Il nuovo editoriale dal titolo ""PASSIONE ARRICCIATI "" - a disposizione gratuita dei nostri soci e simpatizzanti, nell'apposita sezione Editoriali dell’A.O.E.
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Discussione: Comunicato

  1. #1
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    La bandiera di marco cotti

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    Comunicato

    LUGO di Romagna - Focolaio di aviaria: istituita una zona di restrizione


    LUGO - Il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Ravenna ha individuato un focolaio di influenza aviaria da virus H5N2 in un allevamento avicolo situato nel Comune di Lugo. Pur non essendoci pericoli per le persone, non si tratta infatti dell’H5N1, il virus asiatico letale per l’uomo, è stata istituita una zona di restrizione del raggio di circa 3 chilometri, nelle quale sono state immediatamente adottate misure precauzionali e controlli sanitari.



    Per impedire il diffondersi della malattia, è stata inoltre istituita, da parte del competente Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria, una “zona di attenzione” per un raggio di circa 10 chilometri attorno al focolaio, che comprende anche parte del territorio faentino (a grandi linee il territorio compreso fra Granarolo e Cotignola).


    Per quanto riguarda il territorio del Comune di Faenza compreso nella zona di attenzione, è stata emessa dal Sindaco un’ordinanza che stabilisce alcune misure sanitarie, sulla base di quanto previsto dalla legislazione nazionale e dalle relative ordinanze adottate dalla Regione Emilia Romagna.


    Pertanto, all’interno della zona di attenzione il Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria competente per territorio effettuerà un controllo di tutti gli animali delle specie sensibili; sempre all’interno di questa zona le movimentazioni dei volatili potranno essere autorizzate solo dal Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria; sono inoltre vietati fiere, mercati, esposizioni e altri raduni di pollame o altri volatili in cattività per tutto il periodo di durata dell’ordinanza; non possono, infine, essere rilasciati pollame o altri volatili per il ripopolamento faunistico.

    I trasgressori delle norme previste dall’ordinanza saranno puniti – ai sensi dell’articolo 16 della Decreto legislativo n. 225 del 9 luglio 2003 - con sanzioni a partire da 1.549,37 euro fino a un massimo di 9.296,22 euro.

    fonte: RomagnaOggi

  2. #2
    Gold Master Senior Forum AOE
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    La bandiera di Daniele Zoli

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    Questa non ci voleva!!!
    La Regione Emilia Romagna e' una delle due che ha emanato un ordinanza (n.242 dell' 1.10.2004) per la prevenzione del Virus dell'influenza ed impone obblighi precisi per gli allevatori di volatili da affezione.
    Praticamente nessun allevatore ha seguito la legge che prevede tra l'altro l' iscrizione alle ASL di competenza con la relativa attribuzione di un "codice allevamento" e la tenuta di un registro di carico/scarico per la tracciabilita' dei soggetti.
    Fino ad oggi ci si era scordati dell'ordinanza e le associazioni territoriali hanno risolto il problema portando alle asl il vademecum FOI per individuare gli allevamenti, ora pero' non vorrei che qualcuno si rammentasse della norma esistente...
    So che fino ad ora le ASL hanno "gestito" l'ordinanza regionale in modo diverso l'una dall'altra, ora che e' arrivato il "problema" spero che la ragione ed il buon senso prevalgano sul rigido rispetto della legge.
    Perchè le sanzioni, Marco, sono quelle che indicavi tu.

  3. #3
    Renato Bonaldo
    Guest

    Pertanto, all’interno della zona di attenzione il Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria competente per territorio effettuerà un controllo di tutti gli animali delle specie sensibili; sempre all’interno di questa zona le movimentazioni dei volatili potranno essere autorizzate solo dal Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria; sono inoltre vietati fiere, mercati, esposizioni e altri raduni di pollame o altri volatili in cattività per tutto il periodo di durata dell’ordinanza; non possono, infine, essere rilasciati pollame o altri volatili per il ripopolamento faunistico.

    Per impedire il diffondersi della malattia, è stata inoltre istituita, da parte del competente Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria, una “zona di attenzione” per un raggio di circa 10 chilometri attorno al focolaio, che comprende anche parte del territorio faentino (a grandi linee il territorio compreso fra Granarolo e Cotignola).
    E' chiaro che in mancanza di focolai del virus H5N1 anche il virus a bassa patogenicità H5N2 fà notizia, mà, c'è da rilevare che negli anni appena passati decine e decine di focolai H5N2 sono stati rilevati anche in Lombardia ma le notizie sono state "snobbate", speriamo che in mancanza d'altro a qualcuno che conviene faccia risaltare il caso più del necessario.
    ::-°°-

    P.S.
    X esempio:

    mercati, esposizioni e altri raduni di pollame o altri volatili in cattività per tutto il periodo di durata dell’ordinanza; non possono, infine, essere rilasciati pollame o altri volatili per il ripopolamento faunistico.

  4. #4
    Renato Bonaldo
    Guest

    X INFORMAZIONE.

    Influenza aviaria: l'esperienza italiana dal 1997 al 2005
    M. Dalla Pozza1, L. Bonfanti1, G. Vicenzoni2, I. Capua3, G. Zanardi4, S. Marangon5



    1Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Legnaro (PD)- Centro Regionale di Epidemiologia Veterinaria (CREV)

    2Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie – Area Territoriale Veneto Occidentale, Verona

    3Laboratorio Nazionale di Referenza per la Malattia di Newcastle e l’Influenza Aviare – Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Legnaro (PD)

    4Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, Brescia

    5Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Legnaro (PD)


    Introduzione

    Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un netto incremento, a livello mondiale, della frequenza di focolai di influenza aviaria (AI) sia ad alta (HP), sia a bassa patogenicità (LP), che fino al 1998 era considerata una malattia di rara insorgenza, con soli 18 focolai di HPAI nel modo nel periodo 1959-1998. Recentemente gravi ed estese epidemie di influenza ad alta patogenicità sono state osservate in numerosi Paesi: Italia, 1997 e 1999, Hong Kong 1997, 2001, 2002 e 2003, Cile, 2002, Olanda, Belgio e Germania, 2003, Canada, 2004, Paesi del sud-est asiatico, 2004 e 2005.



    L’Italia dal 1997 al 2005, è stata interessata da 6 epidemie di influenza aviaria, due ad alta e quattro a bassa patogenicità, che hanno colpito principalmente le aree ad alta densità di allevamenti avicoli del Veneto e della Lombardia.



    Epidemia H5N2 del 1997-1998

    Nel corso dei mesi di ottobre e novembre del 1997 sono stati individuati, nel Triveneto, sette focolai di influenza aviaria in allevamenti a carattere familiare, sei dei quali localizzati nelle provincie di Vicenza (2 focolai), Venezia (2 focolai), Treviso (1 focolaio) e Rovigo (1 focolaio), mentre un unico focolaio è stato notificato in Friuli Venezia Giulia (provincia di Udine). Il 12 gennaio 1998 un nuovo focolaio è stato identificato in un allevamento rurale della provincia di Venezia, in località Cavallino.

    Le indagini epidemiologiche hanno evidenziato la possibilità di contatto con anatidi selvatici in 5 focolai, la contemporanea presenza di volatili possibili serbatoi (anseriformi) del virus influenzale e di volatili di specie sensibili in 6 focolai, mentre in 7 allevamenti infetti erano stati introdotti, nel periodo a rischio, animali appartenenti a specie sensibili.

    Epidemia di HPAI H7N1 del 1999-2000

    Dal 17 dicembre 1999 al 5 aprile 2000 sono stati individuati 413 allevamenti infetti da virus HPAI, localizzati pressoché esclusivamente nella pianura padana. Un totale di 13.731.253 volatili sono stati abbattuti o sono morti negli allevamenti infetti e più di 2 milioni di animali, appartenenti ad 80 aziende avicole a rischio di infezione, sono stati abbattuti preventivamente. I costi dell’epidemia sono stati stimati in circa 500 milioni di euro.

    Epidemia LPAI H7N1 del 2000-2001

    Dall’agosto 2000 al marzo 2001, sono stati coinvolti nell’epidemia LPAI, sostenuta dal sottotipo virale H7N1, 73 allevamenti di tacchini, con un totale di 1 milione di volatili, 4 di quaglie, con circa 800.000 capi, e 1 allevamento di ovaiole (40.000 capi) situati nella parte sud-occidentale della Regione Veneto (province di Verona e Padova). Dopo l’avvio del programma vaccinale, pur in presenza dell’infezione in un’area vicina della provincia di Padova, solo tre allevamenti di tacchini da carne si sono infettati all’interno della zona di vaccinazione, di questi solo uno era stato sottoposto a vaccinazione. L’ultimo allevamento infetto è stato abbattuto il 26 marzo 2001, e i risultati della sorveglianza sierologica, eseguita sia all’interno che all’esterno della zona di vaccinazione, hanno dimostrato l’assenza di attiva circolazione del virus H7N1.

    Epidemia LPAI H7N3 del 2002-2003

    Dal 10 ottobre 2002 al 30 settembre 2003, il virus LPAI H7N3 ha infettato 388 allevamenti, con il coinvolgimento in totale di 7.660.005 volatili. Tra questi, 4.231.452 sono stati abbattuti in 163 allevamenti, mentre i rimanenti 3.428.553 volatili sono stati sottoposti a macellazione controllata. Le misure di controllo adottate hanno determinato una riduzione del numero di focolai, in particolare dopo l’inizio del piano di vaccinazione di emergenza (Fig. 2). Tuttavia, la diffusione del virus ad allevamenti situati fuori dall’area di vaccinazione ha consentito il perpetuarsi dell’infezione nelle regioni interessate, con successiva reintroduzione del virus nelle aree ad elevata densità avicola della provincia di Verona, e ha portato all’insorgenza di 88 casi di infezione in allevamenti di tacchini da carne vaccinati. La comparsa della malattia in allevamenti vaccinati ha reso obbligatoria l’applicazione di una strategia di eradicazione basata anche sullo stamping out degli animali infetti, al fine di limitare la possibilità di un’ulteriore diffusione del virus e, quindi, l’instaurarsi di uno stato di endemia.

    Epidemia LPAI H7N3 del 2004
    Dal 15 settembre al 1 dicembre 2004 sono stati individuati 28 allevamenti infetti, 27 di tacchini da carne e 1 di quaglie, con il coinvolgimento di circa 744.000 volatili. Tutti i focolai verificatisi in allevamenti di tacchini hanno interessato aziende vaccinate; di cui 3 con un unico intervento al momento dell’infezione, 18 con 2 interventi e 6 con tre interventi immunizzanti. Dei 28 focolai, solo 2 sono stati sottoposti ad abbattimento con distruzione di 31.300 volatili.

    Epidemia LPAI H5N2 del 2005

    L’11 aprile 2005 un nuovo stipite influenzale del sottotipo H5N2 è stato isolato in Lombardia (provincia di Brescia) e sono stati segnalati 15 focolai in tacchini da carne delle province di Brescia, Cremona e Mantova, l’ultimo dei quali è stato estinto il 15 maggio 2005 e sono stati abbattuti un totale di 265.000 volatili.

    Le misure di eradicazione attivate dai Servizi veterinari si sono basate sull’abbattimento o la macellazione controllata degli animali presenti nelle aziende infette, il divieto di accasamento delle aziende avicole nelle aree a rischio, l’adozione di misure di restrizione alla movimentazione di animali vivi, veicoli e personale. Inoltre, per rafforzare tali misure di controllo nel corso delle epidemie da virus LPAI dei sottotipi H7N1 e H7N3 e H5N2, è stato predisposto ed implementato un programma di vaccinazione di emergenza basato sulla strategia “DIVA” (Differentiating Infected from Vaccinated Animals).



    L’influenza aviaria è da sempre considerata una delle malattie infettive degli animali più contagiose, a rapida diffusione e con elevata mortalità. Tali caratteristiche si estrinsecano in modo evidente qualora la malattia insorga in aree ad elevata densità zootecnica, in quanto l’organizzazione del settore avicolo e la concentrazione in aree territoriali limitate di numerosi allevamenti, tra loro funzionalmente integrati, incubatoi, mangimifici e macelli rendono estremamente difficile il controllo e l’eradicazione dell’infezione. La presenza dei virus a bassa patogenicità nei volatili selvatici, che costituiscono il serbatoio naturale dell’infezione, rappresenta un rischio continuo di introduzione di nuovi stipiti virali nella popolazione domestica, con conseguente rischio di insorgenza di nuove epidemie. Inoltre, la recente epidemia di Influenza aviare in Olanda, che ha comportato la comparsa di circa 1.000 casi di infezione umana, ha reso evidente che l’influenza aviaria, da stipiti HPAI e LPAI, costituisce un rischio professionale evidente per gli operatori del settore avicolo e per quelli coinvolti nelle nell’eradicazione dei focolai di malattia. D’altra parte, le strategie d’intervento messe in atto e l’evoluzione delle capacità di gestire le epidemie delle strutture sanitarie, associati alla vaccinazione contro i virus aviari, hanno evidenziato una tendenza alla riduzione dell’impatto delle epidemie, passando da oltre 400 focolai dell’epidemia del 1999 ai 15 dell’epidemia del 2005. La recente situazione internazionale inoltre sta fungendo da motore per sviluppare integrazione e coordinamento tra i vari soggetti, con lo sviluppo di strumenti di gestione concordati con i produttori, gli allevatori ed i servizi sanitari, per garantire un intervento pronto ed efficiente in caso di rischio di epidemia.

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    Ultimo aggiornamento giovedi 12 luglio 2007
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  5. #5
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    Mercati gia chiusi

    A Reggio Emilia il mercato "animali" era gia chiuso domenica,e lo restera almeno fino alla prima domenica di settembre

  6. #6
    Cristiano Ferrari
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    Oltre a quello di Reggio hanno chiuso anche quello di Spilamberto.....peccato che basta guardarsi in giro e tutti quelli che hanno anatre,galline e via dicendo le hanno libere in cortile,all'aperto.....pero' a noi vietano i mercatini.....viva l'italia!2--.

  7. #7
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    .......

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    Oltre a quello di Reggio hanno chiuso anche quello di Spilamberto.....peccato che basta guardarsi in giro e tutti quelli che hanno anatre,galline e via dicendo le hanno libere in cortile,all'aperto.....pero' a noi vietano i mercatini.....viva l'italia!2--.




    VIVA L'IATLIA
    Non importa cosa facciamo....
    è come lo facciamo che realmente conta.
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  8. #8
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    Comunicato 2 influenza aviaria

    CASTEL GOFFREDO - Mantova

    Focolaio di influenza aviaria in un allevamento

    Giancarlo Oliani

    Già iniziati gli abbattimenti di 25mila tra anatre, oche e polli da macello
    Dopo l’infezione ora si teme anche per decine di altre aziende nella zona CASTEL GOFFREDO. Non è più un incubo, ma qualcosa di molto peggio. Il temutissimo virus dell’influenza aviaria ha violato anche la nostra provincia. Un focolaio è stato infatti individuato in un allevamento di volatili a Castel Goffredo. Per 25mila tra anatre, oche e polli da macello, la sorte è già segnata. Gli abbattimenti, cominciati ieri mattina, stanno ancora proseguendo. Una ditta specializzata provvederà a smaltire le carcasse che saranno distrutte in un impianto autorizzato. Una notizia choc per le decine di allevatori che svolgono la loro attività in zona.
    Una settimana fa, dopo la scoperta del virus in un allevamento di 6800 tacchini a Volongo, la Regione aveva adottato nuove e urgenti misure igienico- sanitarie per contenere la diffusione dell’influenza. E cinque Comuni (Casalromano, Asola, Casalmoro, canneto sull’Oglio e Acquanegra, di fatto erano rientrati nella cosidetta zona di restrizione che comprende un raggio di dieci chilometri.
    Ora lo scenario è radicalmente mutato. La presenza di un focolaio a Castel Goffredo, ridisegna infatti l’intera area restrittiva che va a comprendere nuovi comuni come Medole, Ceresara e Guidizzolo dove gli allevatori dovranno attenersi a precise norme.
    Nell’allevamento infetto (ricordiamo che si tratta del virus H7 a bassa patogenicità e quindi non pericoloso per l’uomo, ma mortale per i volatili) è obbligatorio l’abbattimento di tutti gli animali (così come sta avvenendo). Contemporaneamente dovrà essere effettuta un’indagine epidemiologica.
    Tutte le carcasse e le uova da cova presenti dovranno essere distrutte. Sarà inoltre necessario, per il servizio veterinario, rintracciare le uova da cova deposte e uscite dall’azienda durante il periodo è preseunto di incubazione della malattia e la loro schiusa deve avvenire sotto sorveglianza.
    Devono essere individuati anche i pulcini nati da uova deposte nell’allevamento che dovrà essere sottoposto a totale disinfezione. Sono previsti prelievi di sangue, tamponi tracheali per i tacchini e pool di feci per anatre e oche. A tutto ciò si aggiungono i divieti: quello di introdurre nuovi esemplari, l’immissione di selvaggina cacciabile, il divieto di movimentazione delle uova e degli animali. E naturalmente sono vietati fiere, mercati, esposizioni e raduni di volatili.
    In Italia al momento non c’è allarme su una possibile pandemia legata all’influenza aviaria, ma è necessaria una politica di «attenzione e profilassi».
    Quello che serve, dicono gli esperti è «acquisire la giusta scorta di farmaci antivirali in grado di garantire la copertura della popolazione raccomandata dall’Oms».
    Ad oggi, infatti, l’Italia dispone di scorte di farmaci antivirali per poco più del 6 per cento della popolazione, a differenza di tutti i maggiori Paesi europei.(14 settembre 2007)

    fonte: Gazzetta di Mantova

  9. #9
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    ...........

    .........mi sento quasi un'equilibrista, visto che camminando continuamente sopra un filo, barcollo dalla direzione opposta di dove soffia il vento.......
    La situazione è davvero seria, qualcuno dovrebbe studiare davvero l'incidenza di tale virus, nella qualsiasi forma della variante, riguardante i soggetti allevati per scopo ornamentale.
    In sintesi, qualche MAGO del campo, dovrebbe iniziare a trarre delle statistiche sui contagi a tali allevamenti, e non galline o papere.
    Da qui, partirebbe, dal mio punto di vista il discorso della prevenzione.
    Ma lo so, in italia, è più facile scrollarsi da dosso, quelle responsabilità per cui hanno lottato.... il paradosso italiano..... molto più semplice bloccare sempre tutto, e gettare il problema nel ..... //[
    Grazie Marco per l'aggiornamento.
    Non importa cosa facciamo....
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  10. #10
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    Non ho letto tutto....

    però tengo a precisare una cosa..........

    in Romagna e in Veneto è da circa 10 o + anni che è presente l'influenza aviaria....
    ma da non confondere....non è H5N1.....vi sono vari sierotipi....

    come ha anche scritto Marco....h5n2...
    non ci bagnamo prima che arrivi l'onda...
    Dott. Santi Spadaro Medico Veterinario




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