La Parola

Questa è una delle grandi domande che i proprietari di pappagalli che non parlano o di chi ha appena comprato un nuovo pappagallo si pone:

Come devo fare affinché il mio pappagallo parli?

In primo luogo, tutti devono sapere che esiste una predisposizione fisica, relazionata con la capacità della trachea (siringe) che limita o aumenta le possibilità d'espressione parlata di un pappagallo, e che varia a secondo della specie. Perciò, pappagalli come i cenerini o le amazzoni in generale, normalmente sono capaci di parlare molto di più che di un cacatua o altri pappagallini.

Dobbiamo rilevare, e questo ce lo insegna l'esperienza, che l'ambiente, l'integrazione dell'uccello nel "stormo" familiare, ed il suo grado di felicità e soddisfazione con i suoi padroni, fa modificare ed aumentare queste attese con molta frequenza.

Detto questo, e supponendo una buona relazione tra voi e il pappagallo, e che lui sia equilibrato e ben predisposto, come può esserlo in generale uno nato in cattività, il migliore metodo affinché un pappagallo parli è: semplicemente parlare con lui.
Parlare con lui significa anche stimolare la sua attenzione, mantenerlo interessato su di noi e su quello che noi facciamo.

Un pappagallo giovane imparerà a parlare molto rapidamente, ma non bisogna spazientirsi se si trattiene fino a che non abbia compiuto il primo anno di vita, perché è il periodo quando il suo potenziale vocale si è sviluppato. All'inizio sarà proprio come per un bambino piccolo, balbetterà e le sue parole saranno incomprensibili.

Cominceremo con frasi brevi tipo: "Ciao", "prendi", "sali", "giù", "no", "va bene", e ovviamente, il suo nome. Una volta che il pappagallo dimostri che riconosce il suo nome, cerchiamo di associare le parole o frasi unite a lui: "Dodo è bravo", "Dodo vieni qua", o "è buono Dodo?" ecc ecc….
Non alziamo mai la voce al pappagallo affinché impari le parole, cerchiamo di utilizzare sempre un tono normale e quieto, colorandole un con un po' d'enfasi. Cerchiamo di parlare con lui come se fosse un bambino, in modo chiaro lento e rassicurante, scegliamo i momenti nei quali il pappagallo e attivo e da segni d'interesse, e non mentre mangia o schiaccia un pisolino.

Non sarà difficile insegnargli canzoni, fischiettate o melodie, ma non utilizziamo mai nastri registrati con frasi ripetitive, perché il pappagallo respingerà la monotonia del messaggio, e reagirà come noi stessi faremo se sottomessi alla stessa "tortura.".
La parola per loro è un mezzo per comunicare con noi, non prendiamoli in giro !!!

Cerchiamo di associare ad ogni azione una parola, in modo che anche il nostro amico pennuto possa comprenderne il significato, quindi ricordiamoci di utilizzare sempre la stessa parola per la medesima azione.
Ricordiamoci che ogni pappagallo è un individuo unico, che ha un suo carattere e una sua intelligenza, quindi non cerchiamo di fare paragoni con altri pappagalli.

L'esperienza, e la convivenza con quest'eccezionale compagno ci aiuteranno in questo compito, e presto scoprirà che ci sono due tipi di pappagalli parlatori: gli abbandonati in una gabbia a se stessi che nessuna calcola, e che quindi parlano per noia, e i pappagalli integrati e soddisfatti della loro vita che utilizzeranno la loro voce, i loro fischi e i loro canti in una situazione d'autentica comunicazione, a volte tanto sorprendente che ci fa ogni giorno apprezzare la loro intelligenza.

Un'ultima osservazione: a tutti piace la capacità che hanno i pappagalli di parlare, ma questo non è, il loro ed unico pregio, anzi. Anche un pappagallo che non parla vi darà grandi gioie, per il suo ingegno, per il suo affetto, per la sua piacevole compagnia e le sue burle e dispetti.
Per tutto questo il minimo che noi possiamo fare e che il nostro amico merita è:
Un po' del nostro tempo, del nostro interesse, molta pazienza, sensibilità, e rispetto per la sua vita e la sua salute.