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Discussione: Consigli nuova coppia di calopsite

  1. #11
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    Nessuno ti vieta di introdurre altri soggetti in quella voliera: dopotutto i Calopsite rivelano un'indole particolarmente tranquilla e pacata, tuttavia se desideri tentare la riproduzione in colonia, sarebbe preferibile disporre di una voliera vuota.

    In alternativa, come da te ipotizzato, sarebbe possibile ritirare l'attuale coppia riproduttrice in un secondo alloggio, ove tracorrerà gran parte del periodo di riposo, procedendo alla creazione di una comunità stabile in previsione della prossima stagione cove.
    Saluti,
    Luca Marani.



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  2. #12
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    Luca quanto tempo dura il periodo di riposo? Aspetto che cresca il cannella? Quale partner mi consigli di prendere?

    P.s esiste una tabella dove vengono consigliati gli accoppiamenti tra le varie mutazioni?

  3. #13
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    Nei calospitte, analogamente a quanto accade con buona parte dei parrocchetti australiani, la stagione riproduttiva vede il suo inizio con l'arrivo della primavera e termina, in seguito, con la fine dell'estate.
    Nei mesi inclusi tra settembre e febbraio, al contrario, sarà raccomandabile mantenere le coppie riproduttive in fase di riposo, ove gli animali potranno recuperere le forze e reintegrare le sostanze perse durante le cove.

    Quote Originariamente inviata da Joker_1926_ Visualizza il messaggio
    Quale partner mi consigli di prendere?
    P.s esiste una tabella dove vengono consigliati gli accoppiamenti tra le varie mutazioni?
    Non credo esista una simile tabella, poiché non esistono a priori accoppiamenti corretti o errati: ogni mutazione può, teoricamente, essere sovrapposta ad un'altra colorazione; il tutto è regolato in base alla filosofia selettiva che desideriamo rispettare.

    Per completezza d'informazione, ti riporto una serie di partner adeguati che potresti affiancare al tuo cannella: cannella, portatore di cannella, comune non portatore (tutti i seguenti, su base ancestrale, faccia bianca, faccia pastello o faccia crema), anche abbinati a pezzato, fallow o oliva.
    Sconsiglio l'accoppiamento con altre mutazioni sessolegate, quali INO, opalino, faccia arancio SL e platino, dal momento che i due rispettivi geni potrebbero unirsi nel medesimo cromosoma, generando un ceppo difficilmente gestibile e, talvolta, caratterizzato da combinazioni non contemplate dallo standard di razza.
    Saluti,
    Luca Marani.



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  4. #14
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    Quante cove si posso effettuare durante l'anno? Se si riproducono solo dalla primavera alla fine dell'estate ho un massimo di due covate l'anno?


    Stavo per cercare un perlato come partner ahahahah... Cercherò un faccia bianco non portatore o al max un pezzato

  5. #15
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    I calopsite, se sistemate in ambienti idonei, si rivelano estremamente prolifici: nel corso di un anno solare possono conseguire anche 3-4 cicli riproduttivi completi.
    Tuttavia, è vivamente consigliabile non superare le due covate annue, permettendoci un'ottimale preparazione dei riproduttori alla successiva stagione e ottenendo alte rendite qualitative e quantitative a lungo termine.

    Volendo esporre un esempio pratico, un conoscente a cui cedetti alcuni soggetti riuscì a detenere il record di 33 novelli riprodotti, in un anno dalla medesima coppia.
    Una tale forzatura incosciente comportò, durante la stagione seguente, la realizzazione di un'unica (scarsa) covata, nonché il decesso della femmina qualche tempo più tardi.
    Oltretutto, i novelli ottenuti dimostravano una taglia ridotta e uno sviluppo fisico insoddisfacente.

    In conclusione, resta conveniente rispettare le caratteristiche fisiologiche dei nostri animali, evitando di lasciarsi distrarre da istintive smanie di iper-produzione.
    Ricordiamo che una coppia razionalmente mantenuta può riprodurre senza alcun problema fino all'età di 15 anni.
    Saluti,
    Luca Marani.



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  6. #16
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    In natura le calopsitte effettuano al massimo 2 cove l'anno, talvolta anche meno.
    Mi pare una forzatura tentare una terza riproduzione annua, soprattutto se si intende riprodurre gli animali per diversi anni.

  7. #17
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    Con me si sono riprodotti una sola volta e per quest'anno basta e avanza. Adesso li alimento con 45gr di semi ed il resto verdura, frutta, miscela per colombi e pastone ma in quantità ponderate. Nonostante la scarsa quantità di cibo i genitori li beccai a " spassarsela" ahahah.

    Non conviene farli riprodurre in autunno e primavera? C'è più tempo a disposizione per la coppia peri rimettersi in forza tra una covata e l'altra e le temperature sono più basse

  8. #18
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    Trovare un fb che non sia portatore di ino e perlato è un impresa ardua :(

  9. #19
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    Riproduzione in autunno? Nooo, le calopsitte sono pappagalli australiani e, come tutti loro, allevano malamente la prole nei mesi antecedenti all'inverno.
    In primo luogo perché sono condizionati dal fotoperiodo per imbeccare la prole e quando le ore di luce sono in diminuzione alimentano scarsamente i novelli che rimarranno rachitici. Poi considera che non sono in grado di regolare le soste nel nido in base alla temperatura, cosicché i pulli si raffredderanno e cresceranno deboli.

    Inoltre come gli altri Psittacidi dell'emisfero australe, la Calopsite si riproduce da ottobre a marzo (da marzo ad agosto alle nostre latidutini, visto che nell'emisfero boreale le stagioni sono invertite).
    Spezzare la stagione riproduttiva significherebbe "sballare" il loro ciclo ormonale: interromperesti l'estro e, in un secondo tempo, farebbero fatica a ripartire.

  10. #20
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    Quoto Simone.

    Risulta pressoché impossibile reperire un soggetto che non presenti una qualsiasi mutazione in eterozigosi: il patrimonio genetico dei calospite si rivela definitivamente contaminato dalle innumerevoli colorazioni selezionate in cattività e al momento reperire un soggetto "puro" è una mera utopia.

    Anche possedendo una propria linea di sangue, non risulta possibile discernere gli esemplari portatori dai soggetti ancestrali.
    Nel mio caso, ad esempio, possiedo un piccolo ceppo di ancestrali selezionato in purezza da ormai 10 anni, con le dovute reintroduzioni di sangue; eppure, nonostante ad ogni generazione possa tentare di escludere mutati e palesi portatori, annualmente assisto ancora alla nascita di lutini, perlati e -talvolta- faccia bianca.

    Tutto questo a dimostrare che non risulta possibile possedere l'assoluta certezza riguardo all'effettiva purezza degli esemplari: il nostro compito consiste nell'evitare consapevolmente gli accoppiamenti inopportuni; se, in seguito, assisteremo alla comparsa di combinazioni indesiderate, dovremo occuparci di scartare tali soggetti dalla nostra linea di sangue.

    Volendo iniziare a selezionare seriamente una mutazione sessolegata, risulta conveniente predisporre i riproduttori capostipiti in funzione del criterio maschio mutato x femmina comune. Nel corso della fase selettiva, potremo «rinsanguare» il ceppo introducendo solamente soggetti di sesso femminile, mantenendo rigorosamente i maschi portatori o mutati generati nel nostro allevamento.
    In tal modo, essendo le femmine impossibilitate a presentare mutazioni sessolegate in eterozigosi, scongiureremo in buona parte qualsiasi introduzione di combinazioni sgradite.
    Tuttavia, risulterà sempre possibile reperire maschi mutati caratterizzati dalla presenza di un'altra colorazione in un unico cromosoma e, anche in quest'ultimo caso, si dimostrerà necessaria la cessione degli esemplari fuori standard.
    Saluti,
    Luca Marani.



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