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Visualizza la versione completa : Il Verdone testa nera



Francesco Giacalone
16-02-08, 23: 44
Esperienza d’allevamento

La mia esperienza col Verdone testa nera (Carduelis ambigua) ha inizio con due coppie di cattura, acquistate nel mese di Ottobre da un commerciante della mia zona, solerte importatore di fringillidi esotici. Gli uccelli portati a casa, ad una più attenta osservazione, si sono rivelati molto tipici e soprattutto docilissimi.
Sono stati sistemati per coppie in gabbie da 90 cm, preventivamente foderate ai lati con del nylon, onde evitare agli uccelli di ferirsi fra le sbarre, e collocati all’aperto.
L’alimentazione loro fornita si basa su di un misto di semi composto da: scagliola, perilla bianca, girasole nero piccolo, panico, cicoria, lattuga bianca, canapuccia e, in dosi minori, lino, avena e nijer. Inoltre, pastone di tipo secco tagliato con quello morbido nella percentuale del 50%, saltuariamente mela e lattuga e sempre a disposizione del grit unito a sali minerali in granuli e osso di seppia.
L’acqua per il bagno viene fornita almeno due volte a settimana anche nel periodo invernale. Solitamente non faccio mai uso di vitamine o altri integratori particolari e quando si avvicina il periodo della riproduzione, preparo i soggetti con del polline d’api mischiato al pastone (10% di polline per kg di pastone) con l’aggiunta di camelina sativa per una settima circa, e al contempo vario la miscela aumentando le dosi e aggiungendo quei semi più inclini a favorire l’estro dei soggetti, come il papavero blu e la canapuccia. Voglio precisare che tutti i volatili del mio allevamento sono alimentati con miscele molto proteiche dove la percentuale della perilla bianca è abbastanza elevato; dico questo perché i soggetti sono sistemati all’aperto ed è fisiologicamente provato che un uccello per sopportare i rigori dell’inverno ha bisogno di bruciare calorie e queste vengono fornite dai semi ricchi di lipidi.
Il Verdone testa nera si può considerare un uccello piuttosto robusto e, a differenza dei nostri Verdoni indigeni, nel periodo autunnale non soffre di turbe intestinali ed è meno soggetto alla coccidiosi. Nella fase invernale sono rimasto sorpreso nel vederli svolazzare nella gabbia con piumaggio attillato senza risentire minimamente della temperatura abbastanza rigida, non dimostrando alcun problema neanche di fronte all’eccessiva umidità. Nonostante si tratti di soggetti dal facile mantenimento, come tutti gli animali, vanno mantenuti nel migliore dei modi fornendo loro l’optimum di cui si dispone, sia da un punto di vista alimentare che ambientale.
Trattandosi di uccelli di cattura e di fresca importazione, non avendo effettuato alcuna muta in gabbia, nutrivo seri dubbi sulle loro possibilità riproduttive, ma come i più temerari allevatori verso la fine di Marzo ho infrascato l’angolo alto destro del frontale della gabbia con piante finte e rametti di pino ed ho inserito il cestino di vimini da 10 cm. Il giorno 10 del mese di Aprile ho sorpreso una delle due femmine rivestire il cestino con juta, cocco e cotone, componendo una discreta coppa.
Terminato il nido la femmina vi ha deposto quattro uova che ho preferito non sostituire con quelle finte per non disturbarla. Durante la cova il maschio non ha minimamente interferito, anzi era solito imbeccare la compagna sul bordo del nido mentre questa era accovacciata. L’atteggiamento molto pacato del maschio ne ha evitato la separazione dalla femmina; questo comportamento sereno si è poi manifestato anche negli altri maschi da me allevati, a differenza dei Verdoni indigeni sia ancestrali (soprattutto), che mutati (leggermente meno), i quali non si creano scrupoli a molestare le compagne alle volte sino a scondizionarle o a distruggere intere nidiate. Il corteggiamento, così come il canto, è del tutto simile a quello del Verdone europeo, l’unica differenza consiste nel timbro più acuto delle note emesse da quest’ultimo. L’incubazione dura 13 giorni e non si rende necessaria la speratura in quanto le uova feconde all’ottavo giorno circa assumono un colore più scuro. Alla scadenza di questo periodo sono nati due pulli e successivamente gli altri; dal momento che non avevo balie ho lasciato l’incombenza di allevare i piccoli ai propri genitori che così bene si erano comportati sino ad allora. Per abituare i soggetti a nutrirsi dei vari alimenti necessari allo sviluppo dei nidiacei, ne ho iniziato la somministrazione prima della deposizione.
Alla nascita, ho alimentato gli adulti con uovo sodo (la mattina solo per la prima settimana) unito a del pastone secco, canapuccia bollita (per almeno venti minuti) e una fettina di mela; il pomeriggio dadini di semola (latte, uova e semola), nuovamente della canapa bollita e un po’ di lattuga. Non ho fornito insetti e sono riusciti a svezzare in tre covate 10 testa nera. A testimonianza della loro crescita regolare, preciso che intorno al quinto giorno ho inanellato i primi due nati e successivamente gli altri con anello di tipo A preventivamente mascherato con del cerotto (va comunque bene anche l’anello Y); al quattordicesimo giorno hanno abbandonato il nido e intorno al trentesimo giorno si sono resi indipendenti. Una volta svezzati, gli uccelli sono stati sistemati in volierette da 120 cm ed alimentati con una miscela di semi con prevalenza di scagliola, con della canapuccia bollita (rinnovata due volte al giorno), spighe di panico, perilla bianca in una vaschetta a parte e saltuariamente mela e lattuga.
Per quanto concerne la seconda coppia, in quell’anno non si è riprodotta e la femmina si è limitata a portare per tutta la gabbia il materiale da nido senza mai decidersi a costruirne uno.
Una considerazione importante, anche se potrebbe sembrare scontata, sta nel fatto che i migliori soggetti nascono da genitori molto tipici; all’uopo andranno ricercate quelle femmine che più di altre manifestino un cappuccio evidente con disegno sul dorso molto marcato e una barra alare giallo intenso.
I maschi invece dovranno avere un cappuccio molto netto provvisto di nero lucido con la minima presenza di brinature come spesso accade. Un difetto ricorrente, riscontrato nei vari esemplari di allevamento, è la presenza di piumette acianiche che si localizzano soprattutto all’altezza del capo.











Testo, foto e allevamento di
Francesco Giacalone.
Parte dell’articolo pubblicato sulla rivista Alcedo N° 29, Periodo Settembre-Ottobre 2006.

Deso
17-02-08, 00: 06
Bellissimo articolo, ora ricordo di averlo già letto su Alcedo! Bellissimi i soggetti, sopratutto il maschio molto tipico!!!

roberto ghidini
17-02-08, 11: 53
Bell articolo Francesco,ho posseduto i passato una femmina di cattura per ibridare, devo concordare che era davvero tranquilla e una buona madre, anche se solo poche volte ha fatto uova feconde. ::-°°-

Fioravante Prontera
17-02-08, 12: 02
Grazie dell'articolo!

Il Verdone Testa Nera rimane uno dei miei animali preferiti... [[[[^

Dempit
17-02-08, 17: 20
sono veramente belli, in passato ho avuto il piacere di possedere una coppia ma senza frutti.... ora sono difficili da trovare....

Razza_spagnola76
17-02-08, 18: 01
Davvero molto interessante il tuo articolo.... e comunque di molto fascino anche il il verdone testa nera.

Complimenti per il soggetto in foto e' davvero di alta tipicità.

^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]^[[[]]

Francesco Giacalone
17-02-08, 18: 09
Vi ringrazio tutti per i complimenti ricevuti.[[//]*

Fabrizio T.
17-02-08, 18: 23
grazie x l interessantissimo articolo, quest anno tento il loro allevamento, ho 3 femine e 2 maschi, secondo te francesco posso usare un maschio passandolo da una femina all altra o posso tentare di lasciare il trio in una gabbia da 160 x 80?

Francesco Giacalone
17-02-08, 19: 59
grazie x l interessantissimo articolo, quest anno tento il loro allevamento, ho 3 femine e 2 maschi, secondo te francesco posso usare un maschio passandolo da una femina all altra o posso tentare di lasciare il trio in una gabbia da 160 x 80?

Ciao Fabrizio,
ti consiglierei di isolare le coppie singolarmente, ognuna nella propria gabbia.
Alla femmina che rimarrà da sola (quando inizierà ad imbastire il nido) potrai girare tranquillamente il maschio che sarà più in estro. Personalmete sono contrario ad utilizzare un maschio e più femmine, non solo per questioni di praticità (collocamento di più nidi, di più recipienti per gli alimenti) ma anche per questioni etologiche visto che si tratta di una specie monogama, e quindi le femmine potrebbero andare in competizione tra loro pregiudicando l'esito delle covate.

marcopeluso
17-02-08, 20: 39
Molto interessante, come già era stata la lettura su Alcedo.
Complimenti!

Andrea Lamberti
17-02-08, 22: 14
Ottimo articolo e bellissime foto!
Complimenti vivissimi!
1--.

Francesco Giacalone
17-02-08, 23: 13
Ibridazione e mutazioni
Il Verdone testa nera, pur non manifestando un fenotipo eccelso ricco di lipocromo, nel tempo è stato ibridato con diversi fringillidi sia esotici che indigeni quali: il Cardellino, il Lucherino, il Lucherino testa nera, il Negrito della Bolivia, il Canarino del Mozambico, il Canarino petto giallo, il Cantore d’Africa, il Ciuffolotto messicano, il Fanello, il Fringuello e il Canarino.
Si sono realizzati inoltre ibridi intraspecifici con il Verdone, il Verdone della Cina, il Verdone dell’Himalaya e il Verdone del Vietnam generando con quest’ultimo, molto simile al C. ambigua, meticci molto vicini al testa nera con un bel lipocromo giallo intenso e un cappuccio ben marcato.
In alcune riviste si è spesso scritto che dall’unione di questo Verdone asiatico nascono svariati ibridi.
Personalmente ho provato per diversi anni in un’unica direzione (esotico per canarina) con diversi soggetti tutti molto affiatati fra loro (come testimoniano le soventi copule) ed il risultato è stato negativo con l’80% di uova infeconde e con una percentuale di nascita molto bassa se si aggiungono le uova non schiuse per morte dell’embrione. Girando per le mostre ho avuto la possibilità di osservare alcuni Verdoni testa nera mutati nelle varianti bruno, agata, satinè (bruno+lutino); purtroppo il livello dei soggetti esposti non era eccelso e questo perché, come tutti sanno, queste mutazioni di colore sono state introdotte per travaso dal Verdone europeo (con ripetuti incroci sino a giungere all’R4) ed è per questo che partendo sicuramente da soggetti scadenti si sono generati C. ambigua di scarso valore espositivo. Uno standard per il Verdone testa nera mutato non esiste ma come avviene per il Verdone indigeno la regola è quella di ricercare nei soggetti affetti da alterazione ereditaria del piumaggio la massima saturazione delle melanine residue. Nell’agata (quando agisce sul tipo ancestrale) ad esempio è richiesta la forte carica di eumelanina nera su remiganti e timoniere con la forte riduzione di feomelanina.
Nell’isabella la feo deve essere ridotta il più possibile, anche se un residuo feomelanico di color beige chiaro si deve manifestare; questa mutazione, impropriamente detta, altro non è che l’interazione della mutazione agata con la bruno (nell’isabella, il gene “br” cioè brown e “rd” ovvero reduction, si trovano in posizione “cis”) dove il gene predisposto per l’agata ha il compito di ridurre la feo e diluire le melanine e l’altro, gene per il bruno, impedisce il completo ciclo di polimerizzazione dell’eumelanina nera che rimane brune. Nella selezione l’isabella trae vantaggio dall’utilizzo, al contempo, della mutazione satinè (bruno+lutino) in quanto i soggetti eterozigoti (isabella/satinè) sfruttando il rapporto di parziale codominanza delle due mutazioni (all’eliche tra loro) manifestano una riduzione più accentuata della feomelanina garantendo così una maggiore nitidezza del piumaggio.
Tra le mutazioni recessive sesso-legate di tipo mendeliano va menzionata la lutino, dove lo standard è esplicito al riguardo, ribadendo la totale assenza di feo e eumelanina, con quest’ultima accettata in maniera poco percettibile (su timoniere e remiganti). Tralasciando le mutazioni manifeste nei vari soggetti di allevamento vorrei ricordare che per ottenere dei C. ambigua mutati andranno meticciati con dei Verdoni indigeni estremamente tipici come richiesto dagli standard di selezione delle varie mutazioni e dalla taglia ridotta, o preferibilmente allo scopo saranno utilizzati dei tipici C. sinica mutati più vicini alle dimensioni dei testa nera con la necessità di non sconvolgere troppo la misura del C. ambigua che deve oscillare tra i 13 e non oltre i 14 cm.
Fra tutte le mutazioni di colore che possono esprimersi sul fenotipo del Verdone testa nera la più appariscente è sicuramente l’agata dove i soggetti migliori dovranno presentare un cappuccio nero lucidissimo privo di infiltrazioni brunastre con remiganti e timoniere molto ossidate dove dovrà spiccare la barra alare gialla intensa.
Per chi volesse allevare C. ambigua bruni è necessario che questi soggetti vengano selezionati verso il massimo grado di ossidazione dell’eu bruna in modo da localizzarla sulle zone tipiche quali cappuccio, disegno dorsale ecc., onde evitare una distribuzione uniforme di colore marrone su tutto il piumaggio, che annullerebbe inevitabilmente i disegni caratteristici della specie.






Francesco Giacalone

Fabrizio T.
18-02-08, 15: 12
Ciao Fabrizio,
ti consiglierei di isolare le coppie singolarmente, ognuna nella propria gabbia.
Alla femmina che rimarrà da sola (quando inizierà ad imbastire il nido) potrai girare tranquillamente il maschio che sarà più in estro. Personalmete sono contrario ad utilizzare un maschio e più femmine, non solo per questioni di praticità (collocamento di più nidi, di più recipienti per gli alimenti) ma anche per questioni etologiche visto che si tratta di una specie monogama, e quindi le femmine potrebbero andare in competizione tra loro pregiudicando l'esito delle covate.

grazie francesco, faccio tesoro di questi consigli //[[]]

Gianfranco Zanola
18-02-08, 21: 14
Complimenti!Francesco anche questa volta Marco Novelli ha avuto ragione. Tre giorni fa mi aveva accennato al fatto che in Italia esistono ottimi allevatori che hanno tanto da dare agli altri e sono disposti a farlo se solo gli si da l'opportunità. In pratica secondo lui per colpa di una federazione assente questi talenti rimangono nascosti. Mi ha anche confidato che secondo lui tu sei uno di questi. Ebbene anche questa volta mi fa piacere ammettere che aveva pienamente ragione. Grazie!E

Francesco Giacalone
18-02-08, 21: 29
Complimenti!Francesco anche questa volta Marco Novelli ha avuto ragione. Tre giorni fa mi aveva accennato al fatto che in Italia esistono ottimi allevatori che hanno tanto da dare agli altri e sono disposti a farlo se solo gli si da l'opportunità. In pratica secondo lui per colpa di una federazione assente questi talenti rimangono nascosti. Mi ha anche confidato che secondo lui tu sei uno di questi. Ebbene anche questa volta mi fa piacere ammettere che aveva pienamente ragione. Grazie!E

Grazie Gianfranco,
sono lusingato da quello che mi hai detto e ringrazio anche Marco per la fiducia ripostami, cercherò di non deludervi mettendo a disposizione degli altri le mie modeste esperienze maturate nel campo ornitologico.
PS: in questo forum ho trovato tante splendide persone accomunate tutte dalla stessa grande passione.[[//]*

marco novelli
18-02-08, 21: 31
Diavolo di un Gianfranco non ti posso dire nulla che lo sbandieri ai 4 venti! Scherzi a parte credo proprio che Francesco sia uno che può dare tanto perchè oltre a saper scrivere molto bene esprime i concetti in modo chiaro e dettagliato , tipico delle persone che vogliono far capire agli altri come si allevano. Complimenti Francesco anche da parte mia, sono veramentre felice di averti con noi. Spero che un giorno ci si possa incontrare di persona.
Un caro saluto.

Francesco Giacalone
18-02-08, 21: 44
Ciao Marco,
sicuramente in una delle prossime mostre avremo modo d'incontrarci e per me sarà un grande piacere oltre che un onore conoscerti di persona. Grazie.