Marco e Alamanno toccate il mio cuore di uccellaro frugivoro.
Grazie
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Il Genere Cosmopsarus Reichenow 1879
d i Alama n n o Capecchi
I Genere Cosmopsarus (Fami g l i a Sturnidae), presente nell'Africa orientale, comprende due sole specie: C. unicolor, monotipica di colore uniforme tendente al marrone-grigio e C. regius, della quale sono note due sottospecie.
Il Cosmopsarus regius per i bellissimi e contrastanti colori è considerato unanimemente il più bel rappresentante dei così detti Storni splendenti.
Questa, secondo Howard e Moore, la loro classificazione e distribuzione.
Cosmopsarus unicolor Storno cenerino Shelley 1881 S Kenya, Tanzania
Cosmopsarus regius Storno reale africano Reichenow 1879
Cosmopsarus regius regius S Ethiopia, S Somalia, Kenya
Cosmopsarus regius magnificus E Kenya
Lo Storno cenerino (Cosmopsarus unicolor) è un elegante Passeriforme (L.T. circa 30 cm) ha la coda graduata lunga quasi la metà del corpo, il colore, come già detto è uniforme anche se i soggetti adulti presentano sul
dorso tenui riflessi verdastri. Sessi simili. Frequenta a coppie o in piccoli gruppi boschi di acacie e zone ricche di cespugli. Alimentazione e ciclo riproduttivo molto simile alla specie seguente.
Cosmopsarus regius
Lo Storno reale africano (Cosmopsarus regius), di circa 35 cm, è un uccello slanciato con una lunga coda. Sul capo, sul collo e sul dorso è di colore verde e azzurro metallico. La parte anteriore del petto è violetta, quella inferiore del corpo giallo dorata. Zampe e becco sono neri, iride color giallocrema.
Sessi simili, ma in genere le femmine hanno la coda leggermente più corta.
Abbastanza comune in Africa, al di là del Sahara, nelle savane e nelle steppe coperte di arbusti di alcune zone della Somalia, dell'Etiopia, del Kenia, e della Tanzania. Si sposta tra le piante e sul terreno a coppie o a piccoli gruppi alla ricerca di frutti e insetti che rappresentano il suo nutrimento.
Costruisce il nido nelle cavità del tronco degli alberi, preventivamente imbottite con foglie e erba secca. Depone da due a quattro uova di colore bluastro screziato di scuro. La schiusa avviene dopo 14-15 giorni. Soltanto la femmina accudisce all'incubazione. Alcuni autori descrivono questi uccelli come poco forastici, non timorosi della presenza dell'uomo al punto di accettare il cibo offerto loro dai turisti. Altri come J.G. Williams (op.cit.) sono di parere contrario. Riporto alla lettera: ". . di solito timido e selvatico".
Vita in cattività
Lo Storno reale africano, noto anche come Storno splendente petto d'oro, è specie di difficile acclimatizzazione che è sconsigliabile acquistare durante la cattiva stagione, perché, in particolare se importato da poco, abbisogna di un
clima caldo e asciutto. Anche una volta acclimatato, durante i mesi freddi deve essere tenuto al riparo in luoghi ben riscaldati e assolutamente privi d'umidità.
Si alimenta con pastone universale per Storni, frutta e insetti.
Esperienza personale
Una decina di anni fa, più che meno, ebbi occasione di vedere "dal vivo" questi Storni. Fino allora, a parte piccoli disegni sulle guide di campo dell'Africa orientale, avevo potuto ammirare una fotografia nel "Il libro degli uccelli da gabbia e voliera" di Bechtel, edito da Muzzio.
Li "incontrai" in una bella giornata di primavera dal solito amico importatore, eranouna trentina, collocati in un grosso gabbione, posto in pieno Sole, sulla piazzetta antistante le voliere interne. I particolari giochi di luce favoriti dall'illuminazione solare, mettevano in risalto l'irridescenza dei colori tutte le volte che si movevano o sbattevano la coda, rendendo il piumaggio più splendente: erano bellissimi.
Tornai a casa con tre esemplari in regalo: con molta probabilità due maschi ed una femmina.
Prima di metterli in voliera esterna li osservai con maggiore attenzione e mi accorsi che due erano molto magri ma apparentemente sani mentre il terzo, oltre ad essere magrissimo con lo sterno a coltello, aveva le piume intorno alla cloaca umide e imbrattate di feci maleodoranti. Non mi rimase altro da fare che isolarlo in una grande gabbia infermiera. Purtroppo i tentativi di cura risultarono vani e dopo pochi giorni morì.
La supposta coppia, prima di riportarla all'amico, che mi dette in cambio un'Amazzone a fronte azzurra, visse in voliera per anni senza problemi.
Di questo mio "studio", (si fa per dire) del quale conservo ancora gli appunti e alcune riprese fatte con la telecamera, riporto la sintesi di alcuni passi: in biologia, non è una novità, due più due non fa sempre esattamente quattro ed ogni esperienza può insegnarci qualcosa.
I soggetti da me allevati, che rimasero sempre in voliera, dimostrarono di sopportare abbastanza bene, sia le basse temperature, sia l'umidità. L'unico riparo durante l'inverno fu una parziale copertura dell'aviario con un tendone incerato.
Nelle giornate più fredde, piovose o con forte vento di tramontana, apparivano con le ali un po' cadenti, anche se aderenti al corpo, e il capo "ingozzato" tra le spalle, ma niente di preoccupante. L'adattabilità alle basse temperature sembrerebbe confermata da quanto riportato nel Sito del G.R.A. (Gruppo Ricerche Avifauna) ove nel Resoconto Ornitologico Bresciano delle osservazioni delle Specie per l'anno 1999 a proposito di un individuo di Cosmopsarus regius si può leggere: "un individuo di questa specie africana, certamente sfuggito alla cattività, è stato osservato da agosto
a tutto dicembre a Quinzano d'Oglio, anche intento alla costruzione del nido
(Seccardelli E., Este F.)"
La mia presunta coppia, che per altro non diede mai il minimo segno di voler
nidificare, forse per l'elevato numero di uccelli presenti in voliera, non si dimostrò mai, col passare del tempo, né molto domestica né molto paurosa, ma direi piuttosto indifferente verso gli altri uccelli e verso di me. Insomma non riuscii mai a instaurare quella sorta di "amicizia" frequente ad esempio con molti Garruli o con altre specie di Storni.
Per l'alimentazione nessuna differenza rispetto ai cibi consigliati dagli esperti: pastone bilanciato alla frutta, frutta e insetti.
Bibliografia
GRZIMEK B., Vita degli animali, vol. IX, Ed. Bramante, Milano, 1971.
R. HOWARD-A. MOORE, A complete checklist of the Birds of the World, Academic Press
London, 1991.
BECHTEL H., Il libro degli uccelli da gabbia e da voliera, Muzzio Editore, Padova, 1976.
WILLIAMS J.G.-ARLOTT N., A Field Guide to the Birds of East-Africa, Collins, London, 1983.
MASSA R.-BOTTONI L.-VIOLANI C., Lista in lingua italiana degli uccelli di tutto il mondo, Università degli Studi di Milano, 1993.
Italia Ornitologica, n. 6/7, In nome di ... due cari amici, 1989.
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Alamanno Capecchi
Marco Cotti FEO 0004
http://digilander.libero.it/cocoricoland/index.htm
http://tarantamyblog.blogspot.com/
Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea.
Ippolito Nievo
Non solo il tuo Enzo, questi articoli ricchi di notizie e esperienze dirette, sono come libri, veramente utili a tutti gli appassionati, grazie .
Come sempre,questi articoli mi fanno sognare ad occhi aperti [[[[^
E grazie solo all'amore smisurato per tutti i volatili ed all'enorme esperiena maturata da Alamanno se riusciamo - ancora oggi - a rivivere quei momenti già trascorsi. Sempre attuali e sempre eccezionali. - Grazie
Bellissimi.
SV189
Ciao Marco, ciao Alamanno, rimango stupito davanti ha tracotanta bellezza, grazie, un abbraccio.1--.1--.1--.1--.
cio' che conta non e' fare molto, ma mettere molto amore in cio' che si fa'
SV331
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"Ben fatto" è meglio che "ben detto"
Frà
R.A.E 0012