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Discussione: IL PROBLEMA DELLE BALIE - L. C. Bernard

  1. #1
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    La bandiera di marco cotti

    L'avatar di marco cotti
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    IL PROBLEMA DELLE BALIE - L. C. Bernard

    IL PROBLEMA DELLE BALIE
    E' spiacevole scrive L. C. Bernard in «Le Journal des Oiseaux » leggere, anche da parte di autori di prestigio, che il Diamante di Gould è un cattivo riproduttore per cui è conveniente farne covare le uova ed allevare la prole dal Passero del Giappone o da altre balie.

    Differenze tra le due produzioni

    E' piuttosto vero che queste tesi - sosteniamo noi - sono diffuse e sostenute dagli allevatori di sfruttamento che adottando questo sistema possono ricavare da una coppia del diamante fino a 50-60 allievi, mentre le uova se fossero fatte covare dalla femmina del Gould ne ricaverebbero, in una stagione, non più di 10-15 piccoli.

    Tra le due produzioni però c'è questa sostanziale differenza: la prole allevata dalla propria madre è ottima riproduttrice, mentre quella allevata dalle nutrici dà, al momento della riproduzione, delusioni amare. E ciò è bene che gli amatori sappiano per regolarsi nei loro acquisti.

    Le ragioni

    Il citato Luciano Carlo Bernard, che è un vecchio ed esperto allevatore di Gould, ce ne spiega la ragione.

    I piccoli allevati dai Passeri, dai Domino e da altre balie, imprimono nel loro subcosciente l'immagine dei genitori adottivi per cui, a raggiunta maturità sessuale, ricercano per l'accoppiamento quegli uccelli respingendo i propri simili. Che il Diamante di Gould sia un cattivo riproduttore è credenza che si basa su questi fatti ed è opportunisticamente sostenuta e diffusa dagli allevatori di speculazione.

    La prole allevata contro natura ha difficoltà di ambientamento

    Ma come potrebbe essere cattiva riproduttrice una specie la cui femmina depone 60-70 uova per stagione?
    Sarebbe un controsenso della natura che è invece sempre di una coerenza esemplare.
    Avete mai analizzato il comportamento di un ondulato, di un nidiaceo allevato allo stecco o di un cucciolo allattato da una gatta che sublimano i genitori adottivi e li scambiano con quelli veri?
    Tutti questi animali e lo stesso bambino allevato fuori dall'ambito familiare — diciamo contro natura — hanno nell'età adulta difficoltà ,psicologiche e di adattamento spesso irresibili nella convivenza con i soggetti della propria specie, esattamente come il Gould allevato dalle balie.

    I novelli allevati dalle nutrici sono soggetti di qualità inferiori

    Inoltre sorge, in questi casi, un altro grave problema relativo alla robustezza, allo sviluppo, all'integrità sanitaria essendo noto 'che la proli di una specie acquisisce dal primo cibo della madre (latte 'od imbeccata) un insieme di sostanze che incidono sul suo sviluppo e la sua integrità biologica e fisiologica - come diciamo in altra nota - che la nutrice è incapace di fornire per cui non è raro che i Gould allevati a questo modo siano soggetti a crisi di svezzamento e a malattie postnatali di cui non soffrono i novelli allevati dai genitori, crisi che incidono spesso anche sulle loro qualità espositive.




  2. #2
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    sono d'accordo su tutto quello che dice Bernard,tranne che x una cosa:nei piccoli uccelli granivori e in generale ,negli uccelli nidicoli,l'imprinting non è molto forte e in gran parte reversibile,pur con differenze tra una specie e l'altra.Quindi uccelli allevati da balie,conservano sempre una forte "memoria genetica" della specie d'appartenenza,in modo che ,una volta adulti,non hanno alcuna difficoltà nella scelta del partner conspecifico.La riprova di questo l'ho avuta allevando ciuffolotti.Esemplari baliati dai canarini si accoppiano tranquillamente con i loro conspecifici,anzi ho avuto soggetti,spec maschi,che rifiutavano ostinatamente di accoppiarsi con canarine,nonostante fossero cresciuti a balia dalle canarine.Un'altra esperienza significativa la ebbi con un fringuello maschio,anch'esso baliato dai canarini,che restava totalmente indifferente alle canarine,ma appena affiancato ad una fringuella,la riconobbe immediatamente come partner iniziando la parata nuziale,e questo senza aver mai visto prima un conspecifico.L'unica differenza comportamentale da me riscontrata nei ciuffolotti,è una maggior turbolenza ed aggressività dei soggetti baliati ,spec i maschi,ma non tale da pregiudicare l'accoppiamento.

  3. #3
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    ottimo l'articolo e le foto ma devo quotare anche pierre,dando ai gould uova di passero del giappone ho sempre trovato pulli in fondo alla gabbia,magari in questo caso il pattern boccale può fare la differenza,in un'altra sezione del forum c'è questa discussione e da quanto ho letto i gould sono in realtà ottimi genitori,comunque avendone la possibilità sarebbe sempre meglio lasciare i pulli ai rispettivi genitori,l'unica perplessità che ho è l'anellamento.

  4. #4
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    Mi dispiace,
    ma devo ammettere di dissentire da quanto viene affermato dall'autore di questo articolo.

    Quote Originariamente inviata da marco cotti Visualizza il messaggio
    IL PROBLEMA DELLE BALIE
    E' spiacevole scrive L. C. Bernard in «Le Journal des Oiseaux » leggere, anche da parte di autori di prestigio, che il Diamante di Gould è un cattivo riproduttore per cui è conveniente farne covare le uova ed allevare la prole dal Passero del Giappone o da altre balie.
    Riguardo a questo primo passaggio, è sicuramente spiacevole sentire affermare che il Diamante di Gould è un cattivo riproduttore, ma non c'entra niente con la convenienza di utilizzare le balie.
    Le balie non dovrebbero rappresentare ne una convenienza, ne un obbligo, ma semplicemente una soluzione per poter intervenire, in caso di necessità, per salvare delle piccole vite.
    Il Diamante di Gould non è un cattivo riproduttore, è semmai una specie difficile da allevare, ma non impossibile, basta applicare poche semplici regole e la percentuali di successo crescono in maniera esponenziale, personalmente ritengo che tutti i Gould allevati in cattività sono in grado di covare e accudire la prole, fino allo svezzamento. Probabilmente solo gli esemplari pluri-mutati possono avere problemi, non legati alla mancanza di istinto genitoriale, ma piuttosto per difficoltà fisiche.

    Quote Originariamente inviata da marco cotti Visualizza il messaggio
    Differenze tra le due produzioni

    E' piuttosto vero che queste tesi - sosteniamo noi - sono diffuse e sostenute dagli allevatori di sfruttamento che adottando questo sistema possono ricavare da una coppia del diamante fino a 50-60 allievi, mentre le uova se fossero fatte covare dalla femmina del Gould ne ricaverebbero, in una stagione, non più di 10-15 piccoli.

    Tra le due produzioni però c'è questa sostanziale differenza: la prole allevata dalla propria madre è ottima riproduttrice, mentre quella allevata dalle nutrici dà, al momento della riproduzione, delusioni amare. E ciò è bene che gli amatori sappiano per regolarsi nei loro acquisti.
    Intanto è sbagliato continuare ad associare l'uso delle balie ad una sorta di sfruttamento a fini economici del D.di Gould, cosa fra l'altro innegabile, ma di sicuro non coinvolge tutti gli allevatori, anzi chi lo fa per scopi esclusivamente economici non lo definirei "allevatore", inteso come appassionato di ornitologia, ma piuttosto "produttore".
    Inoltre non so quanti, anche fra i "produttori" riescano ad ottenere 50-60 soggetti per ogni coppia di riproduttori, cosa che significherebbe "costringerli" a fare almeno 10 deposizioni.....di sicuro non è usanza degli "allevatori", e non c'entra nulla con l'uso delle balie a cui ricorrono quest'ultimi. Ritengo che la media di 10-15 piccoli si avvicini di più alla realtà, sia con che senza l'uso delle balie.
    Inoltre non cè nessun legame tra le prospettive-aspettative di successo in purezza e il fatto che i riproduttori siano stati o meno baliati, è ormai comprovato che anche i soggetti cresciuti da balie, se messi nelle adeguate condizioni per farlo, sono benissimo in grado di allevare in "purezza".
    Chi si avvicina la prima volta a questo estrildide esotico, piuttosto che abboccare a richieste esose di denaro, giustificate con la provenienza (sempre dubbia e non dimostrabile) da allevamento in "purezza", consiglierei piuttosto di guardare ad altro: condizioni di salute, condizioni di alloggiamento, qualità del piumaggio, taglia, struttura e ultima, ma non per ultima, l'età.

    Quote Originariamente inviata da marco cotti Visualizza il messaggio
    Le ragioni

    Il citato Luciano Carlo Bernard, che è un vecchio ed esperto allevatore di Gould, ce ne spiega la ragione.

    I piccoli allevati dai Passeri, dai Domino e da altre balie, imprimono nel loro subcosciente l'immagine dei genitori adottivi per cui, a raggiunta maturità sessuale, ricercano per l'accoppiamento quegli uccelli respingendo i propri simili. Che il Diamante di Gould sia un cattivo riproduttore è credenza che si basa su questi fatti ed è opportunisticamente sostenuta e diffusa dagli allevatori di speculazione.
    Probabilmente sarà un problema di traduzione, ma non si capisce quale sia l'opinione dell'autore in merito a quanto afferma in questo passaggio.
    Comunque, non posso definirmi altrettanto "vecchio ed esperto allevatore" come il Bernard, ma posso affermare che, in 25 anni di allevamento di questa specie, non ho mai visto comportamenti deviati legati all'imprinting nei soggetti nati sotto le balie e portati da queste allo svezzamento, non ho mai visto un D.di Gould rifiutare i propri simili e preferire, o addirittura corteggiare, un esemplare della specie che l'ha baliato, ne tanto meno imitarne i canto, gli atteggiamenti o il comportamento sociale, come l'abitudine di pulirsi le piume a vicenda o il raggrupparsi gli uni sugli altri durante le fasi di riposo notturno, tutti comportamenti riscontrabili ed innati nei Passeri del Giappone. Per completezza di informazione, non ho mai avuto problemi nemmeno con l'uso dei D. Mandarino, in veste di balie.

    Quote Originariamente inviata da marco cotti Visualizza il messaggio

    La prole allevata contro natura ha difficoltà di ambientamento

    Ma come potrebbe essere cattiva riproduttrice una specie la cui femmina depone 60-70 uova per stagione?
    Sarebbe un controsenso della natura che è invece sempre di una coerenza esemplare.
    Avete mai analizzato il comportamento di un ondulato, di un nidiaceo allevato allo stecco o di un cucciolo allattato da una gatta che sublimano i genitori adottivi e li scambiano con quelli veri?
    Tutti questi animali e lo stesso bambino allevato fuori dall'ambito familiare — diciamo contro natura — hanno nell'età adulta difficoltà ,psicologiche e di adattamento spesso irresibili nella convivenza con i soggetti della propria specie, esattamente come il Gould allevato dalle balie.
    Qui si ripete la possibilità di far deporre ad un unica femmina 60 - addirittura 70 uova.....non volgio ripetermi anche io, ma è una cosa assurda, non so in quanti ci riescano, ma una povera D.di Gould dopo un simile sfuttamento è destinata alla pattumiera......o di sicuro la stagione seguente non deporrà un uovo.
    Invece, il paragone comportamentale fra razze diverse già non regge, figuriamodi fra specie, o addirittura fra generi, o fra umani e uccelli, per quanto possiamo tendere ad antropomorfizzare i nostri animaletti, spinti dall'affetto o dall'ingenuità, non è una teoria che regge, e mi riallaccio a quanto ho già detto sopra, in 25 anni non ho mai assistito a comportamenti deviati.

    Quote Originariamente inviata da marco cotti Visualizza il messaggio
    I novelli allevati dalle nutrici sono soggetti di qualità inferiori

    Inoltre sorge, in questi casi, un altro grave problema relativo alla robustezza, allo sviluppo, all'integrità sanitaria essendo noto 'che la proli di una specie acquisisce dal primo cibo della madre (latte 'od imbeccata) un insieme di sostanze che incidono sul suo sviluppo e la sua integrità biologica e fisiologica - come diciamo in altra nota - che la nutrice è incapace di fornire per cui non è raro che i Gould allevati a questo modo siano soggetti a crisi di svezzamento e a malattie postnatali di cui non soffrono i novelli allevati dai genitori, crisi che incidono spesso anche sulle loro qualità espositive.
    Se quanto affermato in quest'ultimo passaggio fosse vero non saremmo al punto in cui siamo, in cui il Diamante di Gould vive un momento di massimo splendore (almeno in cattività), in cui sono stati raggiunti ragguardevoli risultati sia a livello qualitativo che quantitativo, e non solo, si sono raggiunti gli stessi traguardi anche con mutazioni vecchie e nuove.
    Di sicuro, se si vogliono usare come balie, i Passeri del Giappone, i Diamanti Mandarino o qualsiasi altra specie adatta a farlo, vanno trattati come e forse meglio dei Diamanti di Gould, per evitare che dei soggetti deboli, malati, supersfruttati o non perfettamente in forma, si debbano occupare di nidiate numerose di piccoli ma famelici estrildidi australiani.
    Purtroppo, a malincuore, questo non sempre avviene, spesso soprattutto i Passeri del Giappone, vengono considerati alla stregua di "macchine da allevamento", quasi non si tiene conto che si tratti a loro volta di esseri viventi, con i loro ritmi e loro esigenze, condannandoli in piccole gabbie, non sempre accuditi come di dovere, ma nonostante questo si pretende che allevino figli di una specie sicuramente più delicata.
    Detto questo, dato che tira in ballo le esposizioni, mi piacerebbe chiedere all'autore dell'articolo (sempre se contemporaneo) se pensa che tutti i migliori soggetti, campioni mondialali e non, con taglie e strutture inimmaginabili fino a qualche tempo fa, siano frutto di allevamento esclusivamente in "purezza"?

    Per concludere il mio contro-articolo,
    con quanto ho affermato in ciò che ho scritto, non voglio fare l'apologia dell'uso delle balie nell'allevamento del Diamante di Gould.
    Ritengo che le balie siano una risorsa ed uno strumento, non obbligatorio, ma sicuramente doveroso, se si vuole allevare in tutta sicurezza questo splendido animale, almeno finchè non ci decideremo TUTTI ad ospitarlo in gabbie adeguate, con la luce giusta, la temperatura migliore, fornirgli l'alimentazione più adatta, gli integratori più adatti, accudirlo e scegliere i riproduttori più adeguati, in base all'età, la taglia e il colore o la mutazione. (Per tutti i particolari, relativi agli accorgimenti da adottare per l'allevamento in purezza dei D.di Gould, vi rimando all'omonima cartella del Forum)

    Un paio di covate in purezza, nel mio allevamento:



    Un paio di esemplari di una nidiata baliata:

    e non mi sembrano sottosviluppati.

    Fabio Musumeci
    Ultima modifica di Fabio Musumeci; 17-12-11 a 07: 42
    RNA - 442X - RAE - 0487



  5. #5
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    Quote Originariamente inviata da Fabio Musumeci Visualizza il messaggio
    Mi dispiace,
    ma devo ammettere di dissentire da quanto viene affermato dall'autore di questo articolo.


    Riguardo a questo primo passaggio, è sicuramente spiacevole sentire affermare che il Diamante di Gould è un cattivo riproduttore, ma non c'entra niente con la convenienza di utilizzare le balie.
    Le balie non dovrebbero rappresentare ne una convenienza, ne un obbligo, ma semplicemente una soluzione per poter intervenire, in caso di necessità, per salvare delle piccole vite.
    Il Diamante di Gould non è un cattivo riproduttore, è semmai una specie difficile da allevare, ma non impossibile, basta applicare poche semplici regole e la percentuali di successo crescono in maniera esponenziale, personalmente ritengo che tutti i Gould allevati in cattività sono in grado di covare e accudire la prole, fino allo svezzamento. Probabilmente solo gli esemplari pluri-mutati possono avere problemi, non legati alla mancanza di istinto genitoriale, ma piuttosto per difficoltà fisiche.


    Intanto è sbagliato continuare ad associare l'uso delle balie ad una sorta di sfruttamento a fini economici del D.di Gould, cosa fra l'altro innegabile, ma di sicuro non coinvolge tutti gli allevatori, anzi chi lo fa per scopi esclusivamente economici non lo definirei "allevatore", inteso come appassionato di ornitologia, ma piuttosto "produttore".
    Inoltre non so quanti, anche fra i "produttori" riescano ad ottenere 50-60 soggetti per ogni coppia di riproduttori, cosa che significherebbe "costringerli" a fare almeno 10 deposizioni.....di sicuro non è usanza degli "allevatori", e non c'entra nulla con l'uso delle balie a cui ricorrono quest'ultimi. Ritengo che la media di 10-15 piccoli si avvicini di più alla realtà, sia con che senza l'uso delle balie.
    Inoltre non cè nessun legame tra le prospettive-aspettative di successo in purezza e il fatto che i riproduttori siano stati o meno baliati, è ormai comprovato che anche i soggetti cresciuti da balie, se messi nelle adeguate condizioni per farlo, sono benissimo in grado di allevare in "purezza".
    Chi si avvicina la prima volta a questo estrildide esotico, piuttosto che abboccare a richieste esose di denaro, giustificate con la provenienza (sempre dubbia e non dimostrabile) da allevamento in "purezza", consiglierei piuttosto di guardare ad altro: condizioni di salute, condizioni di alloggiamento, qualità del piumaggio, taglia, struttura e ultima, ma non per ultima, l'età.



    Probabilmente sarà un problema di traduzione, ma non si capisce quale sia l'opinione dell'autore in merito a quanto afferma in questo passaggio.
    Comunque, non posso definirmi altrettanto "vecchio ed esperto allevatore" come il Bernard, ma posso affermare che, in 25 anni di allevamento di questa specie, non ho mai visto comportamenti deviati legati all'imprinting nei soggetti nati sotto le balie e portati da queste allo svezzamento, non ho mai visto un D.di Gould rifiutare i propri simili e preferire, o addirittura corteggiare, un esemplare della specie che l'ha baliato, ne tanto meno imitarne i canto, gli atteggiamenti o il comportamento sociale, come l'abitudine di pulirsi le piume a vicenda o il raggrupparsi gli uni sugli altri durante le fasi di riposo notturno, tutti comportamenti riscontrabili ed innati nei Passeri del Giappone. Per completezza di informazione, non ho mai avuto problemi nemmeno con l'uso dei D. Mandarino, in veste di balie.


    Qui si ripete la possibilità di far deporre ad un unica femmina 60 - addirittura 70 uova.....non volgio ripetermi anche io, ma è una cosa assurda, non so in quanti ci riescano, ma una povera D.di Gould dopo un simile sfuttamento è destinata alla pattumiera......o di sicuro la stagione seguente non deporrà un uovo.
    Invece, il paragone comportamentale fra razze diverse già non regge, figuriamodi fra specie, o addirittura fra generi, o fra umani e uccelli, per quanto possiamo tendere ad antropomorfizzare i nostri animaletti, spinti dall'affetto o dall'ingenuità, non è una teoria che regge, e mi riallaccio a quanto ho già detto sopra, in 25 anni non ho mai assistito a comportamenti deviati.



    Se quanto affermato in quest'ultimo passaggio fosse vero non saremmo al punto in cui siamo, in cui il Diamante di Gould vive un momento di massimo splendore (almeno in cattività), in cui sono stati raggiunti ragguardevoli risultati sia a livello qualitativo che quantitativo, e non solo, si sono raggiunti gli stessi traguardi anche con mutazioni vecchie e nuove.
    Di sicuro, se si vogliono usare come balie, i Passeri del Giappone, i Diamanti Mandarino o qualsiasi altra specie adatta a farlo, vanno trattati come e forse meglio dei Diamanti di Gould, per evitare che dei soggetti deboli, malati, supersfruttati o non perfettamente in forma, si debbano occupare di nidiate numerose di piccoli ma famelici estrildidi australiani.
    Purtroppo, a malincuore, questo non sempre avviene, spesso soprattutto i Passeri del Giappone, vengono considerati alla stregua di "macchine da allevamento", quasi non si tiene conto che si tratti a loro volta di esseri viventi, con i loro ritmi e loro esigenze, condannandoli in piccole gabbie, non sempre accuditi come di dovere, ma nonostante questo si pretende che allevino figli di una specie sicuramente più delicata.
    Detto questo, dato che tira in ballo le esposizioni, mi piacerebbe chiedere all'autore dell'articolo (sempre se contemporaneo) se pensa che tutti i migliori soggetti, campioni mondialali e non, con taglie e strutture inimmaginabili fino a qualche tempo fa, siano frutto di allevamento esclusivamente in "purezza"?

    Per concludere il mio contro-articolo,
    con quanto ho affermato in ciò che ho scritto, non voglio fare l'apologia dell'uso delle balie nell'allevamento del Diamante di Gould.
    Ritengo che le balie siano una risorsa ed uno strumento, non obbligatorio, ma sicuramente doveroso, se si vuole allevare in tutta sicurezza questo splendido animale, almeno finchè non ci decideremo TUTTI ad ospitarlo in gabbie adeguate, con la luce giusta, la temperatura migliore, fornirgli l'alimentazione più adatta, gli integratori più adatti, accudirlo e scegliere i riproduttori più adeguati, in base all'età, la taglia e il colore o la mutazione. (Per tutti i particolari, relativi agli accorgimenti da adottare per l'allevamento in purezza dei D.di Gould, vi rimando all'omonima cartella del Forum)

    Un paio di covate in purezza, nel mio allevamento:



    Un paio di esemplari di una nidiata baliata:

    e non mi sembrano sottosviluppati.

    Fabio Musumeci
    Concordo in tutto e per tutto quanto detto dall'amico e ALLEVATORE Fabiao,di certo chi alleva per passione come la maggior parte di noi non fa baliare alla stessa coppia di passeri del giappone centinaia di uova di altre specie ma considera questa coppia di balie una fortuna da preservare.
    Sempre come dice Fabio i gould non sono impossibili da allevare e far riprodurre avendo alcuni accorgimenti fondamentali per loro,io allevo all'esterno in una casina in giardino che proteggo l'inverno con del nylon,cambio tipo di alimentazione,osservo per molte ore al giorno fino a quando la luce me lo permette i miei soggeti sia riproduttori che novelli.
    Con questo non sono un sostenitore di quelli che dicono che ceppi allevati all'esterno ed abituati possono essere allevati senza problemi magari in un giardino di Milano,Torino e via dicendo,credo che esternamente con alcuni accorgimenti si possano allevare in certe regioni del Centro Italia.
    Il diamante di gould ha una struttura del piumaggio per il caldo e non certo per il freddo,vi site mai chiesti perche' le popolazioni dell'Africa hanno le narici grandi e quelli del Polo Nord piccole?:

    in Africa fa molto caldo quindi hanno bisogno di una ventilazione maggiore,al Polo Nord fa molto freddo quindi ne hanno meno bisogno,certo se un africano lo portiamo a vivere al Polo non muore,ma provate a chiedergli come si sente.
    Io allevo in prevalenza gould e coda lunga(molto piu' rustici),ma come detto in altri post nonostante sono innamorato di questa specie il giorno che mi accorgero' che tutte le mie precauzioni non basteranno perche' vedro' solo perdite e nessuna soddisfazione,a mio malincuore saro' pronto a cambiare specie.
    Credo che il nostro slogan allevare significa proteggere voglia dire anche questo.
    Vorrei ringraziare Fabio e Alessandro Rota per tutti i consigli datomi nel tempo per cercare di far stare al meglio i mie soggetti,non elogiamo sempre gli allevatori o articoli stranieri perche' in Italia abbiamo allevatori eccezionali,siamo fissati che in Olanda o Belgio siano piu' bravi di noi....................,un mio amico quest'anno non ha voluto dei miei gould perche' voleva prenderli alla fiera olandese,benissimo ci mancherebbe,una volta presi mi ha chiamato per un mio modesto parere,quale e' stato?,l'affare l'ha fatto l'allevatore non certo lui,soggetti brutti e deceduti tutti poco piu' di 10 giorni.
    Certo ci sono paesi che con alcune mutazioni sono avanti a noi ma non significa che i soggetti siano migliori dei nostri.
    Un saluto a tutti gli amici del forum.

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