In questa rubrica ogni settimana inseriremo foto e scheda di una specie di pappagallo.
Speriamo di fare cosa gradita ai giovani allevatori che si avvicinano a meraviglioso mondo che è l'Allevamento degli Psittacidi

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ALLEVAMENTO IN CATTIVITA' DEL LORICULUS VERNALIS

1. Descrizione

Il Vernalis appartiene ai pappagalli del genere Loriculus, genere che comprende 10 specie con le relative numerose sottospecie. La caratteristica più appariscente di questi piccoli pappagalli è il loro caratteristico dormire e riposare a testa in giù come i pipistrelli appendendosi ai rami, così da potersi lanciare facilmente e agevolmente nel vuoto, in caso di pericolo. Questi uccelli sono piccoli, il loro peso oscilla tra i 24 e i 40 grammi, la loro lunghezza è di circa 13 cm, il becco è proteso in avanti e la coda è corta e arrotondata.



Dalla letteratura specializzata il Vernalis è descritto come specie dimorfa, anche se, a onore del vero, non è né agevole né facile le sessare i soggetti e questo perché i caratteri di distinzione sono spesso poco evidenti e variano da soggetto a soggetto. Però tanto nel dare delle indicazioni sulla morfologia dei due sessi faccio presente di prendere in considerazione i soggetti da me posseduti nel corso di vari anni. Non deve pertanto meravigliare il lettore se eventuali suoi soggetti non dovessero presentare le caratteristiche da me evidenziate. Non è infatti infrequente sia nei Vernalis che nei L. galgulus il caso che un soggetto che sembra essere un bel maschio per l'intensità dei suoi colori, si riveli poi una femmina. E' accaduto a me e ad alcuni miei amici che, femmine di Loriculus galgulus, dopo la prima covata, abbiano assunto la tipica e marcata livrea maschile.



Il maschio vernalis presenta il groppone di un bel rosso brillante e abbastanza esteso, tracce di giallo sporco fra schiena e groppone, sfumature bruno-giallastra nella nuca, iride giallo chiaro e una macchia azzurra alquanto estesa sulla gola. La femmina presenta il rosso del groppone meno esteso e meno brillante, non ha il giallastro nell'alto dorso ed e' assente la sfumatura bruna nella nuca, meno estesa e meno evidente la macchia azzurra sulla gola.

I giovani hanno un piumaggio molto simile a quello delle femmine.

A titolo di curiosità è da rilevare che diversi studiosi tra cui il Moreau, il Dilger e il nostro P. Bertagnolio hanno suggerito una possibile affinità tra il genere Agapornis e il genere Loriculus, supportando tale supposizione con l'osservazione di alcuni tipici comportamenti comuni alle due specie, come il portare al nido pezzetti di foglie, di cortecce e fili d'erba, inserendoli tra le piume del groppone e del sopraccoda o il grattarsi la te sta facendo passare la zampa dietro e sopra l'ala e non davanti, come in genere avviene negli altri psittacidi.





2. Habitat Naturale

La distribuzione di questo pappagallo va dall'India sud-occidentale, meridionale e orientale, al Bangladesh, al Nepal, alla Birmania, alla Cambogia, al Laos Meridionale, al sud del Vietnam sino alla penisola di Malacca.



La loro alimentazione, in natura, sembra essere costituita da polpe zuccherine, da nettare e da polline, nonché da semi di amb, Teck e Casuarina.

Il periodo riproduttivo è tra febbraio ed aprile e il corteggiamento del maschio non è molto dissimile da quello del galgulus.



3. Alimentazione dei vernalis in cattività

L'alimentazione dei Loriculus è abbastanza particolare in quanto, essendo prevalentemente uccelli frugiferi, necessitano di alimenti che in qualche modo possano avvicinarsi a quelli che essi reperiscono in natura. Nei primi anni ho alimentato i miei Loriculus con una pappa composta da savoiardo imbevuto in uno sciroppo costituito da un cucchiaio del prodotto pediatrico " Florigroz 5 cereali" addizionato con un cucchiaino di miele sciolto in un bicchiere d'acqua. Solo di tanto in tanto aggiungevo un polivitaminico. Successivamente, su suggerimento di un bravissimo, anche se poco conosciuto allevatore di Loriculus, il maresciallo Augusto Bolsonella, ho iniziato a usare il Necton Lori, alimento più completo e più facile da somministrare.

La suddetta pappa veniva naturalmente sostituita ogni giorno e durante il periodo riproduttivo le sue dosi venivano fortemente aumentate. Oltre questo alimento base, indispensabile è la somministrazione quotidiana di frutta, in particolare mela e pera nel la maggior parte dell'anno, e nei periodi estivo-autunnale sono molto graditi l'anguria e l'uva. Anche le verdure, specialmente il cicorione, e le carote sono ben accette. Per quanto riguarda i semi ( girasole, canapa, mais, avena, scagliola e miglio) essi li assumono più volentieri se ammollati. Caratteristico è il loro prendere nella zampa il cibo per poi sbocconcellarlo più comodamente sia in posizione eretta che nella loro classica posizione sospesa. A completamento di una sì varia alimentazione non poteva mancare la somministrazione di quattro-cinque tarme della farina al giorno. Tale dose è aumentata naturalmente se vi sono i piccoli.

4. Riproduzione in cattività

Sono entrato in possesso per la prima volta di due soggetti di Vernalis nel 1984 e da allora ne ho sempre posseduti alcuni esem-plari nel mio allevamento. Ho trovato notevoli difficoltà molte volte nel riuscire a formare le coppie, proprio per la estrema variabilità dei segni distintivi di cui parlavo sopra. In un primo tempo li ho alloggiati in una ampia gabbia (cm.120 x 0.40 x 0,40 ) senza ottenere alcun risultato apprezzabile se non qualche sporadica deposizione, ma senza cova.

Due anni fa li ho felicemente alloggiati in una voliera di m.3 x 2 x 1,5 insieme a una coppia di Loriculus galgulus, alcune coppie di diamanti pappagallo, di kitlitz, di Gould, di guttati, di una coppia di usignoli del giappone e di una coppia di mesia senza peraltro notare alcun segno di disturbo reciproco se non qualche sporadico inseguimento da parte del galgulus in amore verso un diamante pappagallo, che con il suo rosso del sottogola probabilità mente gli suggeriva l'idea che potesse trattarsi di un suo possibile rivale. Tra Galgulus e Vernalis, poi, non ho notato nessuna particolare forma di aggressività e ho avuto più volte l'opportunità di osservare come la femmina di Galgulus, senza esserne scacciata, spesso entrava nel nido della vernalis quando questa , essendo i suoi piccoli già cresciuti, ne usciva per rifocillarsi Presumo pertanto che forse la aiutasse ad imbeccare i piccoli, visto che questi non presentavano alcun segno di aggressione dopo queste intrusioni.

Per la nidificazione ho messo a loro disposizione un nido orizzontale a doppia camera dalle seguenti dimensioni: cm.23 (l.) x 14 (h.) x 12 (p.). Nel fondo del nido ho praticato alcuni forelini e vi ho messo uno strato di 3 cm. di sabbia per gatti e sopra questo ho messo altri 3 cm. di torba e infine un pò di erba molto fine e abbastanza secca. Altro materiale poi è stato continuamente portato al nido dalla femmina nel classico modo sopradescritto prelevandolo soprattutto dalle foglie di cicorione che venivano prima finemente tagliate.Il praticare i forellini sotto il nido si è rivelato un buon accorgimento al fine di evitare che le deiezioni liquide di questi pappagalli potessero creare troppa umidità e ristagnare nel nido. La cosa che più mi ha meravigliato è stata la pulizia con cui stato mantenuto il nido per quasi tutto il periodo dell'allevamento dei piccoli. La prima deposizione in voliera è avvenuta dal 25 al 31 Gennaio 1989 e furono deposte 4 uova , tre delle quali risultarono feconde ma solo una si schiuse il 16 febbraio. Il pullus purtroppo morto il 18 marzo, il giorno in cui la femmina riprese a deporre nuovamente. Questa volta furono deposte 5 uova, tutte feconde e tutte si schiusero tra il 13-16 aprile. I pullus sono stati ben alimentati fin quasi all'abbandono del nido, poi in pochi giorni quattro sono morti. Un solo piccolo è stato felicemente svezzato ed ha abbandonato il nido il 15 maggio, pur continuando a farvi ritorno mentre la madre era intenta a covare le altre cinque uova che dal 9 al 17 maggio aveva nel frattempo deposte. Anche queste uova risultarono tutte feconde e tutte schiusero tra il 6 e il 9 di giugno. E purtroppo anche questa volta due dei cinque piccoli morirono dopo la loro uscita dal nido il 28 e il 29 giugno, mentre gli altri tre abbandonarono il nido rispettivamente il 3, il 6 e il 9 luglio e sono tutt'ora in ottima salute.





Nonostante le perdite subite, l'esperienza fatta è stata senz'altro positiva e questi piccoli pappagalli meriterebbero indubbiamente una maggiore attenzione da parte degli allevatori, il cui compito principale, a mio avviso, è soprattutto quello di apportare, con le loro esperienze positive e negative, una maggiore conoscenza di queste meraviglie della natura.
Prof. Antonio Misantone

BIBLIOGRAFIA:

1) P.BERTAGNOLIO: I pappagalli del genere Loriculus, in Bollettino del Centro per lo studio e la conservazione degli Psittaiformi,1984

2) J.M.Forshaw, Parrots of the world, 2 ed.Melbourne 1978

3) R.Low, Parrots,1984