Se avvertono la presenza
dell'osservatore, compiono una fuga ordinata, rifugiandosi nel folto intrico, e tutto torna quieto”
Di altre due specie appartenenti al medesimo genere, il Garrulax pectoralis e il
Garrulax moniliger, che hanno aspetto quasi identico, ma taglia diversa si
occupa C.B.Ticehurst. Secondo questo studioso offrono uno degli esempi più
notevoli di evoluzione parallela nella fauna avicola:
« Dove si trova una specie, di frequente si trova anche l'altra, ed entrambe formano spesso degli stormi misti. Nido, comportamento, uova, parata amorosa e luogo di soggiorno sono praticamente gli stessi. Se una specie modifica la sua distribuzione geografica, si può esser certi che nel medesimo distretto ciò avverrà anche per l'altra ».
Non mancano neppure descrizioni di alcune Specie di Garrulax tenute in
cattività da ornitologi del passato. Tra queste riporto alla lettera quanto scrive Michele Lessona nel secondo volume della”Storia Naturale Illustrata edito da Sonsogno nel 1890: “…una specie affine ha il nome di Garrulo cinese Garrulax chinensis. Il Frith, che ebbe modo di osservare questo in gabbia , dice che è addomesticabilissimo; si compiace delle carezze, piglia strani atteggiamenti quando l'uomo lo liscia con la mano. Canta bene, ed è buon imitatore.
L'individuo osservato dal Frith quando gli si dava pezzetti di carne o altro, ne poneva i minuzzoli tra i bastoncini della gabbia prima di cibarsene. Se gli si dava un'ape o una vespa, le si precipitava addosso, ma prima di cibarsene soleva farsi pungere più volte la sua coda sporgente. Schiacciò un giorno contro il suolo uno scarafaggio con ripetute beccate; nello stesso modo uccise un serpe lungo presso a poco trenta centimetri, trafiggendogli il capo col becco. Quel serpe ucciso tenne poi fermo col piede, dilaniandolo col becco per modo che finì per ridurlo in pezzettini e mangiarselo a poco a
poco”.
Esperienza personale.
In passato,, ho avuto l’occasione di osservare in cattività in una grande voliera, lunga 20 metri, larga 1,75 e alta 1,90, per circa otto anni , alcune coppie, o supposte tali, delle Specie qui sotto elencate, alloggiate insieme a numerosi altri uccelli di taglia molto più piccola
Garrulax albogularis ( Gould) 1836 Garrulo dalla gola bianca
Garrulax chinensis Godwin-Austen 1876 Garrulo dalla gola nera
Garrulax moniliger (Hodgson) 1836 Garrulo minore dal collare
Garrulax pectoralis (Gould) 1836 Garrulo maggiore dal collare
Garrulax galbanus galbanus Garrulo schiamazzante diAusten
Garrulax galbanus simaoensis
Garrulax elliotii elliotii (Verreaux. J ) 1870 Garrulo dell’Elliot
Garrulax elliotii prjevalskii (Menzbier) 1887
Garrulax ocellatus (Vigors) 1831 Garrulo schiamazzante ocellato
Garrulax milnei (David) 1874 Garrulo schiamazzante dalla coda rossa
Garrulax canorus (Linneaus) 1758 Garrulo Canoro
Garrulax perspicillatus (Gmelin) 1789 Garrulo mascherato
Garrulax erythrocephalus (Vigors) 1832 Garrulo schiamazzante capocastano
Di questa mia esperienza riporto, in sintesi, dal blocco
appunti stilato in quel periodo, i passi più significativi.
COMPORTAMENTO INTRASPECIFICO DI COPPIA: Direi quasi idilliaco, salvo
qualche inseguimento, forse più rituale che di vera aggressione, da parte del G.galbanus maschio verso la femmina.
AGGRESSIVITA' INTERSPECIFICA: non rilevata, neppure verso specie piccole o
piccolissime, sia granivore sia insettivore.
COMPORTAMENTO CON L'ALLEVATORE: diversificato. Alcune Specie: G.
canorus, G. pectoralis, G.milnei., G. erythrocephalus, G.chinensis, G elliotii
elliotii e G galbanus si dimostrarono non paurose ma non instaurarono mai un
rapporto “ di amicizia” rimanendo " assenti ".
Alcune soggetti di queste specie si avvicinavano ai piedi soltanto quando avevano molta fame, per prendere dal terreno una larva di Tenebrio molitor che io facevo cadere, ma subito fuggivano via.
I G. ocellatus, G.elliotii prjevalkii e G. perspicillatus, invece divennero presto
molto domestici e appena mi vedevano mi volano incontro per prendere le larve di Tenebrio molitor direttamente dalle dita.
ALIMENTAZIONE: appetiti i pastoni per insettivori alla frutta, frutta fresca ben
matura (soprattutto pere e mele ), grani, in particolare miglio bianco, panico,
scagliola e semi di girasole piccoli; appetiti gli insetti.
NIDIFICAZIONE: nidificarono nel folto degli arbusti e non essendo timorosi
covarono sempre con assiduità ammirevole senza problemi. I problemi si
manifestarono invece pochi giorni dopo le nascite perché, sebbene avessero a loro disposizione i cibi più vari, quasi sempre non alimentarono i pulli pur continuando a "covarli" con assiduità. Alcune volte li gettarono dal nido. Identico comportamento anche quando le coppie venivano separate in capienti voliere singole. Risultò indispensabile l'allevamento allo stecco.
Particolarmente resistenti alle basse temperature, facevano ripetuti bagni anche quando la colonnina del mercurio era vicinissima allo zero.
D'altra parte in estate si crogiolavano al sole distesi a terra, con le piume sollevate, gli occhi chiusi e il becco semiaperto, in una posizione così innaturale che più di una volta ebbi l'impressione fossero morti.
Particolarmente curata, da parte di tutte le Specie presenti in voliera,la pulizia
delle piume, sia con un rituale reciproco tra i due sessi della stessa coppia o tra Specie diverse, sia in autopulitura, utilizzando formiche e perfino quei maleodoranti insetti noti come Pentatomidi o Cimici delle piante. Con il passare degli anni e per problemi di salute fui costretto ad abbandonare progressivamente l’ornitocoltura.
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segue.....