Tutte le specie appartenuti al genere Neophema si rivelano particolarmente sensibili alle infezioni oculari, a tal punto da comportare un considerevole tasso di mortalità nei giovani esemplari, notoriamente privi di sufficienti difese immunitarie.
L'igiene delle strutture (quasi maniacale) e la genuinità degli alimenti forniti (abbinata alla varietà) rappresentano in tal senso gli unici deterrenti utili per limitare al massimo un simile rischio.
Solitamente la patologia oculare maggiormente diffusa è altresì chiamata Blefaro-congiuntivite, scatenata dall'azione di batteri quali stafilococchi e streptococchi, consiste nell'irritazione della congiuntiva associata ad un'infiammazione del bordo ciliare delle palpebre.
Tale patologia risulta spesso contratta in età nidiacea, tuttavia i sintomi potranno palesarsi con un ritardo di diverse settimane, quando l'infezione è ormai giunta in stadio avanzato.
L'intervento di un medico aviario resta ovviamente indispensabile, quanto meno per individuare dosi e modalità di somministrazione di un collirio antibiotico, quasi fondamentale per ottenere la rapida guarigione degli esemplari.
Un'ultima nota interessante risiede nel fatto che la rilevazione di infezioni oculari si dimostra talvolta inspiegabilmente seguita da patologie protozoiche a livello intestinale, quale - principalmente - coccidiosi: oltre alla visita veterinaria, pertanto, risulta opportuno prelevare alcuni campioni di feci per realizzare un esame coprologico, verificando un'eventuale massiccio insediamento di coccidi.