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Discussione: 1988 - Il Parigino G.F.Bracchi

  1. #1
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    1988 - Il Parigino G.F.Bracchi



    IL PARIGINO DI IERI E DI OGGI
    di G. FRANCO BRACCHI


    Per esaminare quali sono le odierne condizioni di allevamento del Parigino, suddividia mo in tre periodi di tempo il suo percorso storico:

    1) l'altro ieri, che decorre per un lungo tragitto (quasi cento anni), dalla sua iniziale morfologia all'inizio dell'ultimo conflitto mondiale;

    2) ieri, l'immediato dopoguerra, quando pochi esemplari rimasti dettero vita al risveglio nazionale dell'allevamento dell'arricciato;

    3) oggi, con la conoscenza della genetica, degli additivi alimentari, delle malattie, dei medicinali, della consanguineità, della profilassi, della terapia.


    1 ° PERIODO

    Durante questo lungo tasso di tempo l'allevatore fu veramente «GRANDE» per passione e perseveranza perché l'allevamento del Parigino era basato unicamente sull'intuito
    Non c' erano esperienze a monte che insegnassero, non c'erano concetti chiari sul comportamento degli accoppiamenti, non c'erano testi che illustrassero (magari anche con lacune), i più essenziali elementi della materia, non c'erano concetti di uniformità a livello nazionale ma, i limitatissimi contatti, avvenivano regionalmente quando, addirittura, a limiti cittadini.

    Hanno con la loro passione creato l'arte di allevare

    Tutto era un'incognita
    L'allevatore doveva risolvere ogni problema come la scoperta di qualcosa di nuovo, di insesplorato, di sconosciuto
    Pensate quanta costanza hanno avuto i padri del Parigino odierno!

    Certo non si scoraggiavano di fronte agli innumerevoli insuccessi, il loro pane quotidiano era un decalogo di sacrifici, di prove e controprove, di esperienze su esperienze

    Mi chiedo se oggi saremmo capaci di fare altrettanto

    A volte mi chiedo se oggi (io compreso) saremmo capaci di tanta cocciutaggine, di un senso di sacrificio simile, perché la stressante vita moderna, penso non permetta, una tale assiduità, tanta voglia di riuscire, tanto desiderio di arrivare ad una meta predisposta. Non abbiamo precise ed inconfutabili testimonianze di quel glorioso passato ma senz'altro fu irto di difficoltà di certa entità pratica che forse oggi riterremmo insormontabili. Lasciamo questo periodo, il più eccelso, perché assai oscuro alla nostra conoscenza dei fatti ma riverenti a quegli allevatori che fecero d'ella loro passione una vera ed assoluta Arte

    2° PERIODO

    Questo esaltante periodo fu da me vissuto intensamente; ricordo ancora (mi sfuggirà certamente qualche nominativo) i pochi Parigini posseduti e allevati dagli amatori dell'alta Italia:

    Torino: Pereai, Quaglia, Rolando, Gambtno, Porporato Paratico.
    Milano e Brianza: Giuliani, Manzoni, Chiusi, Ravanelli, Dei, Ponte, Ilossi, Fattori, Guzzi, Madoi, Bezzi, Ornaghi, Tega, Giudici, Mendolia, Spagliardi (ed altri di cui non ricordo il nome, ma senza ombra di dubbio la regione più ricca e dotata di allevatori e di Parigini di buone qualità).
    Padova: Samassa
    Piacenza: Basini.
    Bologna: Alessandri.
    Parma: Schianchi ed altri

    Certi allevatori e certi soggetti fecero epoca

    Questi allevatori detenevono un patrimonio (non monopolio) più o meno bello e puro.
    Di fatto, certi nominativi sono rimasti per anni sulla cresta dell'onda delle premiazioni nelle mostre che si susseguirono con un ritmo costante e serrato.

    Per anni, anzi, fecero epoca certi Parigini, perché l'interscambio dei soggetti e appropriati accoppiamenti risvegliò caratteristiche che la consanguineità aveva solamente accantonato

    Un Parigino dell'allevatore Manzoni di Monza ad esempio, restò memorabile per anni; Alessandri non fu da meno in Romagna, Basini in Emilia, Rolando a Torino.
    Alcuni allevatori facoltosi (Giuliano e Rolando) si recarono nuovamente in Francia e rastrellarono quel poco di buono che era rimasto nel dopoguerra, del resto intenditori della loro forza non avrebbero riciclato soggetti scadenti, almeno avevano la premessa di dare dei buoni risultati.

    Crescono i rincalzi ai pionieri

    Le mostre si moltiplicarono a dismisura e gli allevatori aumentavano con un crescendo quasi costante.
    Così dai risultati delle esposizioni cominciarono ad apparire nomi nuovi (Bracchi apparve con un Parigino da 90 punti alla mostra dl Novara il 10 ottobre 1954, vedasi a conferma la rivista del dott Savino - «Uccelli da gab
    bia e voliera» n 11 novembre 1954 - era un Parigino maschio paglierino tutto piemontese figlio di un maschio acquistato da Gambino e una femmina acquistata da Perotti, ambedue torinesi) le prime promesse di rincalzo ai «SANTONI» che avevano avuto il merito di affrontare le difficoltà della detenzione di canarini durante l' interminabile periodo bellico (tessere annonarie e relative carenze alimentari, mancanza di riscaldamento ecc ) si stavano rinnovando e promettevono bene

    L'ascesa dell'Arricciato frenata dal canarino rosso


    Nel più bello dell'ascesa della canaricoltura dell'arricciato in Italia, ecco apparire i primi Sassoni rossi che frenarono enormemente il progresso che aveva imboccato il Parigino.
    Solamente i suoi veri cultori e dell'arricciato in genere non si fecero illusione sul valore delle novità apparse sul mercato che portavano ad una sensibile svalutazione del Parigino e di conseguenza dell'arricciato facendo salire alle stelle certi Sassoni rossi che, alla fine, non erano che dei rosso arancio abilmente colorati.

    Cominciarono allora ad essere presenti sul mercato alcune specialità veterinarie ad uso ornitologico, riciclate sulla base di esperienze in avicoltura alcune delle quali per niente indovinate e prive di qualsiasi efficacia, farmaci comunque spariti dalla circolazione.

    I petrodollari depauperano gli allevamenti del Parigino

    Si arriva così al terzo periodo
    che coincide con l'arrivo a Milano e Torino degli Studenti Persiani dello Scià (Shah) che acquistano, a fior di petrodollari ed assegni in bianco, tutto ciò che di meglio offre il mercato, canarini, che inviano al loro paese il che costituì un vero depauperamento del nostro patrimonio in quanto soltanto pochi allevatori non interessati al denaro resistono alla tentazione del facile realizzo.

    Ma la Persia cambia in IRAN e lo Scià in AYATOLLAH e per noi italiani incomincia un nuovo corso.

    3° PERIODO

    Si tratta veramente di un periodo travagliato, sia per la FOI che per i Parigini

    LaFOI cambia nel giro di pochi anni il suo direttivo (Bossi-Motta-Bolzanella). Io che avevo percorso la scala della direzione dei giudici e della specializzazione degli arricciati segui la stessa sorte.
    Ci furono periodi di sfasciamento della FOI da cui non si è ancora interamente ripresa. E' storia relativamente recente che non vai la pena di ricordare e che ognuno ricorda ed interpreta alla luce delle proprie conoscenze e dei propri interessi

    Periodo di crisi relativa

    Il Parigino conserva pochi esemplari, ma di ottima qualità in un ristretto campo di «BIG»
    Gli allevatori si sono ridotti forse a meno di un terzo del massimo storico, alle mostre non si vedono esposti Parigini perché i possessori, tutti ottimi intenditori, non ritengono utile sottoporre i loro soggetti agli strapazzi delle mostre per la conquista di una patacchetta, inoltre non hanno motivo di affanarsi per vendere il superfluo della produzione che va a ruba a prezzi altissimi e molte volte solo su prenotazione

    Appaiono allora, ai vertici della FOI, gli ormai «Famosi e snobbati» tecnici della ricostruzione della razza Parigina( Aprile 1972) di cui nessuno ha mai messo in pratica i dogmi ma anche senza che la loro funerea profezia si avverasse, dato che il Parigino permane più bello, sano e prolifico che mai (altro che decadenza).

    Produciamo i più bei Parigini del mondo

    Oggi in Italia a quindici anni dalla predetta catastrofe, si allevano i più bei Parigini del mondo, alla faccia della C T che ha avallato questi criteri di allevamento ricostruttivo, ed i risultati agli ultimi campionati mondiali lo certificano
    Non tratterò questo scorcio, che ho già più volte aspramente criticato, ma mi conforta il fatto che le mie «insensate» previsioni sono state accettate in toto dagli allevatori che hanno preferito seguire i miei «scriteriati» consigli e scartato quelli che volevano la ricostruzione del Parigino attraverso incroci e meticciamenti (incredibile )
    Hanno seguito e segguono al presente la strada già percorsa dai padri del Parigino, sicura al massimo per quanto riguarda i risultati, che produce i campioni presenti a tutti i mondiali

    L'allevaore del Parigino oggi

    Oggi, si alleva il Parigino puro al cento per cento e non c'è nessuna presenza del ricostruito mediante meticciamento ed ibridazione con canarini lisci e uccelli esotici
    L'allevamento è parzialmente influenzato dalla conoscenza delle leggi della genetica, ma è anche vero credere e pensare che lo specialista è un gran praticone, carico di un intuito straordinario, che basa la sua tecnica principalmente sull'esperienza, che nella maggior parte dei casi è (S. Tommaso) un esperimentatore che tocca con mano, che prova e ricerca.
    In ogni caso, un saggio, un perseverante mai un arrivato

    L'alimentazione è più razionale

    Di fronte al passato l'alimentazione è cambiata molto, è più razionale, più specializzata per l'impiego degli additivi.
    Pensate solo al pastonctno di una volta confezionato con uovo sodo, miscelato al 50% con pane raffermo gratuggiato a confronto con quello odierno dove l' uovo sodo viene introdotto in minor misura ma con uno sfarinato che ha inserito farina di soia al 50% di proteine vegetali e latte magro in polvere col 35% di proteine animali
    Anche il ntger è senza dubbio un alimento non privo di importanza, che almeno allegerisce l'allevatore del lavoro di sgusciare o tritare il girasole

    Disinfezione e norme igieniche controllano le malattie

    Le malattie sono state maggiormente studiate ed il canarino impallonato del quale non si conosce il malanno, oggi ha più possibilità di essere diagnosticayo ed in casi difficili curato da veterinari e laboratori specializzati.

    Le più ricorrenti malattie di una volta, oggi si sono notevolmente ridotte per le migliorate condizioni igieniche di allevamento, oggi le più comuni sono di carattere intestinale (colibacillosi) e respiratorio.
    I più moderni medicinali hanno debellato un gran numero di malattie che una volta erano pressoché incurabili, antibiotici a largo spetro d'azione, sulfamidici e chemioterapici operano con efficacia anche se devono essere impiegati con grande prudenza

    L'impiego di specialità ad uso umano (vedasi gli scritti del dott. Capecchi) danno risultati più che soddisfacenti purché si indovini il malanno

    Restare con i piedi e la testa in terra

    La consagutnettà correttamente applicata non provoca degenerazione ma anzi crea campioni di razza della massima purezza, non certo meticci ed ibridi programmati e quindi teorici

    L'impiego di sali minerali, vitamine ed oligoelementi a fatto si che moltissime malattie carenziali siano addirittura scomparse e sconosciute agli odierni allevatori; preparati e medicinali specifici fanno oggi parte dei trattamenti di profilassi di routine

    La terapia delle malattie è sempre più precisa e vorrei proprio che l'eccellente dr Capecchi facesse più il medico condotto che il cattedrattico in modo che la sua magistrale competenza fosse accessibile anche ai meno preparati.

    A conclusione di questa chiaccherata ribadisco la convinzione che la canarrcoltura dell'arricciato deve essere fatta, programmata, insegnata, divulgata a misura degli allevatori e non a livello dei «RAMBO» del Fiorino, che allevatori e divulgatori devono restare con i piedi ma sopratutto con«la testa» in terra.

    G.F.Bracchi 1988

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  2. #2
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    Il Parigino

    Grazie per questo articolo del 1988, non lo avevo mai letto. E' interessantissimo.

  3. #3
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    grazie Marco per averci regalato questo interessantissmo e storico articolo.
    tutto ciò è molto utile perchè oggi si parla molto poco di arricciati e in particolare di Parigini e AGI.

    ... il Parigino in Italia deve riprendere a decollare come accadeva circa 10-15 anni fà.

    ::-°°-
    Stefano r.n.a. 13ED
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