Gli Eurilaimidi vivono nelle foreste e nelle giungle ricche di umidità, sempre vicino a zone paludose o corsi d'acqua. Particolarmente sedentari compiono brevi spostamenti da un ramo all'altro ed è molto raro si posino sul terreno.
Alcune specie sono gregarie, altre piuttosto solitarie. Si alimentano con insetti, frutta e bacche; talvolta, le specie più grosse anche con gamberetti, pesciolini, granchi e persino, secondo alcuni ornitologi, con piccoli rettili e anfibi.
Il più raro di tutti è l'Eurilaimo di Grauer, un minuscolo uccello verde, lungo appena dodici centimetri, con la gola e il petto blu, presente in una zona ristretta, ricoperta da una fitta foresta di bambù, sui monti vicini al Lago Tanganica. Il più comune e il più noto è lo Psarisomus dalhousiae dalle bellissime colorazioni verdi brillanti, nere e azzurre, e con numerose macchie di colore giallo chiaro sul capo, diffuso dalle pendici dell'Himalaya attraverso tutta la zona sudorientale dell'Asia, fino a Sumatra e al Borneo. È un uccello un po' goffo e robusto che vive a piccoli gruppi arrampicandosi fra le liane come i Pappagalli.
Gli Eurilaimidi costruiscono straordinari nidi a sacco slargato alla base che
possono raggiungere una lunghezza di 2 metri e vengono attaccati a un ramo che pende quasi sempre su un torrente o su un altro specchio d'acqua. In genere vi è una grossa sporgenza al di sopra dell'ingresso. È costruito con erba, foglie, muschio e piccole radici; imbottito con foglie verdi e abbellito da una lunga coda formata da materiale fibroso di ogni tipo unito con ragnatele. Di solito gli Eurilaimidi depongono 2-4 uova (I'Eurilaimo psittacino anche di più) di color bianco, rosso chiaro o crema, picchiettate all'estremità più arrotondata.
I Caliptomenini e le specie del genere Smithornis depongono, invece, uova prive di macchie. Poco o nulla si sa sulle modalità dell'incubazione, sul periodo durante il quale i piccoli sono sfamati dai genitori e sulle altre caratteristiche
relative alla vita all'interno del nido.
Esperienza personale.
È sempre stato particolarmente difficile trovare gli Eurilaimidi nei negozi di uccelli esotici. Soltanto molti anni fa, eravamo nell'estate del 1986, vidi per la prima volta alcuni Psarisomus dalhousiae dal solito amico importatore e subito ne acquistai una coppia, o per meglio dire, due soggetti. Avanti di parlare della mia esperienza con questi uccelli mi piace riportare alla lettera brevi passi di un articolo su questa Specie scritto(Cifr.Bibl.) da un componente del Coordinamento Tecnico del Club dell'Esotico per Italia Ornitologica: "Nessuna descrizione darà mai il giusto valore alla bellezza di questa Specie, neanche la foto più esatta e nitida dà l'esatta sensazione che si prova nel vedere
dal vivo questo straordinario uccello ... La loro alimentazione non può consistere solo di frutta, in quanto sopravviverebbero per breve periodo; per questo deve essere integrata con una buona miscela di insetti e cibo vivo ...
Psarisomus dalhousiae
Se si fornisce la giusta alimentazione, si adattano velocemente alla cattività e diventano in breve tempo molto docili, senza nessun timore dell'uomo, in particolare se si porge il cibo gradito almeno una volta al giorno in modo da collegarlo alla presenza dell 'uomo. Un'alimentazione per detta specie dovrebbe essere contenuta all'incirca nelle seguenti percentuali: 65-70% di frutta, 30- 35% di pastone per insettivori, 5% insetti vivi. Questi uccelli sono molto docili negli aviari nei confronti di altre specie e quindi possono convivere bene con altri onnivori".
Appena a casa li collocai in una capace voliera interna alimentandoli con pastone alla frutta, larve di Tenebrio molitor, piccole cavallette e abbondanti quantità di mele spezzettate con l'aggiunta di qualche spicchio di pera. Li tenni in quel contenitore per una quindicina di giorni durante i quali constatai che pur dimostrandosi calmi, quasi pigri e per niente forastici, venivano presi, senza un'apparente causa, da improvvisi terrori tanto da agitarsi disordinatamente, sbattendo con forza contro le ,pareti dalla voliera. Dovetti anche intervenire, più volte, con un apposito insetticida contro "strani" artropodi abbastanza grossi e rossastri che, in alcuni momenti, apparivano e scomparivano tra le piume, in particolare sulla testa e vicino agli occhi.
Il tentativo di metterli in voliera esterna in compagnia degli altri uccelli non ebbe esito positivo e non per incompatibilità o risse con gli altri ospiti della voliera, anzi se ne stavano tranquilli sempre posati sui rami dello stesso alberello, scendendo soltanto per mangiare e per bere nei recipienti vicini, ma per l'incapacità di ambientarsi al diverso alloggio. Una notte a pochi giorni dalla nuova sistemazione piovve per ore e al mattino li trovai a terra completamente bagnati, infangati e tremanti accanto al tronco del loro abituale posatoio.
Cymbirhynchus macrorhynchos
Soltanto una scrupolosa pulizia delle piume e un tempestivo impiego del phon riportarono i due uccelli alle primitive condizioni.
Ricollocati nel loro gabbione e alimentati con il consueto cibo si mantennero per molti mesi sempre in buone condizioni di salute.
Poi li cedetti ad un amico in cambio di alcune Nettarinie asiatiche.
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Alamanno Capecchi
nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.
Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio