Pet Therapy
di Alamanno Capecchi

Luigi, finita di farsi la barba, si guardò allo specchio e non si piacque per niente. Da pochi giorni aveva compiuto ottant’anni. Come passa il tempo, pensò.
Le insopportabili frasi fatte, una dietro l'altra, come vagoni di un treno, continuarono ad uscire dal tunnel della memoria.- La vita è fatta a scale, chi la scende e chi la sale .
– La vita è come una ruota.
– La vita? Una affacciata di finestra!
- La vecchiaia è il più bel periodo della vita, peccato che duri poco! Non ricordava chi avesse scritto l'ultima frase. Un giovane in vena di scherzi? Un vecchio …? Il più bel periodo della vita è la giovinezza cavolo !
La vecchiaia è sempre un male e poi lui era pieno di acciacchi e l'età biologica aveva allungato,da tempo, il passo e si era lasciata dietro l'età anagrafica.

Il giorno del compleanno era venuto a trovarlo, Carlo, il nipote:
“Auguri zio! .Ti ho portato un regalino”. Erano anni che non si faceva vivo. Lo ringraziò ma non poté fare a meno di pensare - Sarà convinto che sia il mio ultimo compleanno.
La figlia gli regalò una piccola acquasantiera di coccio, i nipotini una rivista, la moglie comprò il dolce e lo spumante e la cugina Maria una scatola di sigari.

Uscì dal bagno, entrò nello studio e si sedette sulla poltrona. Com'è cambiato il mondo in quest'ultimi cinquant'anni!

Ai miei tempi... Ci risiamo, vecchio, con la nostalgia e con le frasi
fatte?
No, rispose a se stesso, ma nessuno può negare che ai miei tempi tutto era
diverso, anche le donne erano diverse. Ai miei tempi, quando ero giovane, per fare qualcosa con una ragazza ci volevano mesi ora invece… Si alzò e si avvicinò alla finestra: era quasi il tramonto, il sole stava per scomparire dietro le case a lato della strada Il paragone lo prese a tradimento: il giorno che muore, la vita che finisce.

No perbacco! Questa volta non ci casco! Si sedette, ma dopo poco era di nuovo a guardare fuori. Nel cortile Gianni sfrecciava in bicicletta pedalando di gran lena, ma lui non lo vedeva. Con gli occhi della mente vedeva un altro bambino, un piccolo bambino arrancare su un vecchio triciclo; ad un tratto il tempo si contrasse e gli anni divennero minuti e per la prima volta, ebbe paura della morte.
In quel momento entrò nella stanza Adriano, grande amico e grande appassionato di Cocorite:
“Auguri Luigi, ti ho portato una sorpresa!” Da una piccola scatola, tenuta in mano, usci una giovane Cocorita che si posò sulla spalliera di una sedia vicina e iniziò a riassettarsi le piume. Adriano guardò l’orologio che aveva al polso “Scusami, ma devo andare via subito,mi aspettano a casa. Ci vediamo domani e ancora auguri! Ciao”
Luigi avrebbe dovuto preparare una gabbia, invece si sedette ancora una volta in poltrona e chiuse gli occhi. L’idea della morte, la paura della morte lo aveva rattristato,il compleanno è un giorno di festa ma lui aveva voglia di piangere. Ad un tratto,nel silenzio della stanza, le parve che la Cocorita avesse pronunciato una parola: ciao.



Si alzò avvicinandosi e delicatamente se la fece salite sull’indice.
Ciao disse la Cocorita. Ciao rispose Luigi, sorridendo.

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Alamanno Capecchi