Giorgio Truffi

LO ZIGOLO ELEGANTE

Emberiza elegans, Temminck, 1835

Anche sullo Zigolo elegante non esiste, a quanto mi è dato sapere, nessun lavoro, né scientifico né divulgativo, in lingua italiana. Su « Le Monde des Oiseaux » dell'A.O.B., la rivista belga che va per la maggiore nell'ambiente amatoriale, recentemente una nota di Vanstals lo porta, pubblicandone una buona fotografia purtroppo riprodotta male, agli onori della ribalta, incorrendo però (per fortuna, appunto, la riproduzione della foto salva le cose, altrimenti il caos a livello di identificazione sistematica sarebbe totale) nel solito errore, che già una volta ho avuto occasione di rilevare, attribuendogli in sinonimia non solo il nome volgare ma anche il nome sistematico di Emberiza elegans = chrysophrys, mentre deve essere invece ben chiaro che confondere le due specie (E. elegans è lo Zigolo elegante, E, chrysophrys è lo Zigolo dal sopracciglio giallo) è, per disinformazione, confondere a se e agli altri le idee, qualcosa di simile alla confusione che si potrebbe fare ipoteticamente fra Cardellino (Carduelis carduelis) e Lucherino (Carduelis spinus) qualora ci si ostinasse a dire che una denominazione è sinonimo dell'altra.



Ancora una volta comunque non posso far altro che ricordare che anche il Legendre (1952 ) cade nello stesso errore, parlando dello Zigolo dal sopracciglio giallo, che descrive sì correttamente in una decina di righe, ma che a livello di denominazione sistematica confonde con il nostro (identificandolo come E. elegans ) e senza offrire il conforto di una illustrazione, per cui l'errore è in questo caso irreparabile, ed il lettore attento che lo avesse seguito non potrebbe poi fare altro che, a propria volta, ripetere la stessa confusione posto di fronte al soggetto di cui è caso.

La colpa di tutto questo pasticcio, d'altro canto, va fatta risalire ai cinesi o meglio a David e Oustalet (1875 ) che nel loro lavoro sugli uccelli della Cina, trattando dello Zigolo elegante ricordavano che, nella zona di Pechino dove passa regolarmente, gli abitanti lo, chiamavano HOANG-MEY (giallo-sopracciglio).
Una più attenta lettura dell'opéra avrebbe però portato a rilevare che lo Zigolo dal sopracciglio giallo (quello vero, per intenderci) era invece localmente denominato TA-HOANG-MEY (grande-giallo-sopracciglio).




Tant'è. Da allora, comunque, la confusione, almeno a livello amatoriale, è rimasta, come fan fede i due recenti autori dei quali abbiamo discusso. Spero con queste note di avere chiarito le cose.

I CARATTERI DISTINTIVI

Lunghezza totale cm 15,0-15,5 ali da 6,8 a 8,0 (lievemente più corta l'ala della femmina), coda da 6,2 a 7,5 tarso da 1,8 a 2,0 becco da 1,0 a 1,1. Penne del retro del capo sviluppate in un ciuffo erettibile di circa cm 1,5 nel maschio, molto meno nella femmina.

Il maschio in estate presenta la sommità del capo, la regione oculare e sopraccigliare e la zona auricolare nere, così come è nera una grande placca pressoché triangolare sull'alto petto, separata dal collo da un'ampiaa banda bianca che si estende sino alla gola, così come bianco puro sono il petto e il ventre, che ai lati presenta però lavature rossicce e lunghe strie nere.




Parte posteriore del capo e parte superiore della gola giallo vivo, come pure un piccolo sopracciglio al di sopra e davanti all'occhio, che però digrada nel bianco man mano che ci si avvicina alla nuca: nuca grigio nerastra con una tacca bianca da entrambi i lati; dorso con screziature nere, rossastre e grigie, groppone grigio cinerino più o meno lavato di rossiccio verso le sopracaudali; grandi copritrici brune bordate di grigio rossastro. Timoniere esterne in gran parte bianche.
Iride bruna, zampe carnicine, becco nero. In livrea invernale i colori sono meno puri e definiti e le parti nere del capo si presentano tendenti al bruno, così come bruno si presenta il becco.

La femmina è simile al maschio ma la cresta è molto meno accentuata e di colore marrone, come marrone lavato di grigio e di bruno sono le sommità ed il lati del capo. Il giallo del sopracciglio e della parte alta della gola è meno acceso e tendenze al marrone.

Manca della placca pettorale nera tipica del maschio, che è sostituita la alcune tacche nerastre sparse su un fondo rossiccio.

I giovani sono, come tutti gli emberizidi, simili alla femmina, presentando però -marcature e striature più accentuate.

L'AREALE, LE SOTTOSPECIE E L'HABITAT

La specie occupa un vasto areole (Vaurie, 1959) che si estende dalle vallate dei fiumi Amur e Ussuri sino alla Manciuria, alla Corea ed alle zone montuose del centro, ovest e sud della Cina. La presenza nelle isole meridionali del Giappone, data dubitativamente dal Vaurie (cit.) e solo per individui svernanti, anche se i già citati David e Oustalet, testualmente, nel 1875, affermavano essere « ... questa bella specie segnalata inizialmente in Giappone... », è invece accertata (Kobayashi, 1956, che ne riferisce la nidificazione nel periodo di aprile-maggio, e quindi presumibilmente una sola covata).
Oltre alla forma tipo, Emberiza elegans elegans, Temminck 1835, descritta in precedenza, sono note le sottospecie E.e.ticehursti, Suskin 1926, ed E.e.elegantula, Swinhoe 1870, gli areali approssimativi occupati dalle quali sono chiaramente indicati in figura.



Circa le differenziazioni sottospecifiche, E.e.ticehursti è caratterizzato dalle bordature delle piume del mantello e delle copritrici secondarie di colore castano molto pallido anziché grigio rossiccio, e per avere groppone e nuca grigio pallido. La maggior tenuità generale delle tinte si nota anche ai fianchi, che sono meno pesantemente striati e che presentano le marcature non bruno-nere ma appena rossicce.

Per E.e.elegantula si verifica invece l'opposto ed è generalmente più scuro della forma tipo, soprattutto nelle striature.
Lo Swinhoe, descrivendo la femmina catturata nel centro della Cina (e precisamente nella zona occidentale del distretto di Hupeh) fondava su questa una nuova specie (E. elegantula) cui invece studi successivi hanno attribuito valore sottospecifico, e focalizzava l'attenzione su tre particolari: la taglia lievemente minore, il becco più allungato, le chiazze e le strie più cupe. Già da allora però si manifestarono subito forti dubbi circa l'essere E.elegantula buona specie e fu persino avanzata l'ipotesi (David e Oustalet, cit. ) che si trattasse invece di un soggetto prodotto da ibridazione naturale fra E. elegans ed E. chrysophrys, ipotesi a mio avviso scarsamente fondata (e difatti successivamente lasciata cadere) considerando che l'unico dato che potesse avvalorarla avrebbe potuto essere (ed anche questo è discutibile, in ogni caso si dovrebbe parlare in termini di decimi di millimetro e quindi più che compresi nei limiti ovvi delle variazioni individuali) la maggior lunghezza del becco, dato che per il resto la taglia dello Zigolo dal sopracciglio giallo è uguale, se non lievemente maggiore, a quella dello Zigolo elegante, ed il tono generale della colorazione dello Zigolo del sopracciglio giallo è nettamente più chiaro, per cui ben poca possibilità avrebbe avuto l'ipotetico ibrido di nascere più corto e più scuro degli individui delle due specie che lo avessero originato.




Ma questa è una digressione che, se sviluppata, ci porterebbe lontano, per cui torniamo a noi e concludiamo questa panoramica ricordando che lo Zigolo elegante vive preferibilmente nelle foreste decidue ed ai loro margini, e lo si incontra anche nei boschi di conifere, per lo più in zone collinari e di media montagna.


LA NIDIFICAZIONE E LA RIPRODUZIONE

Poco si sa, o meglio, poco so in proposito. La letteratura, almeno quella reperibile, è concorde nell'affermare che il nido è posto sempre sul terreno, occultato da pietre o da ciuffi d'erba (Hanzak, 1971 ), similmente a quello dell'Ortolano, E. hortulana (David e Oustalet, cit. ).

La cova, per quanto in proposito non abbia letto niente, parrebbe essere effettuata da entrambi i sessi, dato che in Hanzak (cit.) trovò riprodotta una interessante fotografia che presenta appunto il maschio sul nido. Secondo questo autore, vengono effettuate due deposizioni all'anno, una sola invece, e ne abbiamo già accennato, parrebbe verificarsi in Giappone (Kobayashi, cit.).




Le uova, quattro o cinque per covata, di dimensioni medie mm 19,7 x 15,2 (Kobayashi, cit. ) presentano una colorazione bianco sporca con le solite punteggiature (e forse anche con le variegature) tipiche degli emberizidi. Non mi sono noti i dati relativi alla durata dell'incubazione che presumo comunque essere simile a quella dei congeneri (niente fa supporre il contrario) e quindi valutabile in 13-14 giorni.

IN CATTIVITA' E ALLE MOSTRE

Come in altri casi riferentesí a zigoli poco conosciuti, parlare di detenzione captiva e trarre delle norme generali è impossibile.
Io sono in possesso di due soggetti (ma in vita mia non ne ho mai visti altri) presentati dall'amico Fantino alla mostra di Ventimiglia, che mi trovavo a giudicare per cortese invito degli organizzatori.

Me li ha gentilmente ceduti, conoscendo il mio interesse per questi uccelli, sono vivi e vegeti ma sono ugualmente pochi per tracciare, sulla base di limitate esperienze, una casistica che abbia una qualsiasi validità. Mi conforta comunque il fatto che, per quanto si riferisce all'alimentazione, le mie esperienze concordano con quelle di Vanstals (cit. ). I soggetti appetiscono il comune misto per canarini, addizionato con mangime granulare bilanciato. Gradito, se mischiato a questo, il pastone per insettivori ed anche il pastoncino per canarini. Contrariamente, no. Le larve delle tarme della farina costituiscono una vera leccornia, indispensabile in estate ed utile nel periodo invernale.
I miei due, per quel che si riferisce alla detenzione, hanno subito due sorti differenti. Uno è rimasto in una voliera esterna in compagnia di altri congeneri con i quali ha convissuto in buona armonia. Non ha accusato disturbi di sorta ed ha superato bene la muta.




L'altro l'ho ospitato in casa, in un contenitore con altri uccelli, ed i risultati sino a che è rimasto al chiuso non sono stati fra i più brillanti, dato che presentava all'atto della muta una forte, persistente e pressoché totale deplumazione, non dovuta né ad acariasí né a micosi, che mi faceva prevedere la perdita del soggetto. L'ho spostato dall'interno all'esterno, in un capace gabbione protetto dalle correnti d'aria, e nel giro di poche settimane si è ripreso, ha completato il ripiumo e lì ha trascorso l'inverno in perfetta salute. Deduzioni: le solite. Anche allo Zigolo elegante, come agli altri zigoli, non è congeniale stare in ambienti chiusi. Sia l'uno sia l'altro hanno comunque fornito la conferma che si tratta di soggetti rustici, facilmente acclimatabili e non eccessivamente forastici.

La presenza alle mostre ornitologiche è, a quanto mi risulta, assolutamente inesistente. Oltre a quella ricordata di Ventimiglia, dove li aveva appunto presentati il Fantino, ne ho esposto uno alla mostra organizzata a Genova dall'Associazione Ornitologica Nazionale. Sconosciuto alle mostre federali. Tutto mi fa ritenere che anche in altri paesi europei la situazione sia la stessa, dato che il Vanstals (cit.) constata, per il Belgio, la difficoltà di reperirne esemplari.

Giorgio Truffi



BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Buturlin S.A. e Dementiev C.P. - Systema avíum russicarum, in « RfO », Paris, 1935
David P. e Oustalet M.F. - Les Oiseaux de la Chine, Masson, Paris, 1875
Dementiev G.P. e altri - Gli uccelli dell'Unione Sovietica, vol. V, (in russo), Mosca, 1954
Gruson E.S. - A Checklist of the Birds of the World, Collins, London, 1976 Hanzak j. - Enciclopedia illustrata degli uccelli, La Pietra, Milano, 1971
King B., Woodcock M., Dickinson E.C. - A Field Guide to the Birds of South-East Asía, Collins, London, 1975, repr. 1976
Kohayasht K. - Birds of Japan, (in giapponese), Hoikusha, Osaka, 1956, ed. riv. e agg. 1976 Legendre M. - Oiseaux de cage, Boubée. Paris, 1952, réimpr. 1971 Truffi G. - Lo Zigolo dal sopracciglio giallo, in « M.d.U. » N. 3/1977
Vanstals E. - Le bruant a sourcil jaunes ou élégant, in « Le Monde des Oiseaux » N. 11/1977 Vaurie C. - The Birds of the Paleartic Fauna, vol. I, Witherby, London, 1959