Ciao Loxia, premetto che non mi ritengo assolutamente un allevatore arrivato e i miei pochi anni di esperienza non possono che darti dei consigli, certamente non una regola.
Sono felice comunque di descriverti la mia esperienza con uno di questi piccoli, graziosi ed eleganti parrocchetti.
Per quanto mi riguarda ti descrivo al meglio il parrocchetto turchese col quale ho più esperienza.
Mi scuso da subito per il mio infelice italiano
Il Parrocchetto turchese - Neophema Pulchella
Inanzitutto incominciamo col dire che come gli altri parrocchetti australiani e non solo i neophema (per quanto ne so) non rientra nella categoria degli urlatori:
Cinguetta quando mangia, trilla quando è innamorato e al massimo fa qualche versetto sgraziato nelle liti familiari, ma il tutto molto pacatamente.
Un buon alloggio può essere costituito da una gabbia modello “cova” di lunghezza 90cm anche se non ho avuto problemi quando in mancanza di spazio li ho allevati in gabbie “cova” da 120cm con divisoria.
Come nido utilizzo un nido a cassetta di 20x20cm profondo 25cm con 2/3 cm di truciolo di legno sul fondo. Non essendo dei grandi arrampicatori è' essenziale mettere un posatoio in prossimità del foro di entrata per facilitare l'approccio della femmina al nido e le operazioni del maschio durante la cova e lo svezzamento dei piccoli.
Amano “piluccare” contniuamente sul fondo della gabbia per cui non utilizzo griglie ma un ghiaietto che ovviamente cambio spesso per via del contatto diretto che hanno.
Le mangiatoie che uso sono quelle da posare sul fondo e il beverino quello classico ed ogni tanto è gradita una vaschetta in cui fare il bagno.
Non ritengo siano animali che sopportino bene il freddo e l'umidità, per cui è consigliabile allevarli in spazi ben riparati se non sono riscaldati in inverno.
L'alimentazione è costituita da un buon misto per parrochetti tagliato con un altro misto per esotici o cocorite, con l'aggiunta di scagliola. Il taglio del misto va in base al mangime per parrocchetti, la soluzione finale non deve risultare tutta appetibile e non troppo ricca di girasole e altri elementi grassi come invece si presentano di solito i misti per parrocchetti sul mercato.
Un buon misto di semi secchi sta alla base dell'alimentazione e devessere dato poco alla volta e tutti i giorni, ma non è tutto se si vogliono ottenere risultati soddisfacienti. Un misto di legumi e cereali bolliti, erbe prative, spighe immature, frutta e verdura con parsimonia, non devono mancare.
Nel periodo riproduttivo poi non faccio mai mancare un buon pastoncino all'uovo secco.
Non eseguo particolari cure vitaminiche, comunque consiglio quelle naturali.
Osso di seppia e sali minerali sempre a disposizione.
La riproduzione non è diffcile, con un po' di osservazione e sapendo somministrare una corretta alimentazione. Il maschio e la femmina iniziano a fare piccoli litigi, solitamente è il maschio che con il becco aperto corre verso la femmina che subito si nega, poi con il passare del tempo inizia a farsi imboccare fino a sparire nel nido per la deposizione. Durante questo periodo la coppia inizia a lavorare in “squadra”, il maschio si mette davanti al nido ed emette contnui trilli per chiamare fuori la femmina ed imbeccarla. Alcune femmine poi escono anche per bagnarsi le penne del ventre con le quali covano ed alcuni maschi si spennano portando nel nido le brillante piume. E' estremamente prolifico, nidiate di 4/5 piccoli sono frequenti ed i piccoli sono curati con amore da entrambi i genitori. La cova dura una ventina di giorni e possono iniziare a covare anche dal terzo uovo.
Non è considerabile l'allevamento in colonia data la doverosa selezione delle diverse mutazioni e la possibile fonte di stress che questo tipo di allevamento può portare.
Osservazioni:
Il parrocchetto Turchese è considerato il più robusto della famiglia dei Neophema e anche io ritengo sia il più indicato per chi vuole iniziare ad allevare questi parrocchetti. Come tutti i neophema però diventa molto delicato se non è mantenuto nelle condizioni richieste e una volta entrato in crisi diventa difficile da recuperare. E' necessario mantenerlo pulito e lontano da fonti di stress. Non è consigliabile come uccello da mostra e da tenere sotto controllo è anche l'inserimento di altri soggetti in allevamento che possono essere mortali.. E' essenziale arrivare ad avere un buon ceppo che riesca ad assimilare le nostre abitudini di allevamento e stare attenti a non rovinarlo con qualche malattia che involontariamente si può portare a “casa” essendo molto più predisposto di altri a prenderle.
Se qualcuno ha altre esperienze da condividere o confrontare ben venga, come ho detto, questa è la mia, non è una regola!
[=^||||