Innanzitutto, il sistema circolatorio di uno Psittacide si presenta notevolmente differente al corrispettivo apparato di un mammifero.
Lo stesso organo del cuore rivela dimensioni notevolmente maggiori e si dimostra in grado di gestire - in talune specie - una frequenza cardiaca pari a 10 volte l'equivalente proporzione nel corpo umano, dimostrando un incredibile incremento di battiti durante gli sforzi fisici.
Lo stress a cui è sottoposto tale muscolo, pertanto, appare sicuramente considerevole: l'intensa attività muscolare scaturita durante il volo richiede un apparato circolatorio estremamente efficiente.
Anche la pressione arteriosa contribuisce all'affaticamento del cuore; oltretutto, le dimensioni di quest'ultimo diminuiscono proporzionalmente all'aumentare della massa corporea.
Al parametro dello sforzo fisico, occorre inoltre abbinare lo stress psicologico: una caratteristica peculiare degli Psittacidi risiede nell'elevatissima produzione di cortisolo - non impropriamente definito "ormone dello stress" - esponenzialmente incrementabile a causa di tensioni e disfunzioni.
L'ipercortisolismo può provocare, tra le conseguenze più immanenti, un considerevole aumento della gettata cardiaca, predisponendo le circostanze favorevoli all'insorgere di infarti cardiaci.
Sotto un profilo strettamente scientifico, è possibile riscontrare varie tipologie di stress: fisico, mentale, ambientale, alimentare... E via discorrendo.
Tuttavia, l'operazione di attenuazione e prevenzione rimane sempre la medesima: la condotta di vita tranquilla e regolare, una discreta presenza di stimoli psicologici e distrazioni alimentari, l'elusione di superflui disturbi esterni, cambiamenti d'ambiente o impegni fisici «insopportabili».
In poche parole, la prerogativa indispensabile per un'esistenza sana e longeva consiste nel rispetto delle caratteristiche fisico-etologiche di ciascuna specie.
Ricordiamo infine che un considerevole accumulo di stress risulta smaltibile solamente durante le ore di sonno: analiticamente, i soggetti detenuti in ambienti altamente disturbati, come l'interno di un'abitazione privata, o sottoposti ad alterazioni dei naturali ritmi circadiani, si riveleranno maggiormente esposti al rischio di affaticamento cardiaco.
In commercio è inoltre possibile riperire alcuni prodotti ad uso veterinario così definiti «antistress o antidepressivi», il cui utilizzo si dimostra altamente sconsigliato, salvo in casi di immediata necessità (operazioni chirurgiche, lunghi viaggi, esposizione in mostra,...); in ogni caso, simili medicinali non possono rimpiazzare i criteri di mantenimento sopra illustrati.