KALENDIMAGGIO

di LEOPOLDO CODAZZI

KALENDIMAGGIO! il mese più bello, dedicato alla Madonna, il mese delle rose e dei profumi.
Le campagne, i colli «vaghi di messi e fiori», sono ricolmi di canti, di colori, di nidi, con tante uova, come confetti, dove covano sul muschio e sui licheni, «in tra le amate fronde», le femmine, trepidando. Ovunque è rigoglio, fermento, tensione.
La natura esplode la sua fragranza, la sua potenza.

Nessuna festa per chi produce il pane

Kalendimaggio è anche la grande festa del Lavoro!
Non per tutti però; perché, anche in questo giorno, gli agricoltori sono occupati, come sempre.
Per loro né Festività, né Ferie, né Natale, né Pasqua, né Ferragosto. Lavoro continuo, ininterrotto per 365 giorni! lavoro prezioso ohe procura il pane a tutti! «Italiani amate il pane, - cuore della casa - gioia della famiglia ...». La festa del pane, la festa degli agricoltori!; neppure una volta all'anno! Tante feste dedicate alle parate militari, alle Riviste delle armi per il macello dei popoli, dei giovani, nessuna Festa per il pane, per chi procura il pane!

E vero progresso fabbricare armi anziché pane?

Vi sono le armi per distruggere la razza umana, per bruciare la terra e ne vengono - con spese enormi - fabbricate altre, mentre tanti bambini mancano del pane e stentano e periscono. Si può essere più disumani, più antipopolari, più iniqui, più stolti?

A parole ... «progresso», «nuova umanità» ... a fatti: guerre, invasioni, morte!

Questo è il vivere che preferiscono, questo è quello che impongono al popolo!

Io non lo vedo questo «progresso»!, questa «nuova umanità»! come non vedo oggi gli agricoltori premiati a Roma, in Campidoglio, dal capo dello Stato, con tanta folla e musiche e bandiere. Premiati coloro che con la loro fatica, il loro sudore, per anni ed anni, procurano grano e grano, pane e pane a ricchi e poveri, nobili e plebei, sapienti ed incolti!

In ritardo il Verzellino

Mentre chiudo la lettera di maggio i silvani covano nel giardino; non ho notato però - come gli altri anni - il Verzellino, un tempo sconosciuto qui, ma ora copioso dovunque, nelle ville intorno, ed anche nei parchi cittadini.

Alcuni anni addietro gli ornitofili, al periodo del ripasso primaverile, *******rono le femmine, che poi liberarono. I maschi si sono fermati, donde il nido e la prole. Fu tentata anche l'acclimatazione dei Venturoni, Organetti, Lucheri e Ciuffolotti carmini in alta montagna ed in collina, prescelti con cura gli habitat, ma non si seno rivisti l'anno successivo. Forse il lancio era esiguo e non su vasta scala come si deve.

La via da seguire: acclimatare i nostrani

L'acclimatazione degli ornitofili reggiani fu segnalata dal Moltoni nella sua Rivista, ed anche dal dott. Duse, reggente la stazione ornitologica del Baldo. Le rarità *******te sono al Museo di Milano.
Da alcuni anni l'ornitologo dott. Giuliano Lucerni, in un parco della Lombardia, in collina, è riuscito ad acclimatare silvani con esito positivo specie per i Ciuffolotti.
Ciò scrivo perché è una via da seguire e da segnalare, e chi può aver modo di esperimento interessanti.
Cordiali saluti, e rimani in sella, saldo, come sei solito, perché la via è lunga ed ardua.
Semper adamas!
Leopoldo Codazzi


Reggio Emilia, maggio 1985.