È incredibile quanta ignoranza sia possibile riscontrare su internet: le olive non sono assolutamente tossiche per i pappagalli, tutt'altro corrispondono all'alimentazione naturale di tantissime specie africane, cenerini compresi, anche se in una varietà differente rispetto ai nostri frutti selezionati e "domestici".
Inoltre non vedo alcuna controindicazione essendo lo stesso olio d'oliva ampiamente usato da molti allevatori in campo alimentare, per insaporire i pastoncini, ecc...
I rami d'olivo, inoltre, sono ampiamente usati come passatempo per i nostri amici pappagalli, i quali amano scortecciarli e frantumarli per restare impegnati: sono addirittura tra le piante preferite dagli agapornis (africani) per allestire il proprio nido.
Anche l'estratto di foglie d'olivo presenta eccezionali proprietà ed è noto da decenni in campo ornitologico per le sue eccezionali capacità terapeutiche...
In conclusione, non vedo come il frutto del l'olivo possa nuocere ai nostri animali.
In determinati articoli un internet si leggono anche boiate tipo "frutta secca e miele sono da evitare" quando questi ultimi alimenti rappresentano la base della dieta di tantissimi Psittacidi in natura (granivori e nettarivori) ed - oltretutto - risultano estremamente utili in allevamento come stimolo psicologico.
È sottointeso che occorre accertarsi che i prodotti forniti ai nostri uccelli siano freschi e genuini.
Mi chiedo da dove fuoriescano talune informazioni: in questi ultimi tempi noto che anche in campo veterinario c'è una discreta incompetenza verso i fabbisogni dei pappagalli (sopratutto in termini alimentari), oltre al fatto che viene spesso trascurata la straordinaria intelligenza di questi animali e - di conseguenza - la necessità di stimoli psicologici.
Per fare un'esempio, in commercio si trovano mangimi cosiddetti "scientificamente testati", in realtà caratterizzati da una pessima formulazione; di contro, negli articoli su internet, è possibile riscontrare una totale confusione e imprecisione sui vari fabbisogni specie specifici.
La problematica più consistente è rappresentata dalla cattiva divulgazione delle informazioni: dopo aver introdotto determinate nozioni sul web, queste ultime si potranno diffondere "a macchia d'olio" prive di alcuna autenticità scientifica e - soprattutto se risultano postate all'interno di un sito apparentemente certificato - possono trarre in inganno molti neofiti.