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Discussione: Allevare le Camole del Miele

  1. #1
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    Allevare le Camole del Miele

    Galleria mellonella

    Chi sono: dette impropriamente camole del miele, le si dovrebbe chiamare camole della cera. Infatti questi bruchi sono dei veri e propri flagelli degli alveari. In natura la farfalla di questa specie (una 'nottola' dai colori dimessi della famiglia delle Piralidi) depone le sue uova negli alveari ed i suoi bruchi ne divorano la struttura cerosa, non risparmiando il miele e le stesse larve delle api. D'altra parte le camole sono già utilizzate da anni come esca per la pesca in acqua dolci e, da un po' meno, come cibo per gli amici insoliti, quindi ben vengano!

    La larva di Galleria mellonella è un bruco che raggiunge una taglia massima di circa 3 cm; come cibo vivo costituisce una vera leccornia per tutti gli animali insettivori grazie la suo gusto dolciastro che gli viene dal miele. Devo dire che i miei rettili hanno fatto una notevole distinzione tra le camole comprate e quelle che allevo, preferendo di gran lunga queste ultime... forse il retrogusto di segatura delle larve acquistate li disturba.

    Lungo l'arco della loro breve vita da larve, le camole del miele vivono un primo periodo in cui il diametro del corpo è uniforme per tutta la lunghezza. A questo stadio usano le energie per crescere e sono nutrizionalmente più equilibrate, essendo più ricche di proteine e meno di grassi. Chi usa quindi mini camole come cibo per anfibi o piccoli sauri non dovrebbe quindi aver alcun problema anche se l'uso è quotidiano (ma che non sia unico!).
    Viceversa, a partire dalla penultima muta cominciano ad assumere la loro caratteristica forma a "pera", incamerando l'energia necessaria alla successiva metamorfosi. Quando finisce la fase di accrescimento e cominciano a muoversi alla ricerca di un posto dove imbozzolarsi sono al massimo della loro capacità nutrizionale... è il momento di "lesinarle" ai nostri rettili!
    Il valore nutritivo della camola all'ultimo stadio è infatti elevatissimo, essendo mediamente costituito dal 70% di proteine, 16% di grassi, 10% di acqua e solo 4% di scoria indigeribile. A parità di peso quindi una camola del miele fornisce circa 3 volte le calorie fornite dai grilli e presenta una velocità di assimilazione maggiore.

    Benchè normalmente solo la camola sia utilizzata come cibo vivo, la crisalide di questa specie è particolarmente ricca in vitamine e meno grassa, il che suggerisce che, se accettata (è purtroppo quasi immobile) costituirebbe un alimento d'elezione. Anche la farfalla, che ha una taglia di 1,5-2 cm, costituisce un ottimo alimento: dal contenuto calorico decisamente inferiore, grazie ai suoi movimenti rapidi induce l'istinto predatorio anche nei rettili più svogliati, e non presenta alcuna controindicazione potendola usare anche quotidianamente "ad libitum".

    Allevarle? se avete già letto la versione precedente di questa scheda vi ricorderete di come caldeggiavo il loro acquisto piuttosto che l'allevamento, tuttavia spinto dalla mia continua voglia di "sperimentare" alla fine mi sono messo ad allevarle, scoprendo quanto sia facile e produttiva la stabulazione di questo piccolo bruco... ormai non ne posso più fare a meno!

    Il contenitore: si utilizzeranno contenitori in plastica o vetro, quelli da frigo vanno benissimo, possibilmente scuri o comunque mantenuti al buio (in un armadio ad esempio). I bruchetti sono infatti fotofobi e mantenendoli alla luce avrete poche chances di farli uscire allo scoperto. Le dimensioni potranno essere intorno ai 30cm (lu) x 20 (la) x 20 (al), alla luce della mia esperienza consiglio un'altezza anche maggiore, infatti, il principale problema fin qui incontrato, è il rapido esaurimento del pabulum di coltura che costringe a ripetute stratificazioni di nuovo cibo, possibili solo se l'altezza del contenitore è sufficiente.
    Il coperchio resta per me un problema insoluto: avevo letto di usare della stoffa, ma vi giuro che le larve subadulte forano qualsiasi tipo di tessuto con facilità, prova ne sono le farfalle che ancora adesso trovo libere per casa, frutto di bruchetti evasi!
    Il problema quindi è trovare una barriera sufficientemente resistente e fitta: le larve neonate sono lunghe circa 1 mm e passano tranquillamente attraverso la più fine delle reti, mentre quelle adulte si aprono un varco a suon di mandibole. Se troverò una soluzione soddisfacente ve la farò sapere, per ora mi limito a sostituire la stoffa ogni volta che trovo un buco.

    Il cibo: l'approccio 'naturale' sarebbe senz'altro il migliore per mantenere le camole in condizioni dietetiche ottimali, anche se spesso è inapplicabile. Gli apicoltori, all'atto della 'spremitura' dei favi, li comprimono con una pressa per recuperare il miele, ciò che resta viene di solito venduto per le preparazione di cosmetici ed altri derivati: se quindi conoscete un apicoltore non vi resta che chiedergli il favo residuo... e per le vostre camole sarà festa grande.
    In alternativa a questo metodo potete preparare un pastone fatto in casa che potrà essere nutritivamente altrettanto equilibrato, ma più costoso. Le ricette sono numerosissime ve ne riporto tre raccolte sul web o su libri (super, normale, economica). Tenete presente che se sceglierete la versione economica la qualità alimentare dei vostri bruchi sarà inferiore e probabilmente sbilanciata.

    Super:
    • 400 gr di crusca
    • 400 ml di glicerina
    • 300 ml di miele
    • 200 gr di latte in polvere
    • 200 gr di farina integrale
    • 100 gr di germi di grano
    • 100 gr di lievito di birra in polvere
    miscelare separatamente gli ingredienti liquidi e quelli solidi, poi unirli amalgamandoli bene.

    Normale:
    • 300 gr di sfarinato di cereali per neonati (farina lattea)
    • 100 ml di glicerina
    • 100 ml di miele
    • acqua
    miscelare i primi tre componenti, l'acqua serve solo a permettere una buona miscelazione degli altri ingredienti e deve essere usata nel minor volume possibile, aggiungendola per ultima in piccole quantità.

    Economico:
    • 300 gr di crusca (macinatela ulteriormente fino a farne una farina)
    • 200 gr di mangime per cani in pellet(da macinare finemente)
    • 500 gr di miele
    miscelate tutto e cuocete a fuoco lento finchè non è ben omogeneo (occhio a non bruciarlo, il microonde può esservi d'aiuto, ma mettere un coperchio sul contenitore di cottura). Versate la miscela a raffreddare ed asciugare su di un largo tegame. Il vostro 'dolcetto' dovrebbe apparire compatto, piuttosto asciutto ed un po' appiccicoso: sbriciolatelo.

    NOTA: la cera delle candele (paraffina) è assolutamente inadatta come nutrimento!

    Aggiungo come postilla la ricetta di due possibili substrati "alternativi" che ho sperimentato personalmente per fare esperienza senza rimetterci il portafoglio:
    1. 300 gr di crusca, 100 gr di farina, 150 gr di pellettato per cani macinato finemente, 500 gr di miele, 80 gr di glicerina ed un cucchiaio di calcio in polvere, ovvero,
    2. 700 gr di biscotti (frollini) sbriciolati, 200 gr di crusca, 300 ml di miele, 50 ml di glicerina, calcio in polvere
    Ho miscelato il tutto e l'ho cotto in microonde (a bassa potenza) fintanto che il substrato risultasse abbastanza friabile da poter essere sbriciolato con le mani senza ritrovarmi invischiato, ma non risultasse asciutto. La glicerina in questo senso fa da "garanzia" per un corretto apporto idrico, infatti essendo idrofilica impedirà al substrato di asciugare troppo. In effetti la glicerina rappresenta anche un importante "mattone" per la biosintesi dei grassi, quindi è bene sia presente, ma è anche bene che non sia troppa così da rendere le nostre larve un po' meno caloriche.
    Questo substrato si è mantenuto perfetto per ben tre mesi senza l'aggiunta di alcun conservante odorando di croccante... conoscete un altro insetto il cui allevamento vi stuzzichi il palato, invece di appestarvi la casa?

    Qualunque substrato abbiate scelto stendetelo sul fondo del contenitore per uno spessore di 3 cm, badando bene a non pressarlo ed aggiungete delle crisalidi (ottenute comprando le camole e lasciandole a temperatura ambiente; le crisalidi possono essere estratte dai bozzoli senza rischi per lo sviluppo delle farfalle). Se cominciate l'allevamento con camole comprate dai negozi di pesca non stupitevi dell'elevatissima mortalità: io sono partito con 18 camole da cui ho ottenuto 13 crisalidi che hanno dato vita a solo 7 farfalle di cui tre con ali deformi! Nonostante gli inizi minimalistici la resa è stata a dir poco spaventosa; quindi vi consiglio di resistere alla tentazione di provarci con una trentina di farfalle... dovreste praparare un contenitore enorme con svariati kg di pabulum!

    Tenete conto che le crisalidi grandi sono femmine e quelle piccole maschi. Il rapporto ideale dei sessi sarebbe di 1 maschio per 2 femmine. Spesso i negozi di pesca vendono con due prezzi diversi le larve di pezzatura piccola e grande... non vi resta che comprare una scatola per tipo.
    Come substrato di appoggio per le future farfalle ponete nelle scatole della carta di giornale accartocciata, che verrà usata anche come substrato di deposizione.

    La temperatura di allevamento ottimale dovrà essere tra i 25 ed i 30°C, l'umidità dovrà essere bassa (20%) se no l'intero potrebbe fermentare ad opera di batteri e muffe. Per prevenire questi fenomeni è possibile aggiungere alla miscela 1 mg di Nipagina sodica (metile para-idrossi-benzoato: un conservante alimentare). Eliminate comunque, a scanso di problemi, le farfalle che inevitabilmente moriranno dopo la deposizione.

    Il ciclo vitale della Galleria mellonella, da uovo ad adulto, è di circa 2 mesi a 30°C. Le uova schiudono in 15 giorni, la camola si sviluppa in circa 45 giorni (stadio di crisalide compresa) e gli adulti vivono circa una settimana. Tutto ciò in linea teorica. La mia esperienza si è svolta con temperature oscillanti tra i 20 ed i 23°C. In queste condizioni il ciclo vitale dura circa il doppio, il che non è male ogni qual volta abbiate bisogno di minicamole o vogliate rendere più duraturo l'allevamento; infatti le camole adulte non possono essere conservate altrimenti che in frigo, perdendo progressivamente valore nutrizionale.

    Vi avverto che inizialmente il vostro allevamento potrà apparirvi fallimentare, infatti le minicamole neonate sono quasi invisibili, guardando bene tuttavia potrete scorgerle grazie alla notevole velocità con cui si muovono (davvero incredibili!). Se il vostro contenitore è trasparente le noterete sul fondo, in caso contrario sarà difficile scorgerle al di fuori dei primi giorni dalla schiusa. Appena nate infatti vivono una fase di furia dispersiva che le fa muovere in tutte le direzioni compresi i bordi del contenitore, in queste condizioni molte evaderanno, senza che comunque il vostro allevamento ne risenta negativamente.
    L'unico valido deterrente alle fughe non è il coperchio, bensì la presenza di una forte fonte luminosa che costringerà le galeotte a trovare rifugio all'ombra del substrato. Una volta "interrate" spariranno per circa un mese e ne potrete notare poche decine guardandole vagare sul fondo... poi avverrà un progressivo, quanto inarrestabile, miracolo! Infatti a circa un mese di vita e con una taglia di circa 1 cm le larvette cominceranno a farsi vedere saltuariamente allo scoperto. Ho notato un notevole gregarismo infatti le mie larve hanno consumato completamente metà del pabulum nutritivo che si trovava sul lato più "scuro" del contenitore, per migrare solo in seguito a consumare il restante. A questo punto scoprirete quanto sia difficile sfamarle! Io ho dovuto in tre tempi ripreparare il pabulum da capo e stratificarlo sul precedente ormai ridotto ad un ammasso solido di seta e cacchine!

    Da questa fase in poi la crescita delle larve si fa rapida come in condizioni di alta temperatura, anche per il fatto che le camole producono esse stesse un notevole innalzamento della temnperatura del substrato, riscaldandosi quindi autonomamente (da qui mi spiego, almeno in parte, il loro gregarismo).
    Come noterete la produzione di seta è continua ed intensissima, non ci sarà angolo del contenitore che non sia completamente coperto da un tappeto di seta. Lo stesso subtrato, alla fine del vostro allevamento, verrà via dal contenitore come un leggerissimo mattoncino compatto!
    Nella fase finale del periodo larvale le camole assumeranno la caratteristica forma a pera ed entreranno in un rinnovato stato di 'furia', aggirandosi velocemente per tutto il contenitore alla ricerca di un luogo dove impuparsi: è questo il momento in cui sono più (se non troppo) nutrienti ed è più facile prelevarle.

    Il prelievo delle larve dal contenitore è una faccenda piuttosto delicata, è infatti facilissimo "ammaccarle": la cosa non salta all'occhio subito, ma si manifesta dopo alcuni giorni con un annerimento della parte lesa che in breve si estende a tutto il corpo uccidendole. Sarebbe quindi buona norma agire con delicatezza e possibilmente utilizzare come cibo tutte le larve maneggiate.
    Se dovete usare le baby camole con taglia intorno al cm, per non fare una vera strage, vi consiglio due possibili soluzioni:
    • non aggiungete pabulum nutritivo: le larve una volta terminato quello esistente cominceranno a darsi alla fuga facilitandovi al raccolta
    • ponete il contenitore su di una fonte di calore almeno a 40°C (es coperchio del terrario in corrispondenza dei reattori dei tubi fluorescenti), le larve cominceranno ad agitarsi e a venire spontaneamente allo scoperto per "svaporare".
    Conservarle: è d'obbligo il frigo, giunte infatti alla fase finale del loro ciclo vitale le camole si trasformerebbero tutte in crisalidi e quindi in farfalle. In effetti ambedue questi stadi vitali sono ottimi dal punto di vista alimentare, quindi, se i vostri amici insoliti li gradiscono, potrete usarli a piacimento e senza restrizioni.
    In frigo potete conservare larve e crisalidi, ma le farfalle vanno usate subito, se no esauriranno rapidamente le loro scarse scorte caloriche (sono infatti incapaci di nutrirsi) e moriranno.
    Le camole "refrigerate" sopravvivono a lungo, anche un paio di mesi! Nel tempo il loro valore nutrizionale cala conseguentemente, rendendole nel contempo utilizzabili più a "cuor leggero" senza rischiare di ingrassare i nostri beniamini. Dopo un periodo di frigo superiore al mese di solito si notano alcuni decessi (da eliminare subito) e le larve sono ad un punto di non ritorno: una volta portate a temperatura ambiente sopravviveranno ancora qualche giorno senza accettare cibo e poi moriranno.

    Conclusioni: eccomi quindi trasformanto in un convinto sostenitore dell'allevamento dei questi insetti! Facili da stabulare, esenti da "puzze", estremamente produttivi. Anzi, l'unica vera ragione per cui non consiglio il loro allevamento a tutti, è l'eccessiva produttività! Se avete solo un paio di amici insoliti vi troverete letteralmente sommersi di camole in eccesso e allevarle non sarà più economicamente vantaggioso, a meno che non siate degli appassonati di pesca. Chi invece alleva numerosi animali e vuole integrare la loro dieta con camole (poche), crisalidi e farfalle (a sazietà) di questa specie non ha che da cominciare.
    Per inciso, da quelle 7 farfalle iniziali di cui solo 3 erano fammine, ho ottenuto qualcosa come 6-700 camole! Ho ancora adesso il frigo pieno di camole e crisalidi in eccesso... e "purtroppo" le farfalle ottenute stanno deponendo la loro seconda generazione!
    Inutile dirvi che le farfalle nate nel proprio allevamento hanno un aspetto magnifico, taglia gigante e schiusa da crisalide del 100%! Chissà che farò del mio prossimo migliaio di camole???

    Buon allevamento!


  2. #2
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    Interessante articolo!
    Dove l'hai preso? Sarebbe il caso di citare le fonti, per questioni di copyright...


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  3. #3
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  4. #4
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    Quote Originariamente inviata da Alessandro Ascheri Visualizza il messaggio
    Interessante articolo!
    Dove l'hai preso? Sarebbe il caso di citare le fonti, per questioni di copyright...
    scusate ho dimenticato infatti di citare l'autore e la provenienza del articolo.

    L'ARTICOLO E PRESO DAL SITO DI http://www.amiciinsoliti.it E L'AUTORE E IL SIGNOR ROBERTO ...


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