Ecco il mito delle gazze, descritto da Ovidio nella “Metamorfosi”,un libro che raccoglie numerosi racconti greci, scritto poco prima dell’8 d.C.
Pierio re di Macedonia, ed Evippa, ebbero nove figlie. Una volta cresciute abbastanza, i genitori si accorsero che possedevano una meravigliosa voce. Il padre dunque convocò i migliori maestri per farle istruire nelle arti, sicché quando si organizzavano dei grandi banchetti le giovanisi esibivano ricevendo numerosi complimenti. Ma con il tempo, la superbia si insediò in loro, ed esse osarono sfidare le nove muse in una gara di canto. Si spinsero fino al monte Elicona, la sede di Clio,Euterpe,Talia, Melpomene,Tersicore, Erato, Polimnia, Uraniae Calliope.Quest’ultima, musa della poesia, era ritenuta la più nobile fra tutte, e fu incaricata dalle sorelle di cantare per tutte loro. Le ninfe dei fiumi giudicarono la gara, e decretarono Calliope vincitrice. Le figlie di Pierio allora,chiamate anche Pieridi, si infuriarono con le muse, ignorando il fatto che chiunque le offendeva doveva essere severamente punito. Gli Dei dunque, le trasformaronoin gazze (Piche), uccelli dalla voce stridula e monotona.