Buongiorno a Tutti,
Caro Fabrizio, e’ ovvio che quando parliamo di taglia facciamo riferimento a fattori multifattoriali, ma tu questo certamente gia lo sai. La tua e’ proprio una bella domanda e non tanto per la domanda, quanto per le “tante” specie che va a raggruppare. Gradirei soffermarmi ai verdoni e ai cardellini, ma entrero’ un po piu’ nel dettaglio con i ciuffolotti altrimenti il mio post. diventera’ lungo e forse per qualcuno noioso. Invece per chi riuscira’ a cogliere “le mie battute” magari potra’ essere anche costruttivo.
Diciamo subito che questo tipo di selezione nel ridurre o nell’aumentare (la taglia si intende) e’ da selezionare in cattivita’.
Allo stato “libero” per i motivi gia’ menzionati da altri non sarebbe fattibile x non dire assurdo.
Sono pienamente convinto che essendoci poca selezione, troppe e confuse sottospecie, il principale limite sia da ricercare nella reperibilità dei soggetti.
Il metodo migliore a mio avviso, e’ quello di lavorare sempre con i propri soggetti e su piu linee nel proprio allevamento, ma per far questo occorrono sicuramente le strutture, “la moneta”, il tempo, “le gabbie” e la sicurezza nel non perdere mai di vista l’obbiettivo principale. Lo stesso obbiettivo se non si ha l’esperienza giusta acquisita negli anni di allevamento puo’ risultare nullo.
Vorrei dirti tante cose, ma mi viene da ridere pensando a quei “FURBONI DEI BELGI” che davvero la sanno lunga, e hanno capito a differenza nostra i “trucchi” per poter riprodurre e selezionare “secondo gli standard” anche le specie piu’ proibitive.
Il mio pensiero adesso vola lontano, e per un “nano secondo” sorrido e penso alle argille, alla sabbia, alla propoli, al nettare, al gelso e purtroppo anche agli ormoni. Ma questo e’ sicuramente un altro capitolo da affrontare in separata sede.
Spesso, ascolto discussioni su cardellini belgi acquistati con taglia enorme e riprodotti con taglia piccola o non soddisfacente. Dicasi lo stesso x i nostri amati ciuffolotti.
E’ inutile dire che se i soggetti non ci soddisfano al 100%, se dobbiamo selezionare seriamente, e’ superfluo anche impiegarli nella riproduzione.
Partendo invece con il “piede giusto” i riferimenti essenziali a mio avviso sono da ricercare nel rinsanguare ogni anno e ad un attenta alimentazione soprattutto nella fase di crescita dei pulli.
E’ prorio in questa fase che vengono segnate le differenze di selezione e le nostre scelte negli accoppiamenti per gli anni a seguire.
Un ciuffolotto o un cardellino o un verdone alimentato male, non potra’ mai esprimere a pieno le sue potenzialita’ ai nostri occhi e potremo avere di fronte un soggetto piccolo ma potenzialmente enorme o viceversa, con scelte sbagliate sulla nostra selezione.
Lo stesso soggetto poi in ambiente o allevamento diverso puo’ trasmettere con le “condizioni essenziali” il risultato opposto.
Questo passo credo che sia importante, se hai dubbi dimmelo espressamente perfavore.
Ma tu per taglia cosa intendi? Personalmente riferendomi ai ciuffolotti intendo la forma, la rotondita’, la maestosita’ (adesso parliamo di major), l’espressione, il portamento, l’assenza di collo, l’essero tozzo ma armonioso, la calotta, la bavetta, i disegni netti, non sbavati, ma soprattutto l’ossidazione. Quest’anno al campionato italiano lo stamm di ciuffolotti classificatosi primo aveva degli ottimi requisiti, ma in particolar modo le calotte, Le stesse calotte a mio avviso sono le piu’ difficili da selezionare e sicuramente sono state premiate, ma li stessi soggetti peccavano senza ombra di dubbio della cosa piu’ essenziale, e cioe’: l’ossidazione.
Non erano per niente ossidati, grave pecca secondo me, anzi gravissima, e soprattutto se parliamo di indigeni. Ma e’ chiaro che quando ci si mette in gioco bisogna anche scontrarsi con pareri discordanti per non voler aggiungere altro.
La parola taglia a questo punto diventa una parola infinita e difficile da ricercare in poche righe.
L’aspetto morfologico e’ essenziale: testa, collo, zampe e piumaggio. Attenzione alle teste lunghe, piatte, colli lunghi, zampe lunghe o corte, piumaggio lungo, corto o non aderente e rosso della tonalita’ sbagliata. Selezionare il rosso diventa difficile con soggetti non adeguati.
Caro Fabrizio, la taglia la trasmette il maschio cosi come il portamento e l’ottimo piumaggio che deve essere aderente e “non sbuffare”.
La femmina trasmette il tipo, la forma e la costituzione. Ma e’ anche vero che se disponi di esperienza qualche pecca si puo’ risolvere sapendo accoppiare i soggetti.
Fabrizio, se parti con un soggetto piccolissimo e quel soggetto discende da una selezione durissima con soggetti ipertipici e con condizioni essenziali, stai certo che nel giro di 5 o sei anni, avrai il risultato desiderato, ma se i soggetti sono piccoli ma potrebbero essere piu’ grandi perche’ discendono da una selezione o da un allevamento sbagliato, la strada sara’ sempre piu’ lunga con nidiate mai omogenee e ci perderai “la salute” e il sonno.
Ma tu sei fortunato, perche’ oltre ad essere bravo e capace, hai incontrato la persona giusta.
Non mi sto’ riferendo a Gilbert, quel disgraziato continua a giocare con il telefonino facendomi fare delle pessime figure di m….!
Auguri per la prossima stagione cove.
Un abbraccio da me, e un bacione da Gilbert