Avevo già parlato del problema, http://www.ornieuropa.com/forum/showthread.php?t=1754, ma vedrò di preparare delle foto e metterle sul fai da te
LA LIBERTA' DI FARE QUELLO CHE DICE IL CUORE,SENZA IMPEDIMENTI O COSTRIZIONI E' UNA DELLE PRIORITA' DELLA VITA.
R.A.E. 0018 / A.O.E. SV 615
Avevo già parlato del problema, http://www.ornieuropa.com/forum/showthread.php?t=1754, ma vedrò di preparare delle foto e metterle sul fai da te
Riconosco che non ho la preparazione e l'esperienza di Attilio (che alleva da molto piu tempo di me e con spendidi risultati!), comunque con i Cana funzionava benissimo mettere un ramo di allora ogni giorno, perchè entrambi i componenti sminuzzavano meticolosamente le foglie e imbottivano quotidianamente il nido. Il calore della femmina faceva "evaporare" la clorofilla delle foglie (spesso usciva dal nido "sporca").
Sistema, questo, che va bene con i Cana, perchè non rosicchiano il tronco. Per le altre specie, in particolare quelle con becco robusto, vista la tossicità del legno di alloro, non mi sentirei di consigliarlo.
Viceversa, usavo il comune fieno da conigli e le uova schiudevano sempre: in particolare, le femmine di agapornis taranta, spesso abituiate ai trucioli, le prima volta buttavano tutto fuori, poi gradivano: sminuzzavano e intrecciavano i fili di fieno, creando una vera e propria conca. Idem i roseicollis e i lilianae (non vi so dei dei Fischer e dei personata, perchè npn li ho mai avuti).
Perlatro, a differenza dei trucioli, il fieno mantiene piu a lungo costante la temperatura di incubazione nei periodi in cui la femmina esce per mangiare; e, cosa non trascurabile, attutendo il peso della madre, evita il fenomeno di schiacciamento nonchè di soffocamento dei pulli, che in talune specie (Agapornis Taranta, appunto) non è infrequante nel caso di femmine inesperte a causa del fatto che nei primi 5 gg i pulli tengono la testa bassa, perchè sviluppa più velocemente della restante massa corporea.
Unica accortezza: a chi decidesse di sperimentare questo metodo consiglio di acquistare il fieno sotto vuoto, perchè sterile; quello comunemente usato dai contadini, e tenuto nei pollai, è naturale luogo di deposito di pidocchi e afidi che possono essere davvero fastidiosi (tipico effetto è quello di trovare il pullo morto, incolpando la femmina perchè a gozzo vuoto, quando invece l'acaro di notte succhia il sangue al piccolo).
Massimo
Ah, scusate, diementicavo:
talora in rete, per gli agapornis roseicollis, vedo foto di nidi fatti con i trucioli di carta.
Il mio medico veterinario mi ha sempre detto di evitare questa prassi per due (seri) motivi:
1. rischio di intossicazione da piombo, cromo o cobalto (naturali componenti di molti tipi di inchiostro; gli utlimi due per quelli non neri);
2. pericolo di soffocamento se il soggetto, sentendosi alcuni trucioli nel gozzo, beve, perchè la carta, assorbendo il liquido, si gonfia.
Massimo
Si Massimo è vero ,la carta non va usata, sull'uso delle foglie fresche sono daccordo, ma resta il fatto di quelle specie che non portano materiale al nido, e sono molte, l'umidità relativa è fondamentale anche con gli australiani, pensa che anche con una covata di pennant, erano passati due gg da quando doveva schiudersi il primo uovo, fatto un'iniezione d'acqua, il giorno sucessivo sono nati 3 contemporaneamente, questo prova che stavano soffrendo la mancanza di umidità.
Giovani roselle comuni
Certo, Attilio, pienamente d'accordo con te)).
le foglie di alloro le usavo solo per i Cana e con che meticolosità le sminuzzavano)).
Raccontavo solo la mai esperienza con il fieno nei Taranta; metodo che mi aveva portato bene)).
Un mio amico, che ha una coppia di cenerini, questo anno gli hanno nidificato usano rametti di veccia (quella che i contdini usano per legare le viti).
Il truciolo io non lo usavo perchè nel taranta poteva portare anche al soffocoamento dei pulli (nella femmine alle prime cove, ovvio); ma comprendo che era un caso un pò particolare)).
Massimo