. Perchè chiamarlo "Parigino Italiano"? Come noi 126 anni fa abbiamo selezionato il nostro Canarino, ora voi italiani avete selezionato il vostro. Chiamatelo Arricciato Italiano. Bravi!'. Come si può dedurre da tale risposta, vi era la ferma rivendicazione della titolarità della Razza francese, ma vi era anche l'implicita ammissione che nel panorama ornitologico internazionale era comparso qualcosa di nuovo e, quel che più conta, non vi era opposizione al suo riconoscimento!
    Qualcuno, come lo scrivente, aveva previsto in pieno la risposta francese, anche se non era stata immaginata tanta onestà e vera sportività

    Terza fase storica

    E qui inizia la 3a fase storica. La più avvincente e, allo stesso tempo, anche la più deprimente, per la lunga serie di arroganze del "potere" e delle numerose e pluriennali "azioni vendicative" di alcuni personaggi che "avevano voce in capitolo" nei vertici tecnici della FOI. Ma, per fortuna dei bravi Allevatori e delle sorti della nostra amata Razza AGI, fu anche la fase delle lungimiranti e illuminate intuizioni dell'allora massimo dirigente della Federazione, il Presidente Riccardo Coffetti
    Allo scopo di tutelare sempre più la nostra Razza italiana dagli attacchi dei disfattisti e degli incompetenti (soprattutto di casa nostra), noi Allevatori dei "puri"AGI, trasformammo il "Club dell'Arricciato di Parigi Italiano" nell'attuale "Club dell'Arricciato Gigante Italiano". E ciò con l'insostituibile contributo di un tecnico di valore, il prof. Giorgio de Baseggio. Il docente, grande appassionato e studioso di Canarini arricciati (su di essi aveva scritto, nei decenni, numerosi articoli tre libri) accogliendo l'appello del nostro Club, prima di esprimersi, esaminò 78 esemplari, tra i più tipici e, alla fine, si convinse del fatto che, senza dubbio alcuno, i bravissimi Allevatori italiani avevano realizzato, parole del professore, "La più maestosa e spettacolare Razza di Canarino creata dall'Uomo, con numerose caratteristiche proprie che ben la differenziavano dal vero Arricciata di Parigi". Il valido esperto dispensò dettagliati consigli ai tecnici del Club, ne coordinò i lavori, dipinse le 2 Razze di Canarini (AGI e "vero Parigino") e disegnò le loro caratteristiche nei minimi dettagli. Ciò permise l'evidenziazione netta dagli elementi distintivi tra le due Razze. Si
    diede stesura dello "Standard analitico" e dello "Standard sintetico" dell'AGI. Il prof. G. de Baseggio approntò anche quello che divenne il disegno tecnico, a colori, del "modello ideale di perfezione della Razza AGI " poi adottato dal nostro Club. Alcuni di noi inclusero i disegni dell'esperto e immagini degli esemplari più significativi (riprodotti nei più qualificati allevamenti) in diverse video-cassette che poi ci assicurammo di inviare a personalità nel settore (sia in Italia che all'estero) per divulgare le caratteristiche della Razza. G. de Baseggio, inoltre, contattò l'indimenticabile tecnico, lo svizzero Danibel Sommer (allora Presidente dell'Ordine mondiale dei Giudici della C.O.M.) il quale organizzò, durante alcuni Campionati Mondiali, incontri tecnici tra il nostro esperto e diversi Giudici internazionali appartenenti a diverse nazioni. In quelle occasioni G. de Baseggio mostrò ai Giudici esteri il cospicuo materiale documentario sulla nostra Razza AGI, ne descrisse le caratteristiche e quelle del "vero Parigino" concludendo che "era indispensabile riconoscere al più presto i Canarini italiani allo scopo di evitare la diffusione dei bastardi e, così, salvare entrambe le Razze". Tutti i Giudici presenti furono d'accordo col nostro esperto, compresi i Giudici francesi, ben contenti di potere salvaguardare le vere caratteristiche della loro Razza nazionale, il pur splendido Arricciato di Parigi. Spianata la "strada internazionale", ora era necessario difendere la Razza dai disfattisti e dagli incompetenti di casa nostra.
    Nel 1993 la FOI stampa un lavoro della CTNCFPA, ossia i "Criteri dì giudizio dei Canarini Arricciali" nel quale, sotto la voce "Arricciato di Parigi"(!?) viene descritto uno "standard di pura fantasia' che è il risultato della "fusione" delle caratteristiche del "vero Parigino" con quelle dei grandi arricciati allevati in Italia. Un vero "guazzabuglio tecnico", fatto senza nessuna autorizzazione da parte del Comitato Tecnico francese, il solo in grado di apportare modifiche allo Standard della loro "Razza nazionale". Tra le varie eresie tecniche leggiamo che il "pseudo Arricciato di Parigi" (nella realtà solo un ******** tra due diverse Razze) annovera ben 4 teste (elmo, calotta semplice, calotta doppia, a berretto) con la giustificazione che esse sono tutte pregevoli ed ammissibili in quanto non si può pretendere un solo tipo di testa in un Canarino con moltissime arricciature. E ciò contrasta con quanto il prof. Umberto Zingoni (che aveva stilato e approvato quanto appariva sul libretto dei "Criteri'), successivamente, pretendeva di imporre a noi, tecnici del Club, cioè di riconoscere ufficialmente la sola testa a "cappuccio" per il nostro AGI, pur essendo quest'ultimo molto più arricciato della Razza francese. Due pesi e due misure.
    Comportamenti assurdi, lesivi e tecnicamente incomprensibili
    A Padova, durante l'Assemblea a corollario della Rassegna delle Razze Arricciate, offrimmo tutto il materiale prodotto all'allora Presidente della CTNCFPA (Commissione Tecnica Nazionale dei Canarini di Forma e di Posizione Arricciati), affinché lo esaminasse e si rendesse conto della
    indiscutibile opportunità del riconoscimento della nostra Razza. Egli, per tutta risposta, invece di ringraziarci per il certosino lavoro svolto, ci gratificò di un sorrisetto beffardo. A questo punto fu chiaro che i tecnici della CTN non avrebbero mai appoggiato la richiesta di riconoscimento (un assurdo atteggiamento del tutto opposto a quello tenuto dai molti Giudici internazionali della C.O.M.). Infatti, da quel momento, la CTN e in particolare il suo Presidente, osteggiò in tutti i modi possibili la nostra magnifica Razza, avanzando dei diktat tipo "Non ammetterò mai che un Canarino possa superare una lunghezza di 21 cm" o ancora "Approverò solo se si dirà che la sola caratteristica differenziante la nuova Razza dal Parigino sarà la testa a cappuccio completo".
    Pretese assurde e antitecniche che miravano solo a non evidenziare le numerose caratteristiche differenzianti le due Razze e a danneggiare non solo la nostra magnifica Razza AGI, impedendone il riconoscimento, ma anche le caratteristiche del "vero Arricciato di Parigi" e tutto ciò favorendo i bastardi tra le due forme razziali. Erano già 10 anni che noi Allevatori cercavamo di "far ragionare" i tecnici e Giudici della CTN italiana, affinché si rendessero conto che avevano, da molti anni, sotto ai loro occhi una nuova magnifica Razza, del tutto differente dal vero Arricciato di Parigi! Il Presidente del nostro Club, Angelo Casasola, di carattere battagliero, vedendo così bistrattati i magnifici AGI che allevava con tante cure e sacrifici, non ne poteva più di dovere sopportare l'atteggiamento assurdamente contrario della maggioranza dei dirigenti della CTN (in un primo tempo solo il Giudice Luigi Sansone si dimostrò favorevole al riconoscimento della nostra Razza: vedi la Relazione della CT nel n. di ottobre '93 di Italia Ornitologica). Intavolammo, allora, una nuova trattativa nella quale tentammo di fare comprendere che la nuova Razza si differenziava dal "vero Parigino" per le seguenti ed evidenti caratteristiche: 1) la diversità totale dello Jabot (nel Parigino) e della Pettorina (nell'AGI) — 2) del mantello — 3) del portamento (a 60° nell'AGI e a 50° nel Parigino) — 4) del "bavero rialzato" (che, nell'AGI, annulla completamente il "collare" sulla nuca). Concedemmo, per tentare di "ammorbidire" l'atteggiamento di totale chiusura, di definire il "cappuccio completo" come "caratteristica di eccellenza" pur ribadendo che le varie teste dell'AGI evidenziavano le molteplici e ricche arricciature, non paragonabili in alcun modo alla "calotta ribattuta' del "vero Parigino". Nonostante la nostra disponibilità, nei membri della C.T. trovammo soltanto un muro invalicabile. Reduce da una riunione di Giudici di Canarini di Razze arricciate, un Giudice, vedendo me e Casasola, esclamò: "Se voi del Club AGI sperate che i principali dirigenti della CTN si rimangino la loro convinzione, che dura da molti anni, che i grandi Canarini Arricciati che voi allevate appartengono ad una Razza diversa dall'Arricciato di Parigi, dovrete aspettare all'infinito!" — Informato della cosa, il prof. G. de Baseggio ci disse: "Ma perchè vi ostinate a volere convincerei "sordi che non vogliono sentire?" La CTN è un organo consultivo,non deliberativo. Chi può decidere è solo il C.D. della FOI e a quello dovete rivolgervi". Finalmente, dopo oltre 10 anni di bocconi amari, un'altra strada si apriva!

    Il determinante incontro tecnico avvenuto a Bologna

    Infatti, poco tempo dopo, il Presidente FOI Riccardo Coffetti, stanco del decennale tiremmolla tra il nostro Club AGI e la CTN, avvertendo la brutta piega che aveva preso la situazione, nel mese di ottobre 1995 convocò a Bologna il Club AGI (nella persona del suo Presidente Angelo Casasola), la CTNCFPA (nella persona del suo Presidente prof. Umberto Zingoni e del suo Segretario Valentino) e un tecnico super-partes (il prof. Giorgio de Baseggio). Quest'ultimo confutò le argomentazioni dei due tecnici della CTN, relazionò ed esibì numerosi disegni e fotografie, commentò nei dettagli gli Standard delle 2 Razze, dimostrò la quantità di differenze sostanziali esistenti tra le stesse, concludendo che vi erano ampi margini giustificanti la richiesta del riconoscimento dello Status della Razza AGI, sia alla FOI e sia alla COM. Al termine della serrata riunione, il Presidente Coffetti si alzò e disse: "Adesso abbiamo una chiara strada da percorrere".
    Alla fine dell'incontro, di fronte alla inoppugnabilità delle argomentazioni tecniche del prof. G. de Baseggio, il prof. Zingoni se ne uscì dicendo che la CTN aveva già deciso per il "no". Il Presidente Coffetti comprese che questo "no" non discendeva da motivi tecnici, che peraltro non erano stati sollevati nel contraddittorio, ma da ragioni personali che nulla avevano a che vedere con una corretta e prolifica dialettica tecnica e democratica.
    Finalmente la ragione dei fatti ha prevalso sul disfattismo autolesionista
    Di lì a poco arrivò finalmente il riconoscimento ufficiale del C.D. della FOI per il territorio italiano (data "storica": 10 febbraio 1996).
    Per motivi di spazio e di buongusto, tralascio i dettagli delle minacce di "secessione" brandite dal massimo gruppo di "tecnici' nei confronti del Presidente e del Comitato Direttivo della FOI,
    i quali avevano "osato" riconoscere la nostra magnifica Razza AGI scavalcando il parere negativo del direttivo della CTNCFPA Il Presidente Coffetti e l'allora Segretario della FOI Salvatore Cirmi si attivarono per farci avere uno spazio divulgativo all'interno dei Campionati Mondiali di Udine, ma trovarono una opposizione durissima da parte di un dirigente locale che, però, fecero "rientrare" d'autorità. Finalmente, noi bistrattati (solo in Italia) Allevatori di AGI, avevamo avuto, per la prima volta, la possibilità di potere esporre, in un lungo pannello, alcune decine dei nostri incantevoli Canarini che suscitarono, tra i tecnici e gli allevatori stranieri, un enorme interesse e grandi esclamazioni di meraviglia! Grandi soddisfazioni per noi, dopo tanti anni di "rospi ingoiati" e bocconi amari. E pensare che avevamo tutte le ragioni per fare riconoscere i nostri amati AGI, da noi creati e allevati.
    Altro spazio ci mise a disposizione l'indimenticabile Ing. Carboni, Presidente della ABC, in occasione dei Campionati Europei che egli organizzò a Bologna: Anche in questa occasione appassionati e tecnici italiani e stranieri manifestarono grande interesse ed esclamazioni di meraviglia, restando affascinati dagli splendidi esemplari esposti.
    Nel settembre 1996 G. de Baseggio diede alle stampe il suo ottimo libro dedicato ai Canarini di Razze Arricciate Pesanti (Parigino, Padovano, Gigante Italiano), nel quale le 3 Razze venivano descritte in tutti i dettagli.
    Questa pubblicazione contribuì, e non poco, a diffondere le caratteristiche anche dei veri AGI dei veri Parigini mettendo in chiara evidenza gli elementi distintivi che differenziavano nettamente le due Razze.

    Nessun problema nel riconoscimento ufficiale a livello internazionale

    A livello C.O.M. una nuova Razza, per essere riconosciuta definitivamente a livello internazionale, deve ottenere l'approvazione dei Giudici per 3 anni consecutivi. Primo esame: Campionati del Mondo in Zuphten (Olanda): positivo — Secondo esame: Campionati del Mondo a Pescara (Italia): positivo (tralascio i dettagli degli inutili tentativi fatti da alcuni disfattisti che tentarono, anche in quella occasione, con determinate "manovre", di non fare riconoscere gli AGI da parte dei Giudici internazionali!). La terza prova doveva svolgersi ad Alitante (Spagna), ma l'esposizione fu rimandata a causa della influenza aviaria. Venne recuperata l'anno successivo a Santa Maria da Feira (Portogallo) e l'esame fu brillantemente superato dai nostri bellissimi AGI. Il Congresso OMJ (Organizzazione Mondiale dei Giudici) riconobbe definitivamente come Razza di Canarino di "posture" l'Arricciato Gigante Italiano; era il 19gennaio 2001, data storica che ha sancito il successo finale di tanti sforzi e dure pluriennali lotte alle quali ci hanno costretto i disfattisti autolesionisti di casa nostra. E pensare che, se non ci fossero stati tanti presuntuosi incompetenti, la nostra magnifica Razza doveva essere riconosciuta almeno 12 anni prima! Di lì a poco altra grande soddisfazione, per noi Tecnici Allevatori italiani. Il nostro indimenticabile Presidente A. Casasola ricevette il n° 191, novembre 2001, del periodico ufficiale della Federazione francese denominato "Les Oiseaux du Monde", nel quale l'Allevatore e Giudice francese, Albert Delattre, responsabile della "Section Posture Commission Nationale des Juges de France" scriveva un articolo "illuminante" sia perché annunciava il riconoscimento ufficiale internazionale della Razza AGI scrivendo, tra l'altro: "Questa notizia viene a ricompensare li sforzi degli Allevatori italiani che ben meritano di vedere riconoscere questa Razza di Canarino arricciato che a loro sta tanto a cuore. Parallelamente lo standard del Frisé Parisien, che una volta poteva venire confuso, col riconoscimento della Razza italiana a sua volta ne esce rafforzato e oggi possiamo felicitarci con i nostri amici allevatori italiani per la loro realizzazione e inviare loro i nostri auguri di continuità e di prosperità... La Section Posture de la CNIF esprime il benvenuto a questa nuova Razza...". Inoltre, nello stesso scritto, il francese poneva un indispensabile confronto tecnico diretto tra le 2 Razze, il solo modo per fare evidenziare e comprendere a chiunque le reali differenze tra le stesse. Per fare ciò Delattre aveva utilizzato i precisi disegni del prof. G. de Baseggio.
    La nostra soddisfazione nel leggere questo articolo, pubblicato sul loro organo ufficiale, sta nella constatazione che anche i tecnici francesi sono ben felici dell'avvenuto riconoscimento della nostra Razza perché ciò concorre alla netta distinzione tra le due forme di Canarini evitando la "sovrapposizione" delle stesse, con la conseguente salvaguardia dei rispettivi Standard e ciò "dovrebbe" impedire la nascita dei bastardi (meticci) la cui diffusione concorre a danneggiare le stesse. Scrivo "dovrebbe" perché se nella realtà certi Giudici fanno valutazioni fantasiose" (come abbiamo più volte appurato) senza applicare correttamente gli Standard, allora effettuano gravissimi errori tecnici, come quello avvenuto a Reggio Emilia (vedi, articolo apparso sul n° 1/2008 di ALCEDO) dove vediamo dei magnifici Canarini AGI premiati e spacciati addirittura come Arricciati di Parigi . Da qui nascono enormi confusioni tra Giudici, Allevatori e appassionati. Questo non è sano sport, è solo dannosissimo caos! Mi domando: "Ma un Giudice, che non sa applicare correttamente uno Standard di una determinata Razza, può continuare a fare il Giudice"? Questa situazione negativa non può continuare così all'infinito! Gli organi competenti, che sono i direttamente responsabili, devono intervenire al più presto ,perchè se non si prendono subito gli adeguati provvedimenti il bastardume arricciato si
    differenza sempre più con la conseguenza gravissima che già oggi non è facile entrare in possesso di esemplari veramente tipici e aderenti ai rispettivi Standard di appartenenza.

    Conclusione

    A posteriori possiamo constatare che noi del "Club AGI", anche se in buona fede, abbiamo perso troppo tempo a battere i pugni, per oltre 10 anni, contro il muro della cocciutaggine della CTNCFPA, quasi "implorando" il consenso dei loro insensibili tecnici, senza rivolgerci ad altre organizzazioni e personalità più aperte e non prevenute (es. il CD della FOI, i tecnici dell'O.M.J. della COM, i tecnici delle varie associazioni internazionali ecc.). Ma chi ha sbagliato in tutta questa ingarbugliata e lacrimevole vicenda, è stata la nostra CTNCFPA di quei tempi, la quale non ha dimostrato la democratica apertura verso noi Allevatori che chiedevamo solo il sacrosanto e dovuto riconoscimento dell'esistenza della nostra stupenda Razza AGI, da noi creata selezionando le sue magnifiche caratteristiche che ci sono invidiate da tutto il mondo. Con la deleteria conseguenza che entrambe le Razze (AGI e vero Parigino) hanno subito e stanno ancora oggi subendo dei gravissimi danni, perchè la mancata distinzione netta tra le due forme razziali crea solo enormi confusioni sia nei giudizi, sia nella selezione di soggetti tipici negli allevamenti. E di ciò sono più che allarmati i tecnici francesi, che temono la sparizione della loro pur stupenda Razza nazionale. A causa di queste gravi e diffuse confusioni, da oltre 20 anni si è fortemente rarefatto il numero dei "veri Arricciati di Parigi" ed è una gara dura riuscire ad entrare in possesso di esemplari tipici e veramente aderenti al vigente Standard! E ciò accade anche all'estero, dove gli allevatori ricercano soprattutto i soggetti maggiormente simili agli AGI, perché più ricchi di arricciature e più appariscenti e, quindi, meglio pagati.
    In questa ricostruzione storica, veramente faticosa perché è stato necessario stringere al massimo una molteplicità di fatti avvenuti in oltre 50 anni, per motivi di spazio ho omesso una marea di episodi (tutti molto interessanti ai fini documentaristici) che potrebbero riempire un volume. Ho anche omesso la citazione di molti Allevatori che, con grande ed appassionante sforzo, hanno posto a disposizione i loro stupendi esemplari, permettendo di centrare gli obiettivi, ma che qui ringrazio per la loro fattiva collaborazione.

    Un serio grido di allarme

    Nel n° 3 marzo 2008 di "Italia Ornitologica" il competente Allevatore di veri AGI e giudice Giuseppe Nastasi ha scritto un condivisibile articolo a commento dello scritto apparso nel n° 37/2008 di Alcedo dove ha lamentato più o meno i principali argomenti negativi di questo mio articolo e anche il "fattaccio" della premiazione di veri AGI, spacciati per Arricciati di Parigi e valutati erroneamente applicando (cosa impossibile in una valutazione competente e corretta) l'inapplicabile Standard della Razza francese! Anche Nastasi ha lamentato la grande confusione (tra i Giudici e gli Allevatori) esistente tra le 2 Razze, confusione pericolosa per la sopravvivenza delle stesse scrivendo, tra l'altro (pag. 61): "Noto purtroppo che quasi tutti gli allevatori tengono sia gli AGI e sia i Parigini che meticciano tra di loro e, ottenuta la prole, i Canarini con cappuccio diventano AGI e quelli senza diventano Parigini". Più confusione di così! Come se le altre parti del corpo non esistessero, alla faccia dei 2 Standard che le descrivono ampiamente! Questo è empirismo, non selezione corretta! Ciò significa solo: produrre bastardi e favorire l'estinzione delle due stupende Razze! Ma le colpe degli Allevatori sono "veniali" (in un certosenso sono "costretti" ad allevare le due Razze) se le confrontiamo con quelle molto superiori di certi Giudici che emettono "valutazioni di fantasia" applicando lo stesso concetto: AGI se con cappuccio e Parigino se senza! Tutti i veri e seri Allevatori e tutti i Giudici veramente competenti devono opporsi fermamente a queste eresie confusionarie. Ma gli Allevatori hanno le colpe minori, "perché si sono adeguati aí giudízi non corretti di determinati giudici" tanto che molti allevatori si informano prima sul giudice che valuterà i propri soggetti in una determinata mostra: in base al giudice presentano i loro esemplari o come AGI o come Parigini, ben sapendo quale è l' "inclinazione" preferita dal giudice in causa. Ovviamente, non si può ancora andare avanti così. Il mio è un grido di allarme! Se continueremo su questa aberrante strada, rovineremo definitivamente le pregevoli caratteristiche delle due stupende Razze arricciate che sono costate decenni di accurate selezioni (addirittura 126 anni per l'Arricciato di Parigi) e di sacrifici da parte dei bravi Allevatori-selezionatori del passato. Lo Standard di ogni Razza comprende tutte le parti del corpo e non solo le teste! I Giudici hanno l'obbligo di rispettare al massimo tutte le caratteristiche previste dallo Standard. Infine gli Allevatori devono studiare bene tutti i dettagli dello Standard della Razza che allevano e devono smettere di allevare contemporaneamente le due forme razziali. Ma ciò accadrà soprattutto di "rimbalzo", ossia come conseguenza della constatazione che tutti i giudici si sono messi a giudicare correttamente, rispettando al massimo lo Standard che applicano, senza fantasie e voli pindarici. Il Giudice Nastasi scrive anche : "La nuova CTN dovrà lavorare molto... e dettare direttive precise...". Pienamente d'accordo!
    Ringrazio (anche a nome di tutti gli iscritti al nostro Club AGI) sentitamente il periodico ALCEDO per lo spazio concesso. Finalmente un periodico di prestigio che ha la sensibilità di permettere a noi Allevatori, ingiustamente contestati da decenni dal "potere" di certi incompetenti, di esprimere, in esclusiva internazionale, la vera storia dei magnifici AGI e la rappresentazione tecnica delle differenze che distinguono le due Razze. A questo mio scritto seguirà, come annunciato in premessa, la SECONDA PARTE che, nel prossimo numero, tratterà esaurientemente tutti gli aspetti tecnici riguardanti le due spettacolari Razze arricciate in oggetto. E ciò concorrerà a chiarire definitivamente le caratteristiche delle 2 Razze, il tutto accompagnato da splendide illustrazioni e disegni tecnici chiari e precisi che, spero, fugheranno definitivamente tutte le confusioni oggi esistenti.


    Bibliografia
    - Alcedo: Arricciato di Parigi , n° 1- 2008
    - Casasola A., Presidente e fondatore del Club AGI:
    Archivio storico
    - De Baseggio G. - "Parigino - Padovano - Gigante Italiano" Ed. li Mondo degli Uccelli, 1996- Tel. 0534/46479
    E-mail: monduccelli@tiscali.it
    - F.O.I. : "Criteri di giudizio dei Canarini arricciati" Ed. FOI, 3a edizione, 1993
    -Periodici vari, italiani ed esteri (annate diverse)
    - Nastasi G. "Agi e dintorni" - I. O. - Marzo 2008

  3. #3
    Staff Forum FEO
    Guest

    articolo di G. de Baseggio - nov -dic 2008 Alcedo



    In via del tutto eccezionale, la redazione di Alcedo, nella figura del suo editore, ing. Pidalà, e del direttore dr. Natale, ha acconsentito alla pubblicazione di due suoi articoli, sui quali vige il copyright internazionale.

    riportiamo l'articolo di Giorgio de Baseggio - Alcedo novembre-dicembre 2008 pagg 25 - 29


    ARRICCIATO GIGANTE ITALIANO (AGI)
    di Giorgio de Baseggio, .......
    Breve storia


    Da sempre gli Allevatori italiani hanno dimostrato una predilezione per i Canarini arricciati e da oltre un secolo si sono sempre più dedicati al loro allevamento, a partire dagli antichissimi Olandesi (dal 1890 in poi) e, via via, le diverse Razze, Sottorazze,Varietà ma, spesso, con idee non chiare sulle caratteristiche di Standard. Di conseguenza varie generazioni di canaricoltori si sono esibite in acerrime discussioni, infinite polemiche tra giudici, tra questi e gli allevatori, tra allevatori. Tutto ciò ha evidenziato al massimo l'individualismo latino (e noi italiani siamo in testa, tra tutti i popoli latini, in questo grosso difetto) che comporta molti danni al vero Sport, gravi e penosi ritardi nel riconoscimento delle nuove Razze e laceranti suddivisioni in’partiti" o "gruppi"contrapposti. A differenza, invece, dei popoli anglo-sassoni, nei quali l'individualismo è mal visto a tutto favore della collaborazione e dell'associazionismo. Esempio: in Italia, se un allevatore vince un primo premio,spesso gli allevatori compatrioti non condividono il risultato e si esibiscono in frasi tipo: "E amico del giudice" o "Solo sfacciata fortuna" o peggio. Nei Paesi anglo-sassoni gli altri allevatori, con pacche sulle spalle, con espressioni di lode, si congratulano con il vincitore. Se appare una nuova Razza, all'estero (soprattutto nei Paesi nord europei) tutti si affrettano ai riconoscimenti ufficiali. Invece la nostra particolare "mentalità latina", tra i molti danni, ha comportato anche vari decenni di forti ritardi prima dell'approvazione dei riconoscimenti ufficiali delle singole Razze. Nonostante queste penose situazioni, noi italiani siamo riusciti a selezionare 4 magnifiche Razze arricciate: Gibber Italicus (riconoscimento internazionale febbraio 1951) —Arricciato Padovano (r.i. febbraio 1974, per la forma ciuffata, e 1980 per la forma a testa liscia) — Fiorino (r.i. gennaio 1989) —Arricciato Gigante Italiano (r.i. gennaio 2001). Di recente si sta tentando di realizzare un mini-AGI (chiamato "Rogetto").
    Il dott. C. Giuliani (proprio quello del famoso amaro) era un grande appassionato di grossi arricciati e, in particolare, del mitico Parigino che allevava con passione. Dal 1939 al 1941, sul periodico "Ornitologia Italiana" (conservata presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano),), furono pubblicati alcuni articoli
    Giuliani dai quali stralcio alcuni brani: " ... nel 1939
    per comperare una coppia di Canarini Parigini di 1categoria ci volevano 2.500 franchi (circa 3.000 curo attuali) ... per gli italiani di allora, poveri, era una cifra astronomici ... pochi riuscivano in un simile acquisto ... è necessario allevare in purezza e togliere di mezzo tutti gli incroci e i bastardi di grossi Olandesi". Nel periodo post bellico la generale povertà, in Italia, costringeva gli appassionati a meticciare tra loro ciò che avevano disponibile, ossia Canarini arricciati: grossi Olandesi del Nord, Picard (ossia dei "Parigini grezzi'', più piccoli e meno arricciati del vero Parigino) che venivano accoppiati, allo scopo di ingrandire la taglia, a grossi Canarini delle seguenti Razze: Yorkshire, Crest, Crest-bred, Lancashire (grosso Canarino inglese, raro anche a quei tempi), Norwich. Si ottennero numerosi meticci di diverse dimensioni e più o meno arricciati. Gli allevatori li selezionarono esemplari di maggiori dimensioni e col maggior numero di arricciature e inserendo Lancashire e Yorkshire, attorno al 1950, si individuarono i primi grandi meticci, più eretti dei pochi veri Parigini allora disponibili. A questi soggetti, negli anni successivi, si accoppiarono: Milanesi arricciati, Crest, Crest-bred, Norwich, ottenendo portamenti sempre più eretti, grandi teste sferiche (con i primi accenni del futuro "cappuccio"), aumento delle arricciature che su addome e sul petto avevano un andamento verso l'alto, mentre sul dorso si configurava un andamento a "rosa".




    Apparvero i primi "baveri rialzati ", i primitivi 'fianchi mediali" (ossia le piume dei fianchi si dipartivano dalla linea mediana del corpo e dividevano le piume dell'addome da quelle del petto) per cui anche oggi esistono soggetti sia con le piume dei fianchi che si dipartono dai lati del corpo (ossia dalla ultima posizione della prima metà del doppio tratto del pterilio ventrale) e sia volatili con i suddetti "fianchi mediali". Ciò si verificò tra il 1960 e il 1970, anni nei quali si realizzò il 2°grande meticcio.

    Nuovi accoppiamenti e accurate selezioni

    Negli anni successivi si effettuarono altri accoppiamenti con Norwich, Crest e Crest-bred col risultato della comparsa della testa con "cappuccio completo" (e sue variabili) e il "bavero rialzato", un notevole aumento della lunghezza e larghezza delle "píume di gallo" e la formazione di nuove combinazioni delle arricciature. In un discreto numero di esemplari, apparvero "grosse code" sia larghe e sia molto lunghe (con timoniere che raggiungevano o supervano i cm. 14). Dal 1970 in poi, quindi, si realizzarono i tipici AGI che sono il frutto di numerosi meticciamenti (e successive selezioni per fissare determinati caratteri) con le Razze predette, Razze che hanno lasciato la loro "impronta genetica", tanto è vero che, ancora oggi, di tanto in tanto appaiono alcune caratteristiche delle Razze antenate (esempio: comparsa del "ciuffo" di origine Crest).Uno dei più quotati Allevatori di AGI, il bolognese G. Giordani, mi disse che, in seguito a meticciamenti con Norwich con grandi teste tonde, nel 1978 comparve per la prima volta nel suo allevamento il "cappuccio".
    Nel 1979 nacque una "superfemmina AGI” pezzata con un enorme e sferico "cappuccio pieno", nata da un maschio giallo di taglia media e con testa "lavorata" senza cappuccio e da una femmina verde con "mezzo cappuccio". Simili volatili apparvero anche negli allevamenti di altri "vecchi" Allevatori , e qui ne cito alcuni: A.Casasola, S.Canè, G.Parenti, M.Masotti e molti altri, e anche negli allevamenti di noti Allevatori stranieri (che avevano acquistato esemplari presso gli Allevatori italiani), tra i quali ricordo: P.Putz (tedesco), A.Princen (belga), Moll Camps e Cossio (spagnoli), ecc.



    Questi sono "fatti storici" indiscutibili (e i vecchi Allevatori ancora viventi lo possono testimoniare) che dimostrano come gli attuali AGI siano il risultato dei molti meticciamenti con varie Razze (in precedenza ricordate) e successive accurate selezioni per fissare determinati caratteri.

    Ciò contrasta con la errata opinione di alcuni detrattori incompetenti che, anche oggi, insistono affermando che la maestosa Razza Arricciato Gigante Italiano sia sorta non dagli incroci operati dai bravissimi Allevatori italiani, ma solo da una "evoluzione del Parigino" .

    Nessuna "evoluzione" avrebbe permesso la comparsa di molteplici pregevoli caratteristiche sia ereditate da altre Razze (es. grandi teste sferiche, ciuffi o parte degli stessi, posizione molto eretta, ecc.) e sia in seguito a "combinazioni genetíche" tra molti geni di varie provenienze (mantello a "rosa", andamento in avanti e in alto delle piume dell'addome e del petto, bavero rialzato, cappuccio e sue variabili, ecc.). Queste sono realtà tecniche e storiche riconosciute dai migliori esperti.


    I riconoscimenti ufficiali

    Nonostante l'azione disfattista portata avanti da diversi italiani, i più avvertiti Allevatori di tipici AGI, allo scopo di tutelare le caratteristiche dei loro gioielli arricciati, fondarono il "Club AGI" e, opponendosi efficacemente alle azioni denigratorie degli incompetenti, riuscirono a fare riconoscere ufficialmente, in Italia, la Razza Arricciato Gigante Italiano (AGI) nel febbraio 1996 da parte del C.D. della F.O.I. Poi la Razza fu esposta ai Campionati mondiali, dove doveva essere esaminata da commissioni di Giudici internazionali (esclusi quelli italiani) per 3 anni. Tutto andò liscio: 1° anno 1998, esame positivo a Zupthen (Olanda). 2° anno 1999, idem a Silvi Marina (Pescara). Il mondiale successivo, in Alicante, non si svolse a causa della influenza aviaria. Y anno, esame positivo a Santa Maria da Feira (Portogallo), così il giorno 19 gennaio 2001 l'Ordine mondiale dei giudici della C.O.M. ha riconosciuto definitivamente come Razza l'AGI . Meritatissimo riconoscimento degli sforzi del bravissimi Allevatori italiani, dopo tanti sacrifici e dure lotte contro i presuntuosi denigratori di casa nostra.
    Il seguente "Standard sintetico" che proponiamo è quello elaborato dalla C.T. Razze arricciate perché è un po' più dettagliato di quello approvato dall'O.M.J./C.O.M. nel 2001 e accettato dal "Club AGI" ma, nel suo complesso, non differisce nei contenuti.





    STANDARD SINTETICO







    __________________________________________________ __________________________________________________ ___




    ARRICCIATO di PARIGI (Parigino)


    Breve storia

    Nel libro scritto dal francese L Gicquelais (Edizioni Bornemann, 1975) troviamo le origini e la storia del Frisé Parisien che qui riassumo negli aspetti essenziali. Nel XIX secolo è diffuso in Francia un Canarino chiamato "Olandese" che sembra sia stato importato dalla Duchessa De Berry. A Lille si tenne una esposizione di arricciati di buone caratteristiche e, da allora, il loro allevamento si intensificò. Nel 1867, a Parigi, fu fondata una associazione detta "La Nationale" la quale prese in mano i destini del futuro Frisé Parisien. A quei tempi si allevava il "Frisé Hollandais" il quale, nel 1870, era un Canarino arricciato a forma di "croissant" (ossia "cornetto", un dolce francese): forma a "C", testa liscia, nuca arricciata e le arricciature del corpo erano limitate al dorso, petto (jabot) e fianchi (o "pinne"= nageoires).
    Da quei lontani tempi si ebbero progressivi miglioramenti (aumento della lunghezza e del numero e volume delle arricciature, soprattutto) ad opera di sagaci appassionati finché apparvero dei Canarini arricciati di maggiore mole, molto apprezzati nonché venduti a prezzi elevati.
    Ma i migliori soggetti erano nelle mani di un ridotto numero di allevatori i quali vendevano a prezzi esorbitanti all'estero, ma si rifiutavano di venderli in Francia e ciò per conservare il monopolio dell'allevamento e per non rischiare di farsi sorpassare da una generazione più giovane e più intraprendente. Il risultato, nel tempo, divenne catastrofico. In Francia rimasero, gradualmente, gli esemplari sempre più modesti, in quanto i migliori soggetti raggiunsero l'estero e i giovani allevatori non riuscivano a procurarsi dei Canarini di buone caratteristiche. Si instaurò una generale rilassatezza e, in pratica, gli anziani allevatori, a causa della volontà di volere a tutti i costi "brillare da soli', fecero cadere nell'oblio il Frisé. Parisien.

    Una faticosa ricostruzione della Razza francese

    I tipici Frisé Parisien, per i suddetti motivi, praticamente si estinsero in Francia. Verso il 1965 alcuni allevatori francesi si accordarono per tentare la "ricostruzione" della Razza e acquistarono, dal Belgio ma soprattutto dall'Italia, a prezzi esorbitanti, dei grossi diverse da quelle dei tipici Parigini. I francesi iniziarono una faticosa "ripulitura' degli esemplari italiani, togliendone i difetti (Nota: si tratta di difetti per I' 'Arricciato di Parigi", mentre sono pregi la Razza AGI). Detti difetti erano: cappuccio e *sue variabili, jabot a ventaglio, bavero rialzato, mantello a "rosa", addome troppo arricciato, portamento molto eretto, eccesso di arricciature e della mole, lunghezza eccessiva, fianchi mediali, ecc. Pian piano, verso A 1980-85, in Francia il Frisé Parisien diventò di nuovo la "Razza nazionale" allevata in un numero sufficiente di esemplari. Ma detto risultato fu conseguito con gran fatica. Se i fatti storici si sono svolti come ha descritto il Gicquelais (come è molto probabile), possiamo dedurre che gli odierni Arricciati di Parigi derivano dalla Razza AGI e non viceversa, come vanno sostenendo alcuni italiani.

    I francesi ribadiscono le numerose
    differenze tra Parigini e AGI


    In seguito al riconoscimento ufficiale della Razza AGI, in Italia, nel febbraio 1996, il Comitato intertecnico francese, composto dagli aderenti al Club Tecnico di Posizione e dall'insieme dei Giudici di "posture" della Commissione nazionale dei Giudici di Francia, H 4 ottobre del 1997, a Tarnos, si riunirono non solo per riaffermare lo Standard della loro " Razza nazionale" Frisé Parisien e ne precisarono le qualità, ma fecero di più: elencarono tutte le caratteristiche che ritenevano essere difetti oppure gravi difetti (Nota: questi ultimi sono dei pregi della Razza AGI) e ciò per sottolineare meglio le evidenti differenze tra le due splendide Razze arricciate. In data 16 ottobre 1997 Albert Delattre (Presidente della Commissione nazionale dei Giudici di Francia) inviò a Daniel Sommer (Presidente dell'Ordine Mondiale dei Giudici della C.O.M.) la documentazione relativa allo Standard originale stilato dai tecnici francesi e anche i difetti precisati dagli stessi.

    Qui di seguito riportiamo, fedelmente, il tutto.












    Bibliografia:
    Aubac P.: "Le Serio Frisé Parisien" – Ed. Bornemann, Paris, 1959
    De Baseggio G. – G.F. Lombardini: "I Canarini arricciati" – Edagricole, Bologna, 1974
    De Baseggio G.: "Campioni e Razzatori" – 2a edizione - Mondo degli Uccelli, Camugnano, 1996
    De Baseggio G.: "Canarini arricciati pesanti: Parigino-Padovano-Gigante italiano" –Mondo degli Uccelli - Camugnano , 1996 Tel. 0534/46479 e-mail: monduccelIi@tiscali.it
    Casasola A.: "Articoli vari" - anni 1994-1995.
    C.O.M.: "Standard – Canaris de Posture".
    Gicquelais L.: "Les Canaris Frisés – Les Canaris de Posture" - Ed. Bornemann, Paris, 1975.
    Le Duff R.: "Les Canaris de Posture". Ed. P. Toumon (stampato da Ed. Bornemann, Paris, 1990)



    Le illustrazioni dei due articoli sono tratte dal libro "PARIGINO- PADOVANO- GIGANTE ITALIANO" -Autore Giorgio de Baseggio - pagine 200-( gli interessati possono acquistarlo presso l'editrice Mondo degli Uccelli :tel. 0534/46479 - E-mail: monduccelli@tiscali.it

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