Ciao a tutti io da qualche giorno ho un problema in alcuni novelli del mio allevamento e vorrei parlarne con voi.Come ho scritto nel titolo ho dei novelli di circa 50 giorni che da qualche tempo hanno le zampe e il becco bianco come se non circolasse il sangue xchè nelle zampette non si vedono capillari in un primo momento pensavo che potessero essere acari ma poi vedendo bene non se ne vedono ne nelle gabbie ne su di loro allora mi chiedevo cosa potesse essere spero che gente esperta come voi possa darmi una risposta ciao e grazie.
Gianluca, se e' quello che penso io, si tratta di colibacillosi, comunque facci sapere se qualche soggetto e' deceduto e controlla l'addome e scopri se e' gonfio e teso e si presenta di colore scuro.
Non prendere sotto gamba la situazione, perche' se da un lato la coli e' una malattia facile da curare, dall'altro se non curata tampestivamente causa la morte dei piccoli.
Quesrta malattia colpisce soprattuto i novelli dai 40 giorni fino altermene della, e tra le cause scatenanti vanno elencate i fottori di stress alimentazione sbagliata, sovraffolamento delle gabbie, l'igiene.
Saluti.
Salvatore Cremone
Salvatore perdonami ma sono molto distante da quello che scrivi.
La colibacillosi colpisce nei primissimi giorni di vita è porta alla morte i pulli entro i primi 7 giorni. I sintomi sono riscontrabili da una sorta di sudorazione e da una debolezza dei piccoli.
Non credo si possa accostare ai becchi e alle unghie bianche la colibacillosi.
Più probababile una forma di acianismo.
Postaci qualche foto !!!!
Ok posso essere anche d'accordo, ma secondo me arrivate a conclusioni troppo affrettate. Non si somministra un antibiotico a casaccio.... Sei sicuro che è colibacillosi ? Io non penso proprio ed inoltre ho un altro modo di affrontare i problemi in allevamento.
Non amo le cure antibiotiche se non suffragate da esami precisi, non hanno nessuna efficacia e debilitano l'animale.
Ho letto canaricoltura.... è stato il primo libro da me acquistato alcuni anni fa...
ma la teoria è una cosa la pratica è un altra. Un patologia va accertata con esami/antibigramma prima di essere curata.
Caro amico Claudio, se leggi con attenzione i miei interventi non ho mai dato per scontato che i canarini fossero affetti da colibacillosi, infatti all'inizio del secondo intervento invita l'amico Gianluca ad effettuare test di laboratorio per controllare anche eventuali coccidi.
L'anemia e' uno dei sintomi che fa pensare alla coli, ma non a caso ho invitato Gianluca ad ispezionare l'addome, infatti un eventuale anomalia dell'addome taglia la testa al toro.
Addome teso e gonfio con liquido presente di colore scuro e anemia fa si di anticipare i tempi e di passare subito alla terapia, la quale se fatta tempestivamente fa si che si raggiunga la guarigione senza perdere soggetti.
Sono d'accordo con te Claudio, gli antibiotici si somministrano solo quando si e' sicuri, altrimenti si rischia di aggravere il problema e creare ceppi resistenti.
Ritornando al discorso colibacillosi, nei novelli non da il tempo ad eventuali accertamenti clinici, specie se il malcapiatto abita lontano ad un istituto zooprofilattico, quindi tempi di spedizione, tempi tecnici per effettuare eventuali analisi e antibiogramma, si corre il rischio di perdere i soggetti ammalati.
Un allevatore esperto sa bene come comportarsi in caso di problematiche, soprattuto ai giorni nostri questi intoppi sono all'ordine del giorno.
Un allevatore che ha in riproduzione decine di coppie, non puo' avere il vet. dietro la porta, capita a volte che un soggetto stia male e la risposta di eventuali test arriverebbe a decesso avvenuto, quindi che fare?
Anche quest'anno mi e' capitato che tre nord si sono ammalati di coli, l'intervento immediato ha fatto si che in tre giorni sono guariti tutti, quindi a volte un allevatore deve essere anche medico e veterinario.
Saluti
Salvatore Cremone
Continuo a non essere d'accordo. Un allevatore è un allevatore e un veterinario è un veterinario. Gli allevatori esperti, come li chiami tu, che danno medicinali senza esami preventivi perchè già sanno qual'è il problema hanno portato ai fantastici ceppi oggi presenti, deboli e con pochissime doti riproduttive.
Io per il momento preferisco fare 4 pulli con una coppia e non 10 pieni di antibiotici, fiducioso che andrà sempre meglio. Solo il tempo potrà dirci chi avrà ragione.
Claudio, condivido in pieno le tue idee, un allevatore non deve mai sostiyuirsi al vet e anche io preferisco fare meno canarini ma forti e non tanti pieni di antibiotici.
Il mio allevamento e' seguito da un vet. tutto l'anno, e quando qualche amico ha problemi non ho la presunzione di sostituirmi al medico e lo invito a contattarlo, e il dott. Gianluca Todisco puo' ben testimoniarlo.
Ma capita e credo anche a te che durante l'anno un soggetto si ammali, e allora che fai?
L e soluzioni sono due, o lo si lascia morire in attesa che le analisi ti dicano di che cosa e' morto, oppure l'esperienza che un allevatore ha accumulato negli anni ti mette in condizioni di fare una presunta diagnosi e tentare una terapia, sperando di aver centrato il problema, se poi non si sa fare un cerchio col bicchiere, allora la situazione e' diversa.
Chiedo scusa sia a te che a tutti i lettori per non essere stato chiaro nei precedenti scritti, non intendevo spingere i novizi verso le soluzioni fai da te, del resto come potrei consigliare cio' se per primo mi rivolgo ai specialisti del settore per i miei soggetti.
Saluti.
Salvatore Cremone
Buongiorno a Tutti,
Ciao Claudio, leggo con piacere le tue affermazioni e non posso che essere pienamente d'accordo.
Sono in effetti pochi gli allevatori che hanno adottato questo sistema di allevamento e piu' precisamente la selezione naturale.
Sono disperatamente tanti gli allevatori che annualmente, dopo aver allestito decine e decine di coppie per la riproduzione e facendo uso indiscriminato di antibiotici e anticoccidici, ricevono sempre di meno dai propri allevamenti e dispongono quindi sempre di piu' di ceppi deboli "inetti".
Li stessi ceppi, negli anni, nel tempo, non fanno altro che deludere, deprimere, deprimerci per poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.
Avendo vissuto negli anni, in "primis" questa odierna e dura esperienza, realta', mi trovo oggi di fronte a nidiate copiose che per mancanza di tempo, a volte, vengono portate avanti con il normale misto di semi e senza nessuna moria, difficolta'.
E' bene si', e' questo il rovescio della medaglia, solo per selezione naturale si ottengono determinati risultati.
I risultati di lunghi anni e di dure prove e non il risultato piu' facile, piu' veloce, o di qualche esperto del settore.
Non e' facile fare tanti sacrifici e poi vedere i propri "beniamini" svanire nel breve e lungo periodo della "muta", la "metamorfosi delle piume".
Ma e' piu' facile invece somministrare "il miracolo" il farmaco strepitoso che ci risolve il problema nel breve e medio periodo.
Quando un animale si ammala, va isolato, un attenta analisi veterinaria puo' servire per comprendere la "patologia", ma a mio avviso, se non migliora da se, va lasciato morire; i ceppi forti si costruiscono in questo senso.
Li anni infatti, stanno dando ragione a tanta gente, ma non ancora a "Troppi" ed e' per questo che non posso che ribadire e affermare le tue stesse opinioni Claudio e cioe' : a risentirci!
Saluti
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E' giusto, interessante e bello sentire i pareri di tutti, questa e la vera democrazia e liberta', resta poi a chi legge tirare le somme e valutarne i contenuti.
Ritornando alla discussione e' vero che oggi si fa un uso indiscriminato di farmaci e questo indebolisce i ceppi, addirittura conosco allevatori, senza voler denigrare nessuno, perche' a casa sua ognuno e' padrone, che usano costantemente l'antibiotico nel pastoncino, e' un loro modo di pensare e bisogna rispettarlo anche se non condiviso.
L'uso indiscriminato pero' e' una cosa, un'altra e' servirsi del farmaco nei momenti di bisogno.
L'antibiotico fa male e' questo e' piu' che risaputo, il fegato milza e stomaco insieme ai reni vengono sollecitati a sforzi immani per espellere le scorie, che talvolta rimangono in circolo per intere settimane, distruggendo sia la flora buona che quella cattiva, aprendo la porta alle formazione di funghi pericolosi che causano forme micotiche sempre piu' aggressive.
Ma il reale pericolo non e' tanto il farmaco, ma se si vuole fare una campagna seria, " ammesso che si sia all'altezza di farlo" sono quei determinati farmaci, che usati correttamente distruggono, ma se poi usati in maniera sconsiderevole creano danni irreparabili.
Spesso si creano ceppi resistenti perche' quel determinato farmaco, magari il vet, l'ha prescritto da usare per 10 giorni ad una dose stabilita, magari l'allevatore visto che dopo 5 giorni i canarini stanno bene interrompe la cura, la malattia non e' stata ancora debbellata del tutto e li vanno a crearsi ceppi resistenti a quell'antibiotico.
Determinati antibiotici andrebbero usati solo sotto strettao controllo medico, tipo la tilosina, le tetracicline, i sulfamidici, e potri continuare all'infinito.
Detto questo, tengo anche a dire che non sono daccordo che un canarino ammalato va lasciato morire.
Il piu' delle volte specie i novelli, causa un minimo stress, vengono colpiti da forme di coccidiosi o coli, che basta un farmaco di quelli che non superano la barriera intestinale, a salvargli la vita, questi dopo pochi giorni di convalescenza, riprendera' tranquillamente il suo percorso generando prole forte e magari risultera' un eccelente riproduttore sia per quello che trasmettera' alla prole sia come balia.
I coccidi sono sempre presenti nell'organismo dei nostri volatili, ma a volte basta un cambiamento di stagione o un periodo di stress,"vedi esposizioni" a far si che questo livello aumenti e non vedo giusto lasciare morire un canarino per il nostro unico volere.
L'allevatore esperto e che possiede un ceppo di valore a cicli periodici sottopone i suoi soggetti ad analisi di laboratorio e difficilmente vedra' un infezione che coinvolga il grosso dell'allevamento.
Curare un essere vivente che sta male e' un nostro dovere.
Questo e' il mio modo di pensare e di condurre l'allevamento e non ho la presunzione di essere il depositario della verita', rispetto chi la pensa in maniera diversa, magari sbaglio nella mia conduzione, ma ormai sono quasi un ventennio che porto avanti questo modo di allevare, metodo che mi ha dato tante soddisfazioni, tipo il mio ceppo di nord, che accoppio in consanguinita' da almeno 15 anni, non inserendo mai soggetti esterni e risulta essere fra i piu' rustici in circolazione e sicuramente tra i piu' belli al mondo.
Saluti.
Salvatore Cremone