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Discussione: Gli Eurilaimidi (A.Capecchi)

  1. #1
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    Gli Eurilaimidi (A.Capecchi)

    Gli Eurilaimidi (Famiglia Eurylaimidae)

    di Alamanno Capecchi

    Agli Eurilaimidi (Ordine dei Passeriformi) appartengono otto generi e quattordici
    specie di uccelli, presenti in alcune zone tropicali dell'Asia e dell'Africa, particolarmente interessanti per alcune caratteristiche somatiche e biologiche, tanto da
    essere classificati in un sottordine a parte (Sottordine Desmodactylae). La loro siringe è controllata da un solo paio di muscoli, le dita anteriori sono parzialmente unite e il collo è formato da quindici vertebre invece di quattordici. Peculiarità che collocano questi Uccelli in una posizione abbastanza isolata nei confronti degli altri Passeriformi.
    Alcuni ornitologi hanno ipotizzato che gli Eurilaimidi potrebbero essere i superstiti di un antico gruppo che ha oramai superato il massimo grado di sviluppo. Sono uccelli di taglia medio-piccola, da quella di una Ghiandaia a quella di un Passero, con occhi grandi, testa larga e becco appiattito e
    uncinato all'estremità.
    Il collo e le gambe sono corte; le ali arrotondate e brevi. Il piumaggio è vario e
    molto soffice, spesso vivacemente colorato, in particolare nelle specie asiatiche.
    I sessi differiscono nei colori delle penne in circa metà delle specie.
    Gli Eurilaimidi vengono suddivisi in due sottofamiglie: la sottofamiglia Eurylaiminae che comprende le Specie tipiche, prive di cresta, con undici primarie e la coda graduata e arrotondata e la sottofamiglia Calyplomeninae, che include le specie di colore verde con dieci primarie, coda corta e quadrata, becco piccolo parzialmente nascosto da una fitta cresta frontale.
    Questa la loro classificazione e distribuzione.
    Il nome italiano delle specie illustra abbastanza bene i colori delle livree.
    Famiglia Eurylaimidae
    Sottofamiglia Eurylaiminae
    Smithornis capensis Beccolargo africano. Et
    Smithornis rufolateralis Beccolargo fianchirossi. Et
    Smithornis sharpei Beccolargo testagrigia. Et
    Pseudocalyptomena raueri Beccolargo di Grauer. Et
    Corydon sumatranus Beccolargo di Sumatra. Idc, Snd
    Cymbirhynchus macrorhynchos Beccolargo rosso e nero. Idc, Snd
    Eurylaimus javanicus Beccolargo di Giava. Idc, Snd
    Eurylaimus ochromalus Beccolargo giallo e nero. Idc, Snd
    Eurylaimus steerii Beccolargo coruncolato. Snd
    Serilophus lunatus Beccolargo pettoargentato. Ind, Idc, Snd
    Psarisomus dalhousiae Beccolargo pappagallo. Ind, Idc, Snd
    Sottofamiglia Calyptomeninae
    Calyptomena viridis Beccolargo verde minore. Idc, Snd
    Calyptomena hosii Beccolargo verde magnifico. Snd
    Calyptomena whiteheadi Beccolarglo verde di Whitehead. Snd





    Eurylaimus Ochromalus






    Eurylaimus javanicus

    Nota (significato delle sigle)
    Et - Regione etiopica
    Ids - Indocina
    Snd - Sonda maggiore e altri arcipelaghi
    Ind - Regione indiana
    ____________________________________________

    segue...

  2. #2
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    Gli Eurilaimidi (A.Capecchi) seconda parte

    Gli Eurilaimidi vivono nelle foreste e nelle giungle ricche di umidità, sempre vicino a zone paludose o corsi d'acqua. Particolarmente sedentari compiono brevi spostamenti da un ramo all'altro ed è molto raro si posino sul terreno.
    Alcune specie sono gregarie, altre piuttosto solitarie. Si alimentano con insetti, frutta e bacche; talvolta, le specie più grosse anche con gamberetti, pesciolini, granchi e persino, secondo alcuni ornitologi, con piccoli rettili e anfibi.
    Il più raro di tutti è l'Eurilaimo di Grauer, un minuscolo uccello verde, lungo appena dodici centimetri, con la gola e il petto blu, presente in una zona ristretta, ricoperta da una fitta foresta di bambù, sui monti vicini al Lago Tanganica. Il più comune e il più noto è lo Psarisomus dalhousiae dalle bellissime colorazioni verdi brillanti, nere e azzurre, e con numerose macchie di colore giallo chiaro sul capo, diffuso dalle pendici dell'Himalaya attraverso tutta la zona sudorientale dell'Asia, fino a Sumatra e al Borneo. È un uccello un po' goffo e robusto che vive a piccoli gruppi arrampicandosi fra le liane come i Pappagalli.
    Gli Eurilaimidi costruiscono straordinari nidi a sacco slargato alla base che
    possono raggiungere una lunghezza di 2 metri e vengono attaccati a un ramo che pende quasi sempre su un torrente o su un altro specchio d'acqua. In genere vi è una grossa sporgenza al di sopra dell'ingresso. È costruito con erba, foglie, muschio e piccole radici; imbottito con foglie verdi e abbellito da una lunga coda formata da materiale fibroso di ogni tipo unito con ragnatele. Di solito gli Eurilaimidi depongono 2-4 uova (I'Eurilaimo psittacino anche di più) di color bianco, rosso chiaro o crema, picchiettate all'estremità più arrotondata.
    I Caliptomenini e le specie del genere Smithornis depongono, invece, uova prive di macchie. Poco o nulla si sa sulle modalità dell'incubazione, sul periodo durante il quale i piccoli sono sfamati dai genitori e sulle altre caratteristiche
    relative alla vita all'interno del nido.

    Esperienza personale.

    È sempre stato particolarmente difficile trovare gli Eurilaimidi nei negozi di uccelli esotici. Soltanto molti anni fa, eravamo nell'estate del 1986, vidi per la prima volta alcuni Psarisomus dalhousiae dal solito amico importatore e subito ne acquistai una coppia, o per meglio dire, due soggetti. Avanti di parlare della mia esperienza con questi uccelli mi piace riportare alla lettera brevi passi di un articolo su questa Specie scritto(Cifr.Bibl.) da un componente del Coordinamento Tecnico del Club dell'Esotico per Italia Ornitologica: "Nessuna descrizione darà mai il giusto valore alla bellezza di questa Specie, neanche la foto più esatta e nitida dà l'esatta sensazione che si prova nel vedere
    dal vivo questo straordinario uccello ... La loro alimentazione non può consistere solo di frutta, in quanto sopravviverebbero per breve periodo; per questo deve essere integrata con una buona miscela di insetti e cibo vivo ...


    Psarisomus dalhousiae

    Se si fornisce la giusta alimentazione, si adattano velocemente alla cattività e diventano in breve tempo molto docili, senza nessun timore dell'uomo, in particolare se si porge il cibo gradito almeno una volta al giorno in modo da collegarlo alla presenza dell 'uomo. Un'alimentazione per detta specie dovrebbe essere contenuta all'incirca nelle seguenti percentuali: 65-70% di frutta, 30- 35% di pastone per insettivori, 5% insetti vivi. Questi uccelli sono molto docili negli aviari nei confronti di altre specie e quindi possono convivere bene con altri onnivori".
    Appena a casa li collocai in una capace voliera interna alimentandoli con pastone alla frutta, larve di Tenebrio molitor, piccole cavallette e abbondanti quantità di mele spezzettate con l'aggiunta di qualche spicchio di pera. Li tenni in quel contenitore per una quindicina di giorni durante i quali constatai che pur dimostrandosi calmi, quasi pigri e per niente forastici, venivano presi, senza un'apparente causa, da improvvisi terrori tanto da agitarsi disordinatamente, sbattendo con forza contro le ,pareti dalla voliera. Dovetti anche intervenire, più volte, con un apposito insetticida contro "strani" artropodi abbastanza grossi e rossastri che, in alcuni momenti, apparivano e scomparivano tra le piume, in particolare sulla testa e vicino agli occhi.
    Il tentativo di metterli in voliera esterna in compagnia degli altri uccelli non ebbe esito positivo e non per incompatibilità o risse con gli altri ospiti della voliera, anzi se ne stavano tranquilli sempre posati sui rami dello stesso alberello, scendendo soltanto per mangiare e per bere nei recipienti vicini, ma per l'incapacità di ambientarsi al diverso alloggio. Una notte a pochi giorni dalla nuova sistemazione piovve per ore e al mattino li trovai a terra completamente bagnati, infangati e tremanti accanto al tronco del loro abituale posatoio.







    Cymbirhynchus macrorhynchos

    Soltanto una scrupolosa pulizia delle piume e un tempestivo impiego del phon riportarono i due uccelli alle primitive condizioni.
    Ricollocati nel loro gabbione e alimentati con il consueto cibo si mantennero per molti mesi sempre in buone condizioni di salute.
    Poi li cedetti ad un amico in cambio di alcune Nettarinie asiatiche.


    Bibliografia.
    -Grzimek B., 1971- Vita degli animali - vol.IX, Ed. Bramante, Milano.
    -R.Howard e A.Moore 1991. — A complete checklist of the Birds of the World — Academic Press
    London.
    -Williams J.G., Arlott N. 1983 — A Field Guide to the Birds of East-Africa, Collins, London.
    -Massa R.,Bottoni L., Violani C., 1993 — Lista in lingua italiana degli uccelli di tutto il mondo —
    Università degli Studi di Milano.
    Italia Ornitologica, 1989 n. 6/7. - In nome di... due cari amici —
    Austin O. e Singer A. 1962, rist. 1964 - Uccelli del mondo - Mondadori, Milano.
    King B., Woodckock M., Dickinson E.C., 1984 - A Field Guide to the Birds of Sout-East Asia -,
    Collins, London.
    Francis Caries M., 1984 — Packet Guide to the Birds of Borneo — The Sabah Society Kota
    Kinabalu, Sabah.
    De Schauensee R. M. 1989 — The Birds of China — Oxford University Press, Oxford.





    Alamanno Capecchi
    nato a Pontedera (PI) il 25 settembre 1927.
    Laureato in farmacia. Zoofilo. Ornitologo dilettante.
    Menbro della Società Italiana di Scienze Naturali (Milano)
    Rappresentante nazionale C.R.O. ( Commission de ricerche ornithologique) della C.O.M.

    Autore di circa trecento articoli pubblicati da riviste italiane ed estere (Avifauna, Uccelli, Italia Ornitologica, Atualidades Ornitologicas, O Paporrubio

  3. #3
    Paride
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    Eurilaimidi

    Caspita, il dottor Alamanno ci lascia sempre a bocca aperta. La sua vasta conoscenza ed esperienza in ornitologia è senza dubbio eccezionale.
    In merito all'esperienza avuta con gli Eurilaimidi non ho capito due cose:
    - se gli "strani" artropodi abbastanza grossi e rossastri che, in alcuni momenti, apparivano e scomparivano tra le piume, in particolare sulla testa e vicino agli occhi" erano dei parassiti che vivevano in simbiosi con l'Eurilaimido o solo parassiti che li infestavano e infastidivano al punto di farli volare disordinatamente ed in maniera convulsa nella voliera;
    - se l'intervento effettuato con l'apposito insetticida, alla fine ( ...dovetti anche intervenire, più volte ...),li ha sterminati.

  4. #4
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    Per Paride.

    Giusta osservazione. Posso soltanto dire che gli strani artropodi sembravano avere "elitre" rossoarancio e apparivano e scomparivano tra le piume a velocità "supersonica", apparentemente senza disturbare gli uccelli. Dopo i trattamenti con l'insetticida non li vidi più. Gli "improvvisi terrori", raramente e soltanto quando erano alloggiati nel gabbione, continuarono. "Terrori" forse causati da ombre improvvise o giochi di luce.

    Alamanno
    Alamanno Capecchi


  5. #5
    Paride
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    Grazie dottor Capecchi, //[[]].

  6. #6
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    Per Paride.

    Mi ero dimenticato di aggiungere che gli animaletti uscivano di sotto le piume soltanto quando queste erano illuminate direttamente dal sole. Nessun "grattamento". Mai riuscii a catturarne uno, o ad esaminarne un cadaverino.
    Alamanno.
    Alamanno Capecchi


  7. #7
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    Bellissimo articolo e splendide creature!!! ^[[[]]
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  8. #8
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    Con tutti i suoi articoli ha contribuito in modo non indifferente a divulgare le conoscenze sugli uccelli, documentando non solo specie alla portata di tutti ma anche quelle più sconosciute.
    Complimenti vivissimi!//[[]]

  9. #9
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    Buonasera, volevo fare delle domande al Sig. Alemanno, ho notato nelle foto postate che molte volte hanno dei rametti e foglie nel becco,questo comportamento ha un motivo oppure si tratta di casualità? hanno anche delle affinità con i barbuti ? per ultimo se il loro canto lo si può paragonare a qualche uccello, grazie anticipatamente.

  10. #10
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    Con tutti i suoi articoli ha contribuito in modo non indifferente a divulgare le conoscenze sugli uccelli, documentando non solo specie alla portata di tutti ma anche quelle più sconosciute.
    1--. [[//]*

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