La sistematica

La posizione sistematica del Codibugnolo ha subito varie revisioni non solo a livello di genere, ma ultimamente a quello di famiglia. Ascritto in un primo tempo al genere Orites, successivamente a quello Acredula, da una sessantina d'anni al genere Aegithalos della famiglia dei Paridi (Paridae) unitamente a tutte le cincie, originatasi nell'Eocene superiore probabilmente nella ragione Paleartica e che riconosce quale suo primo fossile il Palaegithalus, della Francia, da qualche anno a questa parte alcuni sistematici (vedere Grzimek e altri) pongono il genere nella famiglia degli Egitalidi (Aegithalidae), comprendente tre generi, dodici specie e circa quarantacinque sottospecie, l'esistenza di un così elevato numero delle quali è essenzialmente in dipendenza del fatto che si tratta di uccelli stanziali.

 
Gli Egitalidi, piccoli uccelli arboricoli diffusi nella regione Olartica e molto simili ai Paridi, si differenziano da questi soprattu­to per caratteristiche di tipo comportamentale. Infatti, non possiedono territori pers­nali di riproduzione, entrambi i coniugi cooperano alla costruzione del nido, non si riuniscono a formare colonie di cova, non costituiscono associazioni difensive per la difesa del nido, l'infanzia dei pullus è breve, non esiste una distanza individuale minima fra i singoli individui né presso i giovani né presso gli adulti, emettono suoni particolari quando vogliono stringersi l'uno contro l'altro, non afferrano mai il cibo con le dita.

 

I caratteri distintivi, le sottospecie e l'areale.

Il Codibugnolo, il cui nome volgare è composto dalle due parole coda e bugnolo (o vaso di paglia) per la coda lunga e probabilmente.e secondo il Moltoni, per la forma a sacco del nido, popola con diverse sottospecie e razze geografiche (oltre venti) tutta l'Europa ad eccezione dell'estremo nord, la parte centrale della Siberia e l'Asia settentrionale sine alla penisola di Camciatca.  

Le sottospecie occidentali, meridionali e' orientali presentano strie brune sugli occhi.

 

Le altre hanno il capo completamente bianco. Nell'Europa centrale, e particolarmente in Germania, si incontrano individui con il ca­po totalmente bianco che compaiono soprattutto durante l'inverno ed altri con il capo ornato da strisce o tratteggi. L'Italia, fra stanziali, di passo e accidentali, è toccata da sei sottospecie.

 

Il Codibugnolo testa bianca, Aegithalos caudatus caudatus

( Linneo )

 

lungo circa 15 cm. ala 6,3 - 6,7 cm., coda da 8,8 a 10 cm. lun­ghissima e graduata, superiormente nera ed inferiormente macchiata di bianco, deve i suo nome al capo completamente bianco. In Moravia, dove è comune, è localmente chiamato «piccola pipa» immaginando che la lunga coda costituisca il cannello ed il piccolo corpo raccolto su se stesso sia il fornello di una pipa in porcellana o in schiuma bianca.

Presente in Polonia, in Scandinavia e nell'Unione Sovietica sino al 60° lat. Nord, ha alto dorso e sopracoda neri, centro del dorso rosa macchiato di nero. Migratore. d'inverno scende verso i paesi mediterranee ed occasionalmente raggiunge le zone settentrionali del nostro paese. Stando al Bacchi della Lega, cent'anni fa da noi lo si incontrava con maggiore frequenza in Val Padana dove in novembre era comune intorno a Verona ed era anche nidificante sulle alte montagne del Piemonte, della Lombardia e del Veneto.

 

Il Codibugnolo roseo o europeo, Aegithalo caudatus europaeus(Hermann ) , così chiamato perchè è la forma europea di Codibugnolo, ha l'ala lievemente più piccola (6,1 - 6.: cm.).

Forma propria dell'Europa centrale e  sud orientale, presenta una fascia nera o nero grigiastra ai lati della testa, da dietro l'occhio fino al mantello, parti superiori grigio nere rosa, parti inferiori vinate. Variazioni Individuali molto marcate fanno si che a volte individui di questa sottospecie siano molto simili a quelli delle sottospecie meridionali, a volte a quelli settentrionali. E' probabile in Italia il meticciamento, nelle vallate alpine, con la forma italiana.

E' sicuramente presente sulle Alpi ed invernale in Val Padana.

 

Il Codibugnolo grigio, Aegithalos caudatus taliae Jordan, che prende il nome dal colore grigio plumbeo del dorso, presente nell'Italia peninsulare, con maggior frequenza nel .entro sud e nell'arcipelago toscano, stazionario anche se non frequente nel Parco degli Abruzzi, estivo in Val Padana, ha testa striata con lati neri, dorso anteriormente grigio e così fronte e pileo, spalle rosate, basso sorso sfumato di rosa, lati del mantello con margini nerastri. Sottospecie precoce nella nidificazione, che inizia già in marzo. Secondo il Brichetti, in inverno diviene ematico imbrancandosi in bande promisque con Cinese, Picchi muratori e Rampichini alla ricerca del cibo.

 

Il Codibugnolo di Sicilia, Aegithalos caudatus siciliae (Withaker), forma siciliana, stazionaria nidificante e ematica, che si risco­tra unicamente sull'isola (e probabilmente a Malta; non notato a Pantelleria) è simile í Codibugnolo grigio ma con fronte rosea ,morso quasi uniformemente grigio, testa striata di bruno scuro con sfumature fulve. Il colore nero è offuscato o assente.

Ridotte o esenti le bande del mantello. Alcuni individui portano tracce di nero alla base della gola.

 

Codibugnolo spagnolo o corso, Aegithalos ,caudatus irbii (Sharpe e Dresser ) chiamato «tirrenicus» perchè descritto la prima volta su esemplari presi in Corsica, lievemente più piccolo (ala 5-8 - 6,2 cm) è forma nidificante nella penisola iberica centro meridionale ed in Corsica. Presente, anche se raro, in Sardegna; qualche individuo avvistato all'Elba potrebbe essere attribuito a questa sottospecie. In Africa è stato osservato unicamente presso Tunisi nel 1957. Ha il dorso grigio misto a rosa, più pallido che nel Codibugnolo grigio, bande del dorso e del mantello più strette. Il Codibugnolo macedone, Aegithalos caudatus macedonicus ( Dresser ) , presente in Bulgaria, nel meridione della Jugoslavia, in Albania e nella Grecia settentrionale, ha toni generalmente più scuri, dorso nerastro con il mantello privo di mescolanze di rosa, testa a strie nere molto larghe estese sul davanti e molto ravvicinate al becco. Secondo il Cova, dal quale ho preso la descrizione, è da confermare come accidentale in Puglia e in Sicilia. Altre sottospecie interessanti l'Europa sono Ae. c. aremoricus, della Francia occidentale e isole della Manica, Ae. c. rosaceus tipico delle isole britanniche dove è localizzato, Ae. c. taiti nidificante in Francia sud occidentale, nella zona pirenaica e nella penisola iberica settentrionale, Ae. c. tauricus in Crimea, Ae c. major nel Caucaso, Ae. c. tephronotatus in Asia Minore.   In generale, sia per le sottospecie europee che abbiano preso in esame che per le altre residenti in Asia, è necessario precisare che sono sempre più difficilmente distinguibili fra loro, causa i molteplici meticciamenti soprattutto negli creali di confine, che fanno si che si incontrino con sempre maggiore frequenza individui con caratteri intermedi.  

Di sfuggita, mi pare opportuno ricordare che l'esame fenotipico delle sottospecie del Codibugnolo, e dei relativi areali, conferma la validità della regola di Gloster che afferma la tendenza della pigmentazione (soprattutto della melanina) a diminuire con il diminuire della temperatura, mentre collateralmente osserva che l'intensità del pigmento nero tende ad aumentare con l'aumento dell'umidità specifica

 

L'habitat, l'alimentazione e la nidificazione.

 

Nelle radure ed ai margini dei boschi, nei cespugliati, brughiere, siepi divisorie, macchie ai margini delle strade di campagna, a volte nei frutteti e nei giardini, i Codibugnoli, che si cibano di ragni, insetti e delle loro larve, esercitando così un efficacissimo controllo su parecchie specie di insetti dannosi alle piante, dopo una parata nuziale che include alcuni voli a farfalla e veloci inseguimenti, già a marzo (in Inghilterra pare addirittura a febbraio, secondo la Reade ) iniziano la costruzione di un nido globoso a forma di sacco, alto circa 25 cm. e largo 10, del peso a secco di circa 40 gr., più largo verso il basso, con una o due aperture nel terzo superiore del diametro variante da 2 a 4 cm. Cent'anni fa (Figuier 1881) si riteneva, ma non è vero, che un'apertura servisse da entrata l'altra da uscita della femmina che, in tal modo, evitava di sciuparsi la coda. Generalmente il nido viene posto alla biforcazione dei rami o su rami nudi, in cespugli spinosi, fra rovi e piante rampicanti, ad altezze variabili da mezzo metro a venti metri dal suolo. Talvolta, usano una buca del terreno e, se le trovano, specie in Inghilterra dove l'educazione ornitofila degli abitanti le pone spesso a disposizione, scatole da nido.

 

La costruzione del nido si protrae per circa quindici giorni, in alcuni casi anche venticinque o trenta. Il tempo impiegato dipende, oltrechè dalla sua complessità, da variazioni individuali e dalla maggiore o minore dispo­nibilità di materiale a disposizione. Maschio e femmina lavorando dall'interno costruisc­no una struttura a forma di grande bozzolo con muschio, ragnatele e crini, decorata, ai fini della mimetizzazione da licheni. La cupola, per meglio resistere alla pioggia, è uno spesso feltro di muschio e ragnatele. L'interno, che somiglia alla cavità di un forno che abbia il suolo scavato a coppa e la volta elevatissima, è la forma più favorevo­le alla conservazione del calore ed è imbottito di piume, normalmente oltre mille. In un nido (Dorst 1973) le piume impiegate per foderarlo sono risultate 2457.

Le coppie sono molto unite e fedeli. Passane la notte l'uno stretto all'altro ricoprendo reciprocamente con le ali.

Probabilmente(non è però accertato) covano anche insieme; comunque dormono insieme nel nido durante il periodo della costruzione e della cova.

 

La femmina depone da 8 a 12 uova (7-14 di dimensioni medie 13,9 x 11,2 mm., opache e bianco giallastre con piccole macchi rossicce, a volte così poco evidenti da fa­apparire l'uovo monocolore, che comincia a incubare solo quando ha deposto l'ultimc uovo, o subito dopo. La schiusa avviene dopo circa tredici giorni ed i nidiacei, implumi presentano l'interno della bocca giallo coflange dello stesso colore. Il cibo è procurato da entrambi i genitori ma normalmente solo la madre che provvede all'imbeccata

A causa della socievolezza verso i compa­gni della stessa specie, i Codibugnoli non ­possiedono territori personali dove riprodursi e per la stessa ragione non è infrequenze osservare la partecipazione di individui estranei alla coppia all'allevamento dei nidiacei. Man mano che i piccoli crescono (lasciano il nido con coda più corta ed aspetto più scialbo degli adulti solo verso il 17-18 giorni, quando sono in condizione di volare) nido diventa naturalmente troppo angusto per il gran numero di abitanti e le pareti scoppiano bucandosi qua e là; allora i giovani fanno sporgere esternamente da queste fessure le loro lunghe code. Socievoli, vanno d'accordo fra loro e non sono litigiosi con i piccoli dei paridi. Mentre i genitori si pro parano per una nuova deposizione, essi danno ad ampi giri in comitiva.

 

  In maggio-giugno ha luogo la seconda cova ­in cui viene deposto un numero minore di uova, generalmente 6-7. I piccoli di questa covata talvolta vengono nutriti anche dei fratelli della prima. In luglio - agosto si ha la muta completa.

 

Il comportamento sociale e gli spostamenti

 

Già abbiamo accennato alla socievolezza Codibugnolo, che appare ancora più evidente se si considera che in inverno lo si trova radunato in piccoli gruppi di quindici o venti individui ( talvolta cinquanta, Frugis 1972 ) vaganti per i boschi, spesso in compagnia di Cincie.
 

Fra gli uccelli sociali all'appollatoio la posizione più comune è quella di porsi fuori dal'a portata del becco del vicino; quando si accostano maggiormente uno dei due aggredisce o scappa. Per le specie piccole la distanza individuale generalmente è di circa 15. Nelle specie che si accalcano dette di concetto, la stessa distanza è zero.

Molte specie di contatto trovano ai tropici ( astrildiini, pappagalli ) anche se è presumibile che per questi uccelli la conservazione del calore non sia importanza determinante. Il mantenimento del calore potrebbe invece avere notevole rilevanza ai fini della sopravvivenza nelle regioni più fredde. I Codibugnoli ( come gli Scriccioli, i Rampichini e i rondoni ) talvolta si raggruppano di notte, presumibilmente per mantenersi maggiormente caldi. I loro dormitori, su un ramo o su una radice, sono in genere ben riparati. {quando due uccelli si sono posati per dor­mire, altri si intrufolano fra loro, emettendo suoni particolari, e così via sino a che l'intero gruppetto non si è sistemato tanto strettamente da rendere difficoltoso, se non fosse per le lunghe code che sporgono alte sopra il gruppo, l'individuarne i singoli componenti stanziali e svernanti nei luoghi di nidificazione.

I Codibugnoli in inverno vanno anche soggetti ad erratismi mischiandosi con altri uccelli.

Le popolazioni settentrionali, e più queste quelle residenti all'est europeo, migrano a volte in modo massiccio, verso climi più caldi, raggiungendo in in pochi anni anche le regioni settentrionali italiane. Interessanti ed indicativi al riguardo gli studi del Moltoni (1944 ) sulla comparsa delle Cincie more in Italia, e le segnalazioni di corrispondenti della Rivista Italiana di Orniitologia nello stesso anno circa gli spostamenti e la comparsa massiccia di questi paridi e, oltre a questi Cinciarelle, Cinciallegre, Cincie bigie e Codibugnoli.

Uccello protetto, e giustamente, dalla legislazione italiana vigente che ne vieta la cattura e la detenzione, il Codibugnolo, come anche ricorda il Brehm, può essere assuefatto, con molte ed attente cure, alla voliera ed anche alla gabbia. Se si riesce a fargli superare, con una adeguata alimentazione soprattuto basata su drosofile e larve di tenebrione, il primo periodo di cattività, è poi possibile tenerlo in vita con il solito pastoncino da becchi fini, cui è bene aggiungere uovo sodo e qualche camola quotidiana. Confidente verso l'uomo, non deve in ogni caso essere tenuto in gabbia da solo.

 

La voliera è senz'altro più congeniale. Costruendo con qualche cespuglio un ambiente simile all'habitat abituale, ed ospitando nello stesso aviario anche più di una coppia, avendo cura di porre a disposizione abbondantissimo materiale da nido ( abbiamo visto sia pure di sfuggita quante piume occorrono per l'imbottitura ) non è improbabile ottenerne la nidificazione, anche se il più delle volte il nido non verrà ultimato, e quindi il processo di deposizione susseguente non avrà luogo, proprio per la carenza di materiale.

 

 

 

 

 

 

Bibliograf ia essenziale:

 

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