Sottospecie del Canarino dell'Insulindia occidentale
Serinus e. estherae (Finsch)
a cura di G. P. Mignone

II naturalista tedesco Friedrich Hermann Otto Finsch (1839-1917) è stato il primo naturalista a determinare ed illustrare con perizia il Canarino di Giava, Serinus estherae estherae. Ma Finsch - bisogna dirlo - è stato anche un grande ornitologo che ha particolarmente dedicato i suoi studi all'avifauna delle isole occidentali dell'arcipelago indiano, come il nostro Tommaso Salvadori (1835-1923), il quale peraltro studiò con somma competenza e passione, in avvincenti lavori ornitologici, gli Uccelli delle isole ad est del suddetto arcipelago (Papua, Molucche). E tuttavia è d'uopo soggiungere che il Serinus e. estherae (Finsch), il cui primo esemplare proviene dal Monte Pangerango nella zona occidentale dell'isola di Giava, ha costituito in passato e forse in parte costituisce ancor oggi, come anche lumeggiano le difficoltà incontrate dai due chiari AA. nella stesura dell'ottimo trattato « Canarini di tutto il mondo - Genere Serinus » di de Baseggio-Quercellini (veggasi p. 325: Canarino delle isole Filippine), il più grave e, in certo senso, apparentemente inestricabile problema della sistematica dei Serinus asiatici, come del resto ebbe a dire il Chasen quando la Subsp. da lui scoperta Serinus estherae ripleyi Chasen cadde in sinonimia con la S.e. vanderbilti de Schauensee. Ne vedremo subito i motivi.



La geologia dell'Insulindia occidentale, detta più propriamente « coperchio dell'inferno », è prettamente vulcanica ed è pertanto caratterizzata da catene montuose assai alte: Giava ha il primato con decine di vulcani attivi di cui è tristemente noto il Semeru (3670 mlm.). Qui si ha quel tipo di vegetazione nota nei climi tropicali con il nome di « foresta pluviale »: un tipo di vegetazione che consente e favorisce la vita ad un vastissimo numero di Specie diverse di animali. In tale quadro, la foresta indomalese (Regione zoogeografica orientale) è però la più frammentaria delle foreste pluviali (è soggetta ai monsoni), suddivisa com'è tra molte delle grandi isole delle Indie Orientali: Sumatra, Borneo, Celebes e Filippine; e si estende anche sul continente ricoprendo quindi gran parte della penisola malese, con zone distaccate nella lontana costa occidentale dell'India, in Birmania e sulle coste del Vietnam, donde il problema di speciazione sopra accennato.

In quest'ultimo, ambiente al di sotto del limite nivale, ma comunque nelle zone culminali dei massicci montuosi, ad altitudini varianti tra i 2000 ed i 3000 mlm., sono presenti i Serinus asiatici e precisamente, progredendo da est verso ovest dell'arcipelago indiano:
- Serinus estherae vanderbilti de Schauensee, Monte Leuser a nord di Sumatra. Olotipo: 1 a Museo di Leida. Dati allometrici: ala mm. 67; culmen mm. 8; becco (larghezza) mm. 5; coda mm. 42; tarso mm. 11.
- Serinus estherae estherae (Finsch), Specie tipica, Monte Pangerango ad occidente di Giava. Olotipo: 1 a. Sintipi (7 es.): 3 a a; 4 9 9 Museo di Leida. Dati allometrici: ala a a mm. 65-71, 9 9 mm. 67-68; culmen
mm. 9; becco (larghezza) mm. 6; coda a a mm. 43-46, 9 9 mm. 40-45; tarso 5 5 mm. 12-15, 9 9 mm. 9-15.
- Serinus estherae orientalis Chasen, Monte Tengger ad est di Giava. Olotipo: 1 a Museo di Leida. Dati allometrici: ala mm. 69; culmen mm. 8; becco (larghezza) mm. 5; coda mm. 45; tarso mm. 11.
- Serinus estherae mindanensis Ripley et Rabor, Monte Katanglad, Mindanao, Isole Filippine. Sintipi (4 es.): 1 a' , 1 9 , 2 a 9 juveniles di sesso non indicato, Museo di Bonn. Dati allometrici: ala del maschio mm. 70, 9 72; culmen maschio mm. 9, 9 mm. 7; becco (larghezza) a mm. 6,5, 9 mm. 6,5; coda a mm. 39, 9 mm. 45; tarso a mm. 12, 9 mm. 12.



A questo punto emerge, nell'ottica biogeografica, un problema assai netto di cline e precisamente un vuoto di Speciazione che abbraccia gli areali da Giava alle isole Filippine, vuoto che riguarda con precisione le isole Celebes e Borneo, per dire delle più importanti: ecco dunque il rilievo che assume la nuova Sottospecie determinata nel 1981 dai naturalisti tedeschi K. L. Schuchmann et H. F. Wolters del Zoologisches Forschungsinstitut und Museum « A. Koenig » di Bonn, subsp. scoperta per l'appunto nelle isole Celebes.

L'avifauna di queste isole è stata studiata a fondo dal Stresemann (J. Orn. volumi 87-89, 19391941) sulla base delle collezioni raccolte nel corso delle spedizioni scientifiche condotte da G. Heinrich negli anni che vanno dal 1930 al 1932. Dopo questi lavori di Stresemann, pochi e sporadici studi sono stati in prosieguo condotti sull'avifauna in argomento.

In questi ultimi anni, e precisamente nell'agosto dell'anno 1980, il tedesco Christian Krause ha rivisitato le parti culminali a sud del monte Rantekombola (Sulawesi 30 23' Sud - 120° 02' Est). Il suo campo-base era situato al di sopra della linea arboricola delle pendici del Rantekombola ad una altezza di 2300 mlm., dove la vegetazione era ben rappresentata da prati intervallati da sparse zone arbustive. L'ornitologo Krause ha potuto osservare piccoli branchetti (fino a 6 individui) di Serinus estherae anomali. Secondo le osservazioni di Krause, questi Serinus costituivano forme endemiche (vale a dire che non si trovavano in nessuna altra parte del mondo), con areali d'altitudine posti tra i 2000 ed i 3000 mlm. intorno ai crinali del monte, per cui ne
catturò un individuo poi classificato come nuova Subsp. da Schuchmann et Wolters del Museo « A. Koenig » di Bonn con la nuova denominazione di Serinus estherae renatae, dedicandola al naturalista Dott. Renato van den Elzen in riconoscimento dei suoi brillanti studi sull'etologia dei Serinus e Specie affini.



La nuova Sottospecie differisce dalle altre sopra viste principalmente in ragione della taglia più massiccia e dell'accentuata forma conica del becco

I relativi dati allometrici sono i seguenti: ala mm. 71; culmen mm. 11; becco (larghezza) mm. 8; coda mm. 58; tarso mm. 13.

Evidentemente questa nuova Forma supera tutti i Tipi di estherae per accentuazione di mole e di becco. Gli schemi di colorazione, poi, sono i seguenti (essi, peraltro, lo avvicinano alla Subsp. S. e. vanderbilti de Schaeunsee): fronte gialla; dorso scuro di tonalità grigio-brunastra e testa di pari tonalità, ma leggermente più chiara; zona perioculare e guance di un giallo slavato, debole nel suo insieme; groppone giallo-oro con parti terminali superiori nere, orlate di giallo intenso; copritrici primarie e secondarie nere con orlatura gialla; ventre bianchiccio, privo di tonalità brunastre più avvertibili, invece, nelle piume del petto.

Questa nuova Sottospecie perfeziona, in definitiva ed in senso biogeografico, i Tipi della Superspecie estherae, tenuto conto delle forme più occidentali ed anche della S. e. mindanensis originariamente assunta come Specie distinta, ma ora classificata invero nelle Subsp. di S. estherae, come è d'altronde giustamente riportato nel trattato di de Baseggio-Quercellini.
E' ora, conclusivamente, possibile soggiungere che i caratteri morfologici, gli schemi di colorazione e specialmente la forma del becco di questa nuova Subsp. che qui abbiamo trattata si adatta perfettamente al cline della Specie tipica Serinus estherae (Finsch) risolvendo in parte, se non in tutto, il problema appena lumeggiato a principio della presente Nota. Infine, la profondità dell'oceano fra le isole dell'arcipelago indiano e la loro origine vulcanica apparentemente recente (in senso geologico) rende molto improbabile che siano mai state unite, e questa è una considerazione che mi sembra assai più importante di ogni altra, per quanto riguarda la distribuzione biogeografica dei Serinus asiatici.
Giuseppe Paolo Mignone